250 mila persone, solo in Italia, sono colpite da artrite psoriasica. I più esposti a questa malattia autoimmune sono i soggetti tra i 30 e i 50 anni, sia donne che uomini.
La malattia, dal suo esordio e col passare del tempo, presenta 6 manifestazioni cliniche, colpendo sia la cute sia le articolazioni. Mediamente, quasi 1 paziente su 2, agli inizi, manifesta la forma oligoarticolare.
“L’artrite psoriasica oligoarticolare non è oligosintomatica. Il fatto che colpisca un numero limitato di articolazioni può portare erroneamente a considerarla una forma meno grave, sottovalutandola e sotto-diagnosticandola”, – afferma il prof. Roberto Caporali, Associato di Reumatologia, Università di Pavia e Responsabile Early Arthritis Clinic della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.
“A torto, perché riguarda una quota significativa di pazienti, può avere manifestazioni cliniche importanti con un impatto rilevante sulla qualità di vita e può, inoltre, associarsi a comorbilità. Per questo, diagnosticarla correttamente e precocemente, valutando l’appropriato intervento terapeutico, rappresenta oggi una priorità nella cura della patologia”.
La forma oligoarticolare dell’artrite
Per prima cosa, mai sottovalutare sintomi come dolore e gonfiore agli arti. Quando i primi segni sono, invece, cutanei è bene rivolgersi al dermatologo – e poi dal reumatologo. La cooperazione tra le due figure specialistiche è necessaria per una diagnosi precoce della malattia.
Importante è anche la giusta sensibilizzazione del paziente, che non deve trascurare i campanelli d’allarme; per questa ragione, Celgene Italia – società farmaceutica globale impegnata principalmente in ricerca, sviluppo e commercializzazione di terapie innovative per il trattamento di neoplasie e patologie infiammatori – si fa promotrice di una campagna di informazione rivolta a tutti i pazienti.
Le manifestazioni della malattia
Come si manifesta l’artrite psoriasica? Con:
- gonfiore di mani e piedi;
- gonfiore graduale di polsi, caviglie e spalle;
- rigidità articolare;
- dolore alla colonna vertebrale;
- infiammazione di legamenti e tendini
- scarsa mobilità;
- psoriasi a placche;
- alterazione delle unghie.
La forma oligoarticolare è, dunque, una sorta di sottotipo, ahimè, poco considerato. Il paziente riporta sia danni alle articolazioni, sia manifestazioni cutanee su volto e mani, molto spesso.
Quali sono i fattori di rischio?
Ad oggi, non è nota l’eziologia dell’artrite psoriasica. Si riflette su fattori ambientali e genetici – si parla, infatti, di predisposizione familiare alla malattia. Inoltre, può essere scatenata da una patologia infettiva, come un’infezione della gola causata da streptococco.
Come si effettua la diagnosi precoce?
Grazie alle linee guida del Gruppo per la Ricerca e la Misurazione della Psoriasi e dell’Artrite Psoriasica (GRAPPA – Group for Research and Assessment of Psoriasis and Psoriatic Arthritis), è possibile una diagnosi precoce.
“La diagnosi precoce è cruciale per prevenire l’insorgere di disabilità funzionale a lungo termine e assicurare una gestione ottimale dell’artrite e delle principali comorbilità… Gli esperti hanno sancito che dovrebbero essere sviluppate migliori strategie, tra cui iniziative educazionali e cliniche inter-specialistiche, per implementare la conoscenza, la comunicazione e lo screening per reumatologi, dermatologi, medici di medicina generale e tutti i professionisti che si occupano dei pazienti affetti da PsA, con l’obiettivo di promuovere, appunto, una diagnosi precoce” – afferma il prof. Roberto Caporali.
Come si cura oggi l’artrite psoriasica?
Secondo le linee guida europee della Lega Europea Contro le Patologie Reumatiche, la cura ha lo scopo della remissione della malattia. I csDMARDs – farmaci convenzionali anti-reumatici – non sono sempre ottimali, con una percentuale alta anche di scarsa tollerabilità (75% dei pazienti interrompe le cure per questa ragione).
Pare, poi, da un’analisi sperimentale su sotto-gruppi della PsA, che il metotrexato è in grado di migliorare la condizione delle articolazioni in quota inferiore nei pazienti oligoarticolari rispetto a quelli poliarticolari.
Gli studi condotti sinora, dimostrano che una cura come Apremilast – una small molecule che si somministra per via orale (a differenza delle altre terapie disponibili, che hanno formulazione iniettabile), “potrebbe essere efficace su più manifestazioni cliniche, in particolare l’artrite periferica, la psoriasi a placche, l’entesite, la dattilite e la psoriasi ungueale. La terapia offre, inoltre, un buon profilo di tollerabilità e sicurezza anche in presenza di comorbilità“.
Staremo a vedere, fiduciosi nei progressi della scienza e della ricerca!