La scoperta viene da Edimburgo: dopo l’analisi di 10.000 soggetti sani, i ricercatori hanno scoperto che i geni correlati a migliori abilità cognitive, sono gli stessi geni connessi all’insorgere di ASD (Autism Spectrum Disorders).
ASD è un termine-ombrello che descrive svariati disturbi: non solo autismo, ma anche sindrome di Asperger e poi altri disturbi dello sviluppo neurologico. Gli ASD hanno in comune: difficoltà di comunicazione, deficit sociali, comportamenti ripetitivi e interessi ossessivi.
Ci sono molte ragioni che suggeriscono un qualche collegamento tra ASD e abilità intellettive. Il 75% dei soggetti autistici ha un quoziente intellettivo inferiore a 70. Ma spesso chi soffre di ASD ha un’intelligenza non verbale normale, se non addirittura superiore alla media. Un’intelligenza di serie B? Tutt’altro: l’intelligenza non verbale è quella che ci rende capaci di risolvere problemi, usando le nostre abilità razionali anche a prescindere dal linguaggio.
Stupisce che, nonostante queste evidenze, non si fosse mai seriamente indagato il legame genetico tra abilità cognitive e DSA. Almeno fino ad oggi.
Lo studio
Con l’analisi dei 10.000 cittadini scozzesi, scelti tra la popolazione generale, l’Università di Edimburgo e il Queensland Institute for Medical Research hanno messo a confronto DNA e abilità cognitive e hanno scoperto che:
- chi possiede concreti fattori di rischio genetico per ASD ha anche migliori abilità cognitive, memoria logica e intelligenza verbale;
- questo significa che i soggetti sani, che possiedono però i geni associati all’autismo, tendono ad avere risultati più brillanti nei test cognitivi.
Lo studio è stato ripetuto e di nuovo è emerso questo collegamento tra intelligenza e geni associati ad ASD.
Insomma, l’autismo colpisce solo le persone intelligenti?
È più corretto dire che le persone intelligenti talvolta sono tali, proprio perché possiedono i geni connessi all’autismo, senza però esprimere la patologia.
“I geni associati all’autismo possono conferire un piccolo vantaggio cognitivo in quanti li posseggono, senza però essere affetti da autismo”, spiega il prof. Nick Martin, autore dello studio.
E se ci fosse un’intelligenza autistica che ancora non abbiamo compreso?
“Quanto più capiremo come le varianti genetiche associate all’autismo impattano sul funzionamento del nostro cervello, tanto più capiremo la natura dell’intelligenza autistica”, aggiunge il dott. Tony-Kim Clarke. Insomma, la ricerca potrà dare risposte importanti nei prossimi anni.
Per saperne di più ascolta il podcast sull'autismo.