Bellezza, a volte diventa un problema

Marco Cicirello | Blogger

Ultimo aggiornamento – 02 Aprile, 2015

E’ quasi banale ammetterlo: la bellezza piace e a tutti piace essere belli. Soprattutto in un mondo come il nostro, in cui il potere dell’immagine è sempre più forte, il tema della bellezza assume un ruolo di primo piano, influenzando vari aspetti della nostra vita di tutti i giorni. Effettivamente essere belli comporta alcuni vantaggi; ma non mancano aspetti negativi che forse non sempre riusciamo a immaginare – o vedere.

I fortunati che nascono con un aspetto attraente e affascinante vivono in una nuvola di compiacenza, o a volte pagherebbero per un po’ di semplicità?

Combinando i risultati di decenni di ricerche, le psicologhe sociali Lisa Slattery Walker e Tonya Frevert dell’Università del Nord Carolina hanno cercato di fare il punto della situazione su questo argomento, giungendo a risultati inaspettati.

Essere belli: i lati positivi.

Al livello più superficiale, tendiamo a pensare che la bellezza porti con sé un’aura di positività: guardiamo qualcuno di bell’aspetto e, per associazione, il nostro subconscio si convince che questa persona sia fortunata anche in altre cose. “E’ una caratteristica che possiamo constatare facilmente in molte delle nostre interazioni” dice Walker.
Per la psicologa, questo è quello che va definito “ciò che è bello è buono” e chi segue le serie tv non faticherà a pensare a personaggi che spadroneggiano grazie a fascino e bellezza: magari non sono particolarmente competenti in quello che fanno, ma il loro personaggio riesce sempre a spuntarla grazie al suo aspetto.

Ma questo non succede soltanto nelle fiction: le psicologhe Walker e Frevert hanno trovato tante ricerche che dimostrano che nel campo dell’istruzione, per esempio, gli studenti di bell’aspetto (sia a scuola che all’università) tendono ad essere giudicati più competenti e intelligenti. Questa tendenza continua a dare i suoi frutti con il passare degli anni: “C’è un effetto cumulativo” spiega Fervert. “Diventi più confidente , affidabile e hai più opportunità per dimostrare le tue competenze”.

Sul lavoro, il tuo viso può fare la tua fortuna: le persone più belle tendono a guadagnare più soldi e a proseguire verso le posizioni più alte, a differenza di quelle che vengono considerate meno attraenti. Uno studio dei laureati MBA ha trovato che c’era uno scarto del 10%-15% nei guadagni tra le persone più belle del gruppo – che sono riuscite a raggiungere cifre di 230.000 dollari nella loro vita. “Si tratta di accumulare dei vantaggi che ti vengono offerti nella vita, dalla scuola fino al posto di lavoro” dice Walker.

Anche in un tribunale, la bellezza può giocare i suoi poteri magici: imputati affascinanti tendono a ricevere pene più miti o a sfuggirne del tutto; le attrici più belle sono quelle che vincono più facilmente le loro cause e ottengono i risarcimenti più ingenti.

Essere belli: i lati negativi.

Se finora vi abbiamo mostrato i lati positivi della bellezza, adesso state per scoprire le circostanze in cui questa dote rivela il suo lato negativo. Se gli uomini più affascinanti tendono ad essere considerati leader carismatici, i pregiudizi sessisti tendono a farci cambiare idea nei confronti delle donne molto belle, rendendole meno adatte a quelle posizioni lavorative che necessitano di autorità. E come si può immaginare, va considerato anche il fattore competizione: una ricerca ha dimostrato che se veniamo esaminati da qualcuno del nostro stesso sesso, per esempio ad un colloquio di lavoro, ci sono meno probabilità di essere assunti se questa persona teme che tu sia più attraente di lei.

ThinkstockPhotos-508817907

Essere belli può compromettere anche le cure mediche. Questo perché tendiamo a collegare salute e bellezza, a pensare che chi è bello è anche sano. I dottori, quando hanno a che fare con un uomo o una donna di bell’aspetto, tendono a prendere meno sul serio le malattie, prestando meno attenzione rispetto a quella che dedicherebbero a persone meno attraenti.

Bellezza può significare anche solitudine. Uno studio del 1975, per esempio, spiega che si tende a prendere le distanze da una bella donna che si incrocia sul marciapiedi – forse per rispetto, ma ci si allontana comunque. “Essere belli porta con sé un’autorità visibile nello spazio in cui ci muoviamo che può allontanare le persone da noi” dice Frevert. E’ interessante che il sito di incontri OkCupid ha riportato che le persone con le immagini del profilo più impeccabili hanno meno probabilità di trovare un appuntamento rispetto a quelli con foto meno perfette, che forse intimidiscono di meno.

Perciò, come avrete già capito, la bellezza non è sicuramente un passaporto per la felicità (anche se aiuta). Frevert e Walker tendono a precisare che queste influenze non sono radicate nella nostra biologia, ma sono più superficiali. “Abbiamo degli ideali ben precisi in base ai quali stabilire se qualcuno e bello o no. E’ in base a quegli stessi ideali che associamo delle qualità” spiega Walker. E’ una scorciatoia del pensiero per una rapida valutazione, “come quei tasti di scelta rapida che usiamo e che non sempre sono molto affidabili”.

In ultima analisi, Frevert sottolinea che concentrarsi troppo sul proprio aspetto può essere dannoso se crea stress o ansia – anche per quelli che già partono avvantaggiati dalla loro bellezza. “Essere ossessionati dal proprio fascino può alterare le proprie esperienze e relazioni” spiega la psicologa. D’altronde può sembrare banale, ma nessuna dose di bellezza può compensare un brutto carattere. Come scrisse Dorothy Parker: “La bellezza è solo superficiale, mentre il brutto va pulito fino all’osso”.

 

Marco Cicirello | Blogger
Scritto da Marco Cicirello | Blogger

La scrittura è la mia personale visione del mondo. Penso che tutto ciò che riguarda gli uomini riguardi anche me e, grazie a Pazienti, posso parlare ogni giorno della cosa più importante della vita: la salute, sia quella fisica che quella mentale.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Marco Cicirello | Blogger
Marco Cicirello | Blogger
in Salute

112 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
Una persona si tiene il polso dolorante
Parestesia e ansia: quale collegamento? Ecco cosa sapere

Senti spesso formicolii e pensi che sia un problema circolatorio? Scopri come l'ansia può manifestarsi anche attraverso sintomi fisici come le parestesie.