L‘emicrania episodica è un disturbo che prevede circa 15 giorni di mal di testa nel corso di un mese. Coloro che invece soffrono di emicrania cronica combattono con il disturbo molto di più.
L’emicrania influisce sulla salute?
L’emicrania ha un forte impatto sulla salute pubblica. Infatti, le persone affette dal disturbo sono maggiormente inclini ad avere depressione, ansia, disturbi del sonno e affaticamento. Nonostante non siano ancora pienamente chiari i meccanismi che portano alla formazione dell’emicrania, è di fondamentale importanza, per i ricercatori, avere l’opportunità di testare nuovi tipi di prevenzione o interventi per alleviare tale disturbo.
Come si sono svolte le ricerche?
Per lo studio, condotto dalla Johns Hopkins University of Medicine di Baltimora, i ricercatori guidati dal dottor B. Lee Peterlin, hanno effettuato esami neurologici su un gruppo di 52 donne, aventi la media di 5,6 mal di testa al mese. Inoltre, sono state esaminate anche 36 donne senza sintomi di emicrania. Ad ogni partecipante è stato prelevato un campione di sangue e registrato l’indice di massa corporea. I campioni di sangue venivano poi analizzati per uno specifico gruppo di lipidi, i ceramidi, che aiutano a regolare l’infiammazione nel cervello.
Quali risultati sono stati ottenuti?
I risultati hanno reso evidente che le donne affette da emicrania presentavano una diminuzione dei livelli di ceramidi, in confronto alle donne senza emicrania. In media, le donne colpite da emicrania episodica presentano circa 6 mila nanogrammi per millilitro di ceramidi nel sangue, mentre le donne non affette da emicrania ne presentavano ben 10.500. In sostanza, l’aumento dei livelli di ceramidi diminuisce il rischio di insorgenza di emicrania. Inoltre, è stato scoperto che altri due lipidi, appartenenti alla categoria sfingomielina, aumentano il rischio di insorgenza di emicrania.
Perché sono importanti i risultati ottenuti?
Le ricerche condotte, nonostante alcune limitazioni, sono state di fondamentale importanza per future diagnosi e cure dell’emicrania. Secondo i ricercatori, altri studi e ulteriori test in materia potrebbero aiutare a migliorare le ricerche ottenute.