L’aterosclerosi è una condizione patologia caratterizzata dal progressivo restringimento del calibro di un vaso, a causa della formazione di placche. Purtroppo, almeno in un primo momento, la condizione può apparire asintomatica. Tuttavia, col tempo, il minore afflusso di sangue può avere complicanze serie e causare coronopatie, ictus o problemi renali.
In particolare, quando l’aterosclerosi interessa vasi importanti per l’irrorazione del cervello può sopraggiungere una condizione nota come vasculopatia cerebrale.
Ricordiamoci infatti che il cervello è un organo molto esigente e richiede la giusta quantità di nutrienti (soprattutto glucosio) per il suo corretto funzionamento. Quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si riduce, a causa proprio della vasculopatia cerebrale, possono verificarsi danni cerebrali più o meno gravi.
Vediamoli insieme.
Quando il colesterolo restringe i vasi
Una delle principali cause associati alla vasculopatia cerebrale è sicuramente l’aterosclerosi. In questo caso, gli elevati livelli di colesterolo, associati a fenomeni infiammatori ricorrenti, provocano il progressivo restringimento del calibro dei vasi che può bloccare – in parte o completamente – l’afflusso di sangue, con conseguenze potenzialmente fatali.
Ricordiamo, inoltre, che gran parte della popolazione cellulare presente nel cervello non può essere sostituita, la perdita di neuroni attivi può seriamente compromettere la sopravvivenza delle persone affette da vasculite.
Come riconoscere una vasculopatia cerebrale: i sintomi
La vasculopatia cerebrale è una condizione insidiosa perchè molto spesso non è associata ad alcun sintomo particolare. È comunque possibile riuscire a cogliere alcuni segnali legati a un ostruzione di un vaso deputato all’irrorazione del cervello.
Al di là delle differenze individuali, i segni e i sintomi della vasculopatia cerebrale comprendono:
- Improvviso mal di testa
- Paralisi di una metà del corpo (emiplegia)
- Formicolio
- Perdita di equilibrio
- Difficoltà motorie
- Problemi di vista
La presenza di un quadro sintomatologico richiede immediatamente l’attenzione di uno specialista, dal momento che le complicanze di una vasculopatia cerebrale possono essere molto gravi.
I vasi colpiti da vasculopatia cerebrale sono più esposti allo sviluppo di piccoli coaguli, che possono ulteriormente bloccare l’afflusso di sangue e provocare un’ischemia cerebrale.
Inoltre, si teme che la vasculopatia cerebrale nell’anziano possa contribuire allo sviluppo di forme di demenza. Questo potrebbe essere conseguenza di un danno esteso a vaste aree, che compromette la capacità del cervello di immagazzinare e associare pensieri e ricordi.
Vasculopatia: c’è una cura?
Ovviamente, il trattamento specifico è legato alla gravità della condizione. Tuttavia l’obiettivo comune resta quello di favorire una migliore circolazione sanguigna a livello cerebrale.
Pertanto è possibile che siano prescritti farmaci per ridurre i livelli di colesterolo o stabilizzare la pressione arteriosa.
Nei casi più gravi, quando l’arteria si presenta quasi del tutto ostruita, potrebbe essere consigliabile sottoporsi ad un intervento di angioplastica. Con questo intervento, si provvede ad eliminare le placche che ostruiscono il vaso, o si inserisce uno stent per aumentarne il calibro.
Insomma, la vasculopatia cerebrale è certamente una condizione da non sottovalutare, rappresentando la terza causa di morte dopo il cancro e l’infarto.