La resistenza antimicrobiotica (AMR) è la capacità dei microrganismi infettivi di sopravvivere ai farmaci antibiotici.
Secondo la ricerca Review on Antimicrobial Resistance, commissionata dal governo britannico, nel 2050 circa 10 milioni di persone potrebbero mettere a rischio la propria vita a causa di tali infezioni resistenti ai farmaci.
Tra i batteri estremamente resistenti, vi è lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA), estremamente resistente a tubercolosi, gonorrea, febbre da tifo, streptococco di gruppo A.
L’evoluzione dei ceppi resistenti è naturale, ma l’AMR è accelerata dal continuo abuso che facciamo degli antibiotici.
A tal proposito, il Centers for Disease Control sostiene che il metodo principale per rallentare lo sviluppo di tali infezioni, consista nel cambiamento del metodo di utilizzo degli antibiotici. Ma, tale problematica, non può essere risolta da un solo Paese, bensì, è necessaria un’azione globale.
Quindi, tutti gli individui hanno la responsabilità di agire per proteggere la salute pubblica e tutti gli Stati hanno il diritto di ridurre la prescrizione di antibiotici.
Le responsabilità dei medici…
I medici dovrebbero prescrivere gli antibiotici solo quando necessari, invece, molte volte, tendono a prescriverli senza accertare la presenza di un’infezione, forse perché pressati dai pazienti che, non sempre, sono a conoscenza dei rischi derivanti da un abuso di tali farmaci.
Ad esempio, è stato stimato che negli Usa, circa 27 milioni di casi sui 40 analizzati, non avessero necessità della cura antibiotica prescritta. Gli studi si stanno muovendo verso la direzione di fornire un valido aiuto ai medici, dando loro la possibilità di poter effettuare test diagnostici rapidi per stabilire la presenza di un’infezione virale o batterica.
Infatti, è stato dimostrato che, dove questi test sono già effettuati, vi è un rischio minore di abuso di antibiotici perché i medici hanno l’obbligo professionale di prescriverli soltanto dopo una diagnosi di infezione confermata da tali test.
Le responsabilità dei pazienti…
È stato stimato che, in alcune parti dell’Europa orientale e meridionale, circa il 30% degli antibiotici sia stato acquistato senza prescrizione medica, ed è altamente improbabile che, in tutti i casi, si trattasse di urgenze. È per questo che, anche i pazienti, hanno l’obbligo di ridurre l’uso di antibiotici e di non prenderli quando non necessari, per contribuire al bene collettivo e ridurre l’AMR.
Le responsabilità degli Stati!
In tutta questa situazione, un ruolo fondamentale deve essere svolto anche dagli Stati, perché non sempre essi applicano la legge prevista per chi vende farmaci senza prescrizione medica. Questa leggerezza da parte delle autorità, fa sì che molti farmacisti chiudano un occhio e si lascino convincere dai pazienti. Urgono, perciò, controlli più severi, che potrebbero, ad esempio, consistere in antibiotici fiscali, che, quindi, aumentino di costo quando venduti senza prescrizione.
Purtroppo, spesso, sottovalutiamo i rischi derivanti da un abuso di antibiotici e tendiamo a prenderli per qualsiasi evenienza, anche senza aver accertato la presenza di un’infezione.
Se riuscissimo davvero a essere consapevoli dei rischi, potremmo, finalmente, imparare a fare a meno di questi farmaci, quando non necessari.
Facciamo attenzione a non abusare nel consumo di antibiotici… una corretta informazione è indispensabile!