Può capitare a tutti di dover medicare un’ulcera alla gamba, soprattutto quando ci si ritrova a dover assistere anziani con determinate patologie. Per questo motivo, risulta opportuno fissare alcuni concetti utili per eseguire le medicazioni in modo corretto. Vediamo insieme come fare.
Ulcera alla gamba: l’importanza del bendaggio
In primo luogo, prima di mettere in pratica un bendaggio, è opportuno conoscere le condizioni dell’apparato circolatorio del soggetto interessato dai sintomi dell’ulcera alla gamba mediante un esame diagnostico quale l’ecodoppler, prescrivibile dal medico.
Non si tratta di un eccesso di scrupolo! Ricordate che un bendaggio eccessivamente stretto può determinare la necrosi dell’arto, soprattutto in caso di pazienti anziani non in grado di comunicare il dolore o affetti da patologie particolarmente debilitanti.
In ogni caso, se vi doveste trovare a dover medicare una ferita di questo tipo, non avrete alternative. Il bendaggio costituisce infatti un passaggio fondamentale nella cura delle ulcere cutanee. In linea generale, il trattamento locale delle ulcere venose si pratica attraverso l’applicazione di medicazioni capaci di trattenere la ferita al giusto tasso di umidità: proprio per questo, il bendaggio risulta il metodo – ad oggi – più opportuno.
Attenzione, però. Un bendaggio eseguito male può infatti determinare gravi danni all’arto, portando addirittura alla morte del paziente. È questo il motivo per cui è consigliabile rivolgersi a un medico o un infermiere per effettuare questo tipo di trattamento. In ogni caso, è sempre bene saper eseguire un bendaggio, nel caso in cui si abbia a che fare con persone che soffrono di questo disturbo.
Attenzione ai bendaggi troppo stretti
Secondo un principio fisico applicato al bendaggio, la pressione è direttamente proporzionale alla tensione esercitata dalla benda ed è, invece, inversamente proporzionale alla circonferenza della gamba: dunque, la caviglia, avendo un raggio corto, risente in modo più evidente della pressione. La porzione del ginocchio, invece, essendo caratterizzata da un raggio più ampio, necessita di una maggiore tensione della benda.
Inoltre, la pressione applicata sull’arto interessato muta in funzione delle singole caratteristiche della benda poiché, come ben sappiamo, ogni benda possiede caratteristiche specifiche.
In particolare, il bendaggio determina un pressione che è espressione del materiale di cui si compone, del numero di strati utilizzati e dalla forma e dimensioni della gamba.
Secondo le linee guida internazionali, il miglior tipo di trattamento (trattamento di prima scelta) per ulcere venose semplici dell’arto consiste in bendaggi ad alta compressione a più strati con sufficiente imbottitura e capaci di sostenere la compressione per circa una settimana (bendaggio fisso).
In altre parole, i bendaggi quotidiani (bendaggio mobile della massima durata di 12/24h) non sono consigliabili e vanno presi in considerazione solo in casi peculiari, come quando vi è la presenza di infezioni conclamate che costringono a frequenti ispezioni dell’area e/o bassa aderenza alla terapia. Per queste ragioni, i centri specializzati nella cura delle ulcere optano per varie metodologie di bendaggio che non sono sempre replicabili. In alcuni casi, però, sempre sotto il controllo del proprio medico, medicare un’ulcera alla gamba è possibile. Vediamo come.
Come medicare un’ulcera alla gamba
Prima di tutto, la location in cui viene applicato il bendaggio deve risultare comoda, illuminata in modo giusto e riscaldata. Poi, il paziente deve potersi stendere su un letto ad un’altezza tale da permette che l’operatore possa lavorare in modo comodo.
Durante il bendaggio, il piede del paziente deve essere mantenuto in posizione a martello, ovvero a formare un angolo di 90° con la gamba e, laddove si bendino gli arti di soggetti anziani, risulta necessario proteggere bene la tibia, il tendine d’Achille e le sporgenze ossee con il cotone per evitare che le bende causino ulteriori ulcerazioni.
Se si deve effettuare un bendaggio, il primo step da considerare è relativo alla preparazione del materiale necessario. In particolare, per effettuare un bendaggio in modo corretto e in condizioni di perfetta igiene, è necessario avere a disposizione:
- Garze pulite
- Soluzione fisiologica
- Guanti monouso non sterili
- Traversa monouso impermeabile
- Pasta all’ossido di zinco
- Bende
Inoltre, prima della medicazione, è utile lavare la lesione con soluzione fisiologica e tamponare poi in modo delicato. Dopo questo passaggio, in alcuni casi, può risultare benefica l’applicazione di uno strato di pasta ad alto contento di ossido di zinco sulla pelle vicino alla ferita, allo scopo di evitare la macerazione dei bordi.
Talvolta, se il bendaggio per l’ulcera alla gamba rimane applicato per una settimana o più, la lesione può rilasciare dei fluidi che bagnano le bende e rendono l’ambiente umido: in questo caso la pelle risulta estremamente delicata e fragile, predisponendola a fenomeni erosivi.
Dunque, dopo aver deterso arto e lesione, indossate guanti puliti e applicate sulla ferita la garza impregnata. A questo punto, è possibile effettuare il bendaggio applicando la benda secondo un ordine prestabilito, generalmente in senso circolare e verso l’esterno rispetto al segmento da fasciare. Ricordate che la benda non ancora svolta deve stare al di sopra della fascia già svolta. E soprattutto, non dimenticate che la fasciatura si inizia sempre a livello del piede e mai della caviglia.
La fascia non deve mai essere piegata o fare grinze durante lo svolgimento e, ovviamente, se si utilizzano bende che si fissano mediante graffette, bisogna prestare attenzione a non ferire la cute. Infine, la sequenza da considerare per ottenere un bendaggio in tre strati è la seguente: cotone sulla pelle, benda per il fissaggio, benda terapeutica.
Insomma, medicare un’ulcera alla gamba non è mai semplice. E il trattamento, soprattutto, è generalmente lungo e richiede costanza e attenzione. Basti pensare che il tempo per la guarigione di un’ulcera di piccole dimensioni è di 12 settimane, mentre ulcere più grandi possono necessitare anche 9 mesi di trattamento. Inoltre, il 25% delle ulcere non si guarisce a 2 anni di distanza, benché il trattamento sia stato effettuato correttamente. Insomma, armatevi di pazienza. I risultati, seppur con calma, si vedranno.