Durante le torride giornate estive, la tentazione di tuffarsi in mare anche dopo aver consumato un abbondante pasto con gli amici è spesso irrefrenabile, così come quella di rinfrescarsi con una bevanda ghiacciata per alleviare la sensazione di caldo, ma bisogna prestare attenzione a non correre eccessivi azzardi, perché tali scelte possono portare a congestione, che è causa di malori anche piuttosto gravi, come l’affogamento (anche se, è bene sottolinearlo, una congestione in acqua così grave da portare a perdita dei sensi, affogamento, o morte, è evenienza assai rara e più imputabile ad altri fattori, come l’imperizia, il mare mosso, il consumo di alcolici e il mancato controllo dei genitori nei riguardi di bambini non ancora in grado di nuotare o di nuotare bene).
Sebbene sia certo che una digestione non compiuta e un conseguente bagno in mare possano portare a congestione, la variabilità dei fattori che collegano pasti e bagno al mare (o lago, o piscina) è talmente vasta che non vi è una regola definita per il tempo di attesa tra la fine di un pasto e il successivo tuffo in acqua: nelle varie culture il tempo di attesa è ad esempio variabile; si va dalle due ore ‘italiane’, ai trenta minuti suggeriti dagli anglosassoni alle tre ore consigliate dai cubani.
La digestione, però, è uguale a tutte le latitudini, e la sua durata dipende da fattori come l’età, la quantità e la qualità del pasto. La grande labilità di questi fattori che variano da persona a persona, non rende il fenomeno descrivibile in maniera oggettiva da alcuna tesi o supporto scientifico, ma è bene utilizzare il buon senso per evitare di incorrere in spiacevoli incidenti digestivi.
Cos’è la congestione?
La congestione è un blocco intestinale conseguente all’interruzione delle funzioni digestive, che avviene nel momento in cui le energie coinvolte nelle funzioni dell’apparato digerente vengono spostate su altri organi o apparati per sopperire a sforzi fisici o bruschi cambi di temperatura corporea.
Il bagno in mare è una di quelle situazioni in cui il nostro corpo, a causa dello sbalzo termico tra la temperatura corporea e quella dell’acqua, sposta il sangue verso la periferia del corpo, ovvero verso l’epidermide, in modo che la temperatura basale rimanga costante. Se si aggiunge il fatto che nel nuoto a richiedere energie è anche l’apparato motorio, sarà facile intuire come con un bagno in mare a digestione non ancora completata, non vi possa più essere sangue a disposizione per le funzioni dell’apparato digerente che, privo di risorse, si blocca.
Come riconoscere una congestione?
I tipici sintomi della congestione comprendono ovviamente quelli legati all’apparato digerente, tra cui:
Ve ne sono anche di generalizzati:
- vertigini
- debolezza
- spossatezza
- mal di testa
- annebbiamento della vista
Come prevenire la congestione?
Un bagno in mare dopo i pasti non è necessariamente garanzia di malore; in generale, sarebbe meglio attendere due ore dopo il consumo di ogni pasto, ma non vi è un tempo prestabilito che possa andare bene per tutti, poiché i processi digestivi variano da persona a persona, per motivi fisiologici, ambientali, di orario, ma anche a seconda della quantità e del tipo di cibo ingerito.
Una digestione serena sarà facilitata se eviterete cibi ricchi di grassi e proteine (che necessitano di una digestione lunga e laboriosa), favorendo invece carboidrati cucinati in maniera semplice e consumati in un luogo fresco ed ombreggiato.
Cosa fare in caso di congestione?
Se si ha a che fare con una persona colpita da congestione, la prima cosa da fare è chiamare i soccorsi. Il primo soccorso in attesa dell’ambulanza richiede di far stendere il malato in posizione supina (meglio se con le gambe sollevate) e in luogo al riparo dal sole o da altra fonte di calore, bagnando con frequenza la fronte del soggetto con un panno imbevuto d’acqua a temperatura ambiente e provvedendo a idratarlo mediante l’assunzione di bevande zuccherine in piccole quantità.
Se l’episodio è di modesta entità e non richiede il ricovero in ospedale, è importante ricordare di ripristinare le funzionalità corporee della persona mediante la somministrazione di sali minerali o di una bevanda calda come la camomilla, sia per alleviare i crampi allo stomaco, sia per reintegrare le sostanze perse con la sudorazione.