Una corretta alimentazione, lo sappiamo, previene le malattie e ritarda l’invecchiamento. Secondo l’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) uno stile di vita adeguato e una dieta equilibrata possono evitare la comparsa di un caso di cancro su tre e in più prevengono altri problemi come il diabete, l’infarto e l’obesità.
Al primo posto, nella dieta consigliata dai medici, troviamo frutta e verdura. Ma ora, oltre ai prodotti classici, arriva in tavola anche un nuovo superpomodoro di forma quadrata e con una aumentata capacità di prevenire i tumori, le malattie cardiovascolari e contrastare l’invecchiamento. Queste proprietà derivano dall’alta concentrazione di licopene, un carotenoide che ha proprietà antiossidanti e protettive rispetto a queste patologie. Il superpomodoro contiene il 50% di licopene in più rispetto all’ortaggio tradizionale.
In più si tratta di un prodotto italiano, naturale e non modificato geneticamente, precisa la Coldiretti.
Questa varietà viene coltivata in strutture agricole lombarde e dell’Emilia Romagna per essere poi trasformata in passate e polpe ad alta concentrazione di licopene.
“Il suo contenuto e la capacità di assorbimento – spiega la Coldiretti – aumentano, infatti, considerevolmente in tutti i derivati del pomodoro, poiché la cottura del frutto (sia casalinga sia industriale) risulta positiva per la stabilità della molecola. Varie ricerche dimostrano che il corpo può assorbire più efficacemente il licopene – assicura Coldiretti – dopo che è stato trasformato in succhi, sughi e concentrati”.
Il pomodoro è uno dei condimenti preferiti dagli italiani e simbolo del made in Italy e rappresenta un grosso giro d’affari. Per questo a competere con i produttori italiani è arrivata anche la Cina.“Purtroppo in Italia – commenta Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia – esiste anche un problema di importazione di pomodoro cinese. Dalle navi sbarcano pomodori da rilavorare e inscatolare come prodotto italiano perché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento ma non quello di coltivazione del pomodoro”.
Un problema molto serio che andrebbe regolato con più severità per garantire la salute dei consumatori e l’affidabilità del made in Italy.