ASSUME THAT I CAN: il video virale per abbattere gli stereotipi sulla Sindrome di Down

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 08 Aprile, 2024

Ragazza con sindrome di Down in un negozio di fiori

Il 21 marzo ricorre la World Down Syndrome Day (WDSD), ovvero la Giornata Mondiale della Sindrome di Down, nata quando le Nazioni Unite hanno dedicato ufficialmente un giorno per la celebrazione e la sensibilizzazione di questa condizione. 

La scelta non è stata casuale: il numero della data rappresenta simbolicamente la trisomia del cromosoma 21, che costituisce la causa principale della sindrome di Down (caratterizzata dalla presenza di 3 copie del cromosoma 21 anziché 2).

L’associazione italiana CoorDown, in collaborazione con un’agenzia creativa, la Small New York, la National Down Syndrome Society e altre realtà internazionali, ha realizzato un video di sensibilizzazione con l’attrice Madison Tevlin come protagonista.

Il video, che abbatte gli stereotipi sulla sindrome di Down con un messaggio provocatorio volto a portare lo spettatore a riflettere, è diventato virale sulle piattaforme social in pochissimo tempo.

La campagna di sensibilizzazione

Attivo dal 1987 e formalmente costituito nel 2003, CoorDown si impegna a promuovere la conoscenza delle potenzialità delle persone con sindrome di Down, facilitando la loro inclusione nella scuola, nel lavoro e nello sport e rappresenta l'organismo ufficiale per le questioni e i diritti delle persone con sindrome di Down presso le istituzioni.

Inoltre, promuove due importanti eventi di sensibilizzazione e raccolta fondi ogni anno: la Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down (ogni seconda domenica di ottobre) e la Giornata Mondiale sulla sindrome di Down.

Come si legge dal loro comunicato relativo alla campagna di sensibilizzazione, ASSUME THAT I CAN (“parti dal presupposto che io possa farcela”) è un invito a sfidare i pregiudizi e ad appoggiare il potenziale concreto di ogni persona con sindrome di Down.

Questi ostacoli posti in partenza dalla società, infatti, agiscono sulle persone affette dalla sindrome come confini invalicabili, limitando le opportunità e il pieno coinvolgimento nella scuola, nel lavoro, nello sport, nelle relazioni sociali e affettive.

Da dove è nata l’idea? Da due spunti: il discorso Marta Sodano, una donna di 29 anni con sindrome di Down, e dal concetto di “profezia autoavverante” da lei menzionato.

"Nella psicologia, ho scoperto l'esistenza di un concetto chiamato 'profezia autoavverante', noto in inglese come self-fulfilling prophecy. Questo concetto spiega come le credenze di una persona possano influenzare il modo in cui si comporta, dando origine a una situazione che conferma le aspettative iniziali. 

Ad esempio, se un insegnante ritiene che uno studente non possa capire, potrebbe comportarsi di conseguenza, non spiegare adeguatamente e, di conseguenza, confermare questa convinzione. 

Personalmente, non credo che ci siano concetti facili o difficili. Credo che ci sia sempre un modo semplice per spiegare le cose. Quando penso alle situazioni in cui non mi sono state fornite spiegazioni adeguate, provo frustrazione."

Questa è una parte del discorso di Marta Sodano, che ha espresso le sue difficoltà nell'ambiente scolastico durante un discorso alle Nazioni Unite.

La self-fulfilling prophecy è un concetto sociologico e psicologico introdotto per la prima volta dal sociologo statunitense Robert K. Merton nel 1948: descrive il fenomeno per cui le convinzioni e le aspettative delle persone possano influenzare gli eventi in modo tale che la previsione iniziale diventi realtà.

Questo non è solo un processo mentale astratto, ma ha effetti tangibili nella vita quotidiana e influenza le dinamiche sociali.

Nel film realizzato per la campagna, la protagonista, una giovane donna con sindrome di Down interpretata da Madison Tevlin, sfida le basse aspettative che gli altri hanno su di lei e propone un cambio di prospettiva: inizialmente, coloro che la circondano pensano che non possa bere un Margarita, praticare boxe, studiare Shakespeare, vivere da sola o raggiungere obiettivi importanti.

Tuttavia, a metà del film, c'è una svolta: la protagonista invita tutti a pensare in modo diverso e ad utilizzare in modo positivo la profezia autoavverante. Se si crede in lei, se le si dà fiducia, potrà avere un impatto positivo e, forse, anche raggiungere traguardi inaspettati.

Questa proposta di cambiamento del punto di vista va oltre la semplice denuncia dei diritti negati e richiama all'azione di chiunque voglia lottare attivamente per un’inclusività autentica, che sia in grado di coinvolgere tutte le persone.

L’attrice protagonista: Madison Tevlin

Madison Tevlin si è fatta conoscere al grande pubblico all'età di 12 anni, nel 2015, quando la sua interpretazione di All of Me di John Legend su YouTube è diventata virale.

Nata e cresciuta a Toronto, Madison è ora una modella, un'attivista e un'attrice. In Who Do You Think I Am?, un programma televisivo, Tevlin intervista ospiti che hanno anche sperimentato pregiudizi e rappresentazioni scorrette su una varietà di temi.

È la prima persona con la sindrome di Down a essere stata nominata dai Canadian Screen Award per Best Host, Talk Show or Entertainment News.

Ha dichiarato che uno dei suoi obiettivi principali è sfidare i fraintendimenti, presentando la sua storia personale come persona che ha ancora passioni, talenti e obiettivi da perseguire, ed è in grado di fare molto di più di quanto le persone tipicamente si aspettino da lei sulla base della sua disabilità.

Madison, intervistata da Etalk, è entusiasta e incredula per il successo del video, percepisce tantissime energie positive ed è contenta che tante persone possano immedesimarsi in una situazione che a lei capita di vivere quotidianamente.

Inoltre, e lo afferma proprio in quanto persona affetta da sindrome di Down, ribadisce un messaggio molto importante: la sua condizione è l’aspetto meno interessante della sua persona, perché sì, è una parte di lei, ma non è l’unica cosa su cui ci si dovrebbe soffermare.

 

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

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