In questa settimana di diffusione del SARS-CoV-19 in Italia, si parla spesso di soggetti a rischio, verso i quali ha senso prendere precauzione ulteriori: si tratta soprattutto degli anziani, una delle categorie più fragili insieme ai pazienti oncologici e immunodepressi. I pazienti di età superiore ai 65 anni, infatti, rischiano di contrarre il nuovo coronavirus in maniera più aggressiva, per via della senescenza del loro sistema immunitario e la predisposizione a malattie croniche.
Più attenzione agli anziani
I pazienti ultrasessantenni richiedono dunque attenzioni più mirate, perché corrono maggiormente il rischio di sviluppare complicazioni. Il loro sistema immunitario risulta più debilitato per via dell'anzianità; inoltre, la loro predisposizione a malattie croniche comporta trattamenti farmacologici a lunga durata che arrivano a debilitare ulteriormente il sistema immunitario.
L’infezione causata dal nuovo coronavirus, come sappiamo, può far insorgere anche la polmonite. Pertanto i pazienti anziani, che solitamente risultano più suscettibili a contrarre polmoniti di qualsiasi tipo, risultano maggiormente a rischio anche per il coronavirus. Questo accade per diversi fattori: la già citata immunosenescenza, ossia le ridotte capacità difensive del sistema immunitario in tarda età, comporta una minor capacità di rispondere alla infezioni e anche una ridotta capacità a carico dell’epitelio respiratorio di detergere le sostanze patogene.
I pazienti anziani, dunque, che soffrono anche di patologie polmonari, oncologiche e cardiovascolari sono i soggetti più a rischio di contrarre polmonite a seguito di coronavirus e la categoria con il tasso di mortalità più elevato. Attenzione, quindi, se si soffre di diabete, insufficienza respiratoria cronica e ipertensione. Per questo, aumentare le precauzioni e la protezione verso questi soggetti è quantomai giusto e necessario in questo momento.
I dati sulla questione ci derivano da uno studio pubblicato dal Chinese Journal of Epidemiology, il maggiore studio in ambito di epidemiologia e realizzato in Cina su un campione di oltre 70mila casistiche.
In particolare, se il tasso di mortalità si aggira sullo 0,2% in pazienti fino a 39 anni, allo 0,4% per la fascia 40-49, e aumenta lievemente a 1,3% per la fascia 50-59, ecco che per le fasce oltre i sessanta, riporta 3,6% (fascia 60-69), 8,9% (fascia 70-79) e schizza al 14,8% per i pazienti oltre gli 80 anni.
Le precauzioni dalla società italiana di geriatria e gerontologia
Dunque, oltre a mettere in pratica le misure preventive valide per tutte le fasce d'età, è fondamentale dedicare precauzioni maggiori ai soggetti particolarmente fragili come gli anziani.
Per finire, ecco quindi una serie di raccomandazioni che riassumono quanto ribadito dalla Società Italiana di Geriatria e Gerontologia:
1. Non esporsi al freddo, dal momento che facilita la diffusione del virus.
2. Conoscerne i sintomi del nuovo coronavirus: febbre, astenia con eventuali dolori muscolari e tosse secca. Successivamente si presentano affanno respiratorio e tosse con catarro. Se si sperimentano questi sintomi, mantenere la calma e contattare telefonicamente il medico. Non allarmarsi, perché potrebbe trattarsi anche di altre malattie affini, sia virali che respiratorie.
3. Limitare le occasioni di contagio e restare ricettivi verso i sintomi iniziali (febbre, dolori muscolari, tosse secca). Tra questi,dominanti sono i primi due.
4. Informarsi soltanto attraverso fonti ufficiali, comunicazioni e disposizioni del Ministero.
5. Aderire a qualsiasi misura suggerita dal Ministero della Salute e dal medico di base, anche quando limita le proprie attività personali.
Insomma, come sempre l'atteggiamento migliore è quello che coniuga una corretta informazione, che è consapevole dei rischi e non minimizza la situazione, con un atteggiamento di salda razionalità, che evita di scivolare nel panico, nella psicosi e più che aiutare contribuisce ad acuire maggiormente il disagio psicologico della popolazione, a rischio e non.