Aumentano i batteri resistenti ai farmaci, ma non ci sono nuovi antibiotici disponibili

Benedetta Borzillo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 03 Luglio, 2014

Aumentano i batteri resistenti ai farmaci. Questa la diagnosi allarmante del WAAAR (World Alliance Against Antibiotic Resistance), che avverte: il pericolo cui andiamo incontro è grave, urgente e ci riguarda tutti. Ma come invertire la rotta? E concretamente, a che pericolo andiamo incontro se nulla cambierà?

Vediamo di dare una risposta agli interrogativi più urgenti.

Perché i batteri diventano resistenti?

La resistenza batterica si sviluppa come una selezione naturale: se l’uomo oppone sempre lo stesso principio contro i batteri, piano piano questi imparano a resistervi.

Ma i batteri imparano a difendersi dagli antibiotici, anche perché spesso le cure sono discontinue o interrotte a metà. Le cause? Vuoi per leggerezza, vuoi perché manca un accesso continuo alle cure. Solo che, così facendo, è come se vaccinassimo i batteri ai nostri farmaci.

Non ci sono nuovi antibiotici

Mentre i batteri multi-resistenti aumentano, la ricerca non sembra però aver prodotto altrettanto velocemente nuovi antibiotici, che siano in grado di contrastare i nuovi batteri.

Cosa rischiamo davvero?

Nientemeno che l’essere indifesi. Se i nostri farmaci non tornano ad essere efficaci, avremo sempre meno difese contro le patologie batteriche, anche le più gravi.

Già oggi i casi di resistenza agli antibiotici si diffondono, e si stima che ogni anno siano circa 25.000 in Europa le morti legate a patologie, per le quali le terapie disponibili sono state inefficaci.

8 azioni ora

Queste le azioni prioritarie, proposte dal WAAR per invertire la rotta:

  1. Informazione: è necessario prendere coscienza tutti dell’esistenza e della gravità del problema
  2. Azione coordinata: servono piani nazionali di lotta contro la resistenza dei batteri e un’azione coordinata a livello internazionale
  3. Garantire le cure: ovunque e a tutti deve essere garantito l’accesso continuo agli antibiotici efficaci
  4. Prudenza: l’uso degli antibiotici deve essere prudente; i test diagnostici devono diventare una routine, per agire subito col farmaco giusto
  5. Monitoraggio e controllo dell’uso, del tipo e dei casi di resistenza agli antibiotici
  6. Programmi educativi
  7. Piano di contenimento dei contagi e prevenzione delle infezioni
  8. Serve dirlo? Ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici

 

C’è chi dice Unesco

La WAAR lancia infine la sfida all’Unesco, chiedendo che il concetto di antibiotico sia iscritto nel Patrimonio Culturale Mondiale dell'Umanità.

Non resta da dire che tutte le azioni utili sono benvenute. Noi pazienti per primi possiamo introdurre dei cambiamenti nella nostra routine, ad esempio non interrompendo le cure e diffondendo l’informazione.

Benedetta Borzillo | Blogger
Scritto da Benedetta Borzillo | Blogger

Scrivo, leggo, insegno e... ancora scrivo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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