Batteri intestinali possibili responsabili della celiachia

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 12 Ottobre, 2015

La celiachia è una malattia immunitaria, che causa intolleranza al glutine, una proteina che si trova nei chicchi, come:

  • segale,
  • frumento,
  • orzo.

Cosa provoca la malattia celiaca?

Quando un soggetto affetto da malattia celiaca assume il glutine, il sistema immunitario scatena una risposta che causa danni all’intestino tenue, quali:

  • dolore,
  • diarrea,
  • gonfiore e spossatezza.

Quali sono le cause della celiachia?

Nonostante le esatte cause siano sconosciute, è noto che alcune mutazioni genetiche siano responsabili dell’insorgenza della malattia celiaca.

Come è stata condotta la ricerca?

Nel tentativo di capire le cause della malattia, il capo della ricerca, la dottoressa Elena F. Verdu, dell’Istituto di Ricerca della Salute Intestinale, della University of Canada, ha osservato la risposta del sistema immunitario al glutine, al variare della flora batterica intestinale, nei topi intolleranti al glutine.

Il team ha studiato tre gruppi di topi, tutti con il gene DQ8 espresso, presente anche negli umani e che li rende geneticamente intolleranti al glutine. Ogni gruppo di topi era caratterizzato da una flora batterica intestinale differente:

  • senza flora batterica,
  • esente da organismi patogeni specifici (SPF), in particolare senza Proteobacteria,
  • con organismi patogeni specifici, incluso stafilococco, streptococco e Helicobacter.

Cosa ha evidenziato lo studio?

I ricercatori hanno esposto al glutine ogni gruppo di topi e i risultati più importanti sono stati ottenuti con il gruppo di topi senza flora batterica, nel quale si sono evidenziati:

  • alti livelli di linfociti intraepiteliali nell’intestino, segno evidente della celiachia, assenti nei topi esenti da SPF;
  • aumento dei livelli di morte cellulare degli enterociti;
  • alterazioni dei villi intestinali;
  • sviluppo di anticorpi in risposta ad un componente del glutine, detto gliadina.

Il team ha inoltre scoperto che la patologia glutine indotta era sospesa nei topi esenti da organismi patogeni specifici, ma che la situazione cambiava all’introduzione dell’Escherichia coli, di un paziente affetto da celiachia.

Infine, il gruppo di topi con gli organismi patogeni specifici convenzionali ha dimostrato una maggiore patologia glutine indotta rispetto ai topi esenti da SPF. Pertanto il team ha pensato di investigare maggiormente sulla presenza dei Proteobacteria, come Escherichia coli e Helicobacter.

Quali sono stati i risultati ottenuti?

La dottoressa Verdu ha affermato: “Questi studi dimostrano che il disturbo delle prime colonizzazioni microbiche e l’introduzione della disbiosi, caratterizzata dai Proteobacteria, aumentano la gravità della risposta al glutine nei topi geneticamente predisposti all’intolleranza. L’importanza dei dati raccolti ha messo in evidenza che l’aumento della celiachia, negli ultimi 50 anni, potrebbe essere causata, in parte, dall’interferenza dell’equilibrio della flora batterica intestinale. Pertanto, le terapie specifiche macrobiotiche potrebbero aiutare nella prevenzione e nella cura della celiachia nei soggetti a moderato rischio genetico“.

Come sono stati accolti questi studi?

In un editoriale legato allo studio, il dottor Robin G. Lorenz, della University of Alabama a Birmingham, ha fatto notare che, sebbene queste ricerche suggeriscano che la presenza del Proteobacteria potrebbe essere importante nella celiachia, i risultati non fanno pensare che questo batterio possa esserne la causa. Per contro, ha suggerito che è proprio il Proteobacteria in qualche modo a migliorare la risposta immunitaria al glutine o alla gliadina.

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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