9 milioni di morti premature nel mondo, il 92% delle quali in paesi poveri o a rapido sviluppo economico. Un numero, com’è stato scritto, pari a 15 volte le vittime delle guerre e oltre 3 l’impatto di tubercolosi, Aids e malaria.
Questo il preoccupante bilancio, che emerge dal rapporto della Lancet Commission on Pollution & Health, pubblicato e firmato dalla Global Alliance on Health and Pollution e dell’Icahn School of Medicine of Mount Sinai (New York).
Pur mancando dati che consentano di tracciare un quadro analitico e preciso della realtà italiana sulla mortalità e sull’incidenza di malattie associate all’inquinamento atmosferico, è ormai sotto gli occhi di tutti un’evidente relazione tra cambiamenti climatici ed emissioni di gas serra.
Quello che forse sfugge a molti è l’elevato tributo sociale ed economico di tali malattie, che nei paesi ad alto reddito può far lievitare la spesa sanitaria dell’1,7% e comportare a livello globale perdite per oltre 4 miliardi e mezzo di dollari.
È sempre la prestigiosa rivista Lancet a lanciare un altro allarme: uno studio condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra e della Duke University su 119 volontari londinesi ultrasessantenni, sani o con situazioni stabili di broncopneumopatia cronica ostruttiva o cardiopatia ischemica, ha dimostrato che anche una breve esposizione all’inquinamento generato dal traffico può annientare gli effetti positivi su cuore e polmoni di una passeggiata di un paio d’ore.
Sorge allora spontaneo un interrogativo: cosa fare nella propria quotidianità, visto che la gestione dei gravosi problemi ambientali esula dalle possibilità del singolo cittadino?
Per chi risiede in grandi centri urbani, molto dipende dal contesto abitativo, ma non è il caso di gettare la spugna né tantomeno di giustificare il proprio ritiro a una vita assolutamente sedentaria.
Accanto a uno stile di vita corretto e il più possibile equilibrato in abitudini alimentari, ricco di stimoli emotivi e psicofisici (quindi attività fisica, attività culturali e cognitivo-formative) è possibile ricorrere quotidianamente a una supplementazione di un mix completo di antiossidanti: vitamina E, vitamina C, L-glutatione, N-acetil-L-cisteina, resveratrolo, Olivo, Pepe nero e i metalli Selenio, Zinco, Rame.
Questi principi proteggono le membrane cellulari dall’ossidazione e modulano la produzione di sostanze pro-infiammatorie, quali prostaglandine e citochine, preservano l’elasticità delle membrane cellulari prevendone la degenerazione, proteggono dai danni ossidativi il nucleo delle cellule e i loro componenti.
Contrastare lo stress ossidativo comporta effetti che iniziano nel piccolo della cellula e nelle reazioni biochimiche cellulari, ma sono riscontrabili e valutabili a livello macro per tutte le patologie infiammatorie cronico-degenerative: artrosi ed artrite, fenomeni di asma, bronchite.
Si ottiene un effetto protettivo su ipertensione. Ma non solo: gli effetti si estendono ad allergie e infezioni croniche; e proteggono da insulinoresistenza, ipercolesterolemia, ed iperlipidemia.
Per questa ragione, molti specialisti consigliano l’assunzione di integratori alimentare in cui le vitamine C ed E, il Selenio, lo Zinco e il Rame contribuiscono alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. La vitamina C, il Selenio, lo Zinco e il Rame contribuiscono inoltre alla normale funzionalità del sistema immunitario.
Fonte: IMO – Istituto di Medicina Omeopatica.