Si direbbe che tra noi e i nostri gingilli elettronici ci sia una simbiosi crescente. Questione di abitudini? No, si direbbe qualcosa di.. molto più personale. È stato infatti scoperto che, tra una persona e il suo telefonino, esiste una stretta connessione microbiologica: su ogni cellulare vive la stessa popolazione di microbi che abita sul suo possessore.
Si chiama impronta microbiologica e la lasciamo sui nostri dispositivi tenendoli sempre con noi, usandoli di continuo in modo pressoché esclusivo. Più intimo di così?
Lo studio
Dobbiamo la scoperta ai laboratori della Oregon University. Il sequenziamento del Dna dei microbi presenti sullo schermo degli smartphone e dei microbi che abitano su pollice e indice dei loro proprietari ha prodotto risultati eloquenti. Una volta ottenuto l’identikit della popolazione batterica presente sui due campioni, confrontandole, si è visto che le due… praticamente coincidono!
Cosa dicono di noi i nostri telefonini?
Streptococchi, stafilococchi e corinebatteri spopolano sui nostri cellulari. Si tratta di batteri con cui si entra facilmente in contatto, e che abbondano sulla superficie liscia del telefonino nella misura in cui abbondano sulla nostra pelle. Una curiosità? Le donne lasciano un’impronta microbiologica molto più marcata degli uomini.
Quali applicazioni pratiche?
Si pensa ora alle possibili applicazioni pratiche dello studio. Secondo gli autori, siamo di fronte alla possibilità di “utilizzare gli effetti personali come strumento non invasivo per monitorare lo stato della nostra salute e il nostro contatto con l'ambiente circostante”.
Cellulari e altri effetti personali saranno i futuri indicatori del nostro stato di salute? L’idea oggi può sembrarci suggestiva, ma è pur sempre una strada possibile. Perché no?