Le allergie da antibiotici si verificano quando il sistema immunitario reagisce in modo anomalo a questi farmaci, individuandoli erroneamente come patogeni ed innescando una reazione che causa effetti che possono variare - da semplici irritazioni cutanee fino a pericolose reazioni anafilattiche.
Gli antibiotici sono tra i farmaci più prescritti al mondo per combattere le infezioni batteriche. Tuttavia, in una minoranza di persone il loro utilizzo può scatenare reazioni allergiche, alcune delle quali possono essere anche letali. Vediamo con quali sintomi si manifestano le reazioni allergiche e gli accorgimenti da osservare.
Cos'è l'antibiotico
L'antibiotico fa parte di una classe di medicinali utilizzati per curare le infezioni causate da microorganismi come batteri e – in alcuni casi ed in determinate formulazioni e associazioni – hanno impiego anche contro funghi, germi e parassiti; tuttavia, non vengono utilizzati per combattere contro i virus, non avendo alcuna azione contro di loro.
Gli antibiotici, difatti, agiscono uccidendo i batteri e/o impedendone la proliferazione. Vengono prescritti per curare patologie causate da infezioni batteriche, come la polmonite.
La penicillina è stato il primo antibiotico scoperto. Oggi ne esistono diversi utilizzati per curare vari tipi di infezioni, tra questi l'ampicillina, l'amoxicillina e la benzilpenicillina.
Quando si verifica un'allergia da antibiotici
Un'allergia agli antibiotici si verifica quando il sistema immunitario identifica in modo errato un antibiotico come una minaccia. In risposta, produce anticorpi per combatterlo, causando una serie di sintomi che possono variare in gravità.
Gli antibiotici beta-lattamici, come le penicilline e le cefalosporine, rappresentano la classe di farmaci più comunemente associata alle allergie, essendo anche quelli più utilizzati.
Cause di allergia da antibiotico
Le cause di allergia ad antibiotici possono essere diverse:
- predisposizione genetica: alcune persone hanno un rischio maggiore di sviluppare allergie agli antibiotici a causa di fattori ereditari. Casi pregressi in famiglia di persone con allergie aumentano il rischio di sensibilizzazione;
- l'uso frequente dello stesso antibiotico può sensibilizzare il sistema immunitario, scatenando reazioni allergiche anche dopo anni di tolleranza;
- alterazioni del microbiota: il microbiota intestinale influisce sul sistema immunitario. Un suo squilibrio, ad esempio, dopo un uso prolungato di antibiotici, potrebbe aumentare la suscettibilità alle allergie.
Come si manifesta la reazione allergica all'antibiotico: reazioni allergiche immediate e non immediate
Le reazioni allergiche possono essere suddivise in reazioni immediate e reazioni non immediate, ciascuna caratterizzata da specifiche tempistiche e sintomi.
Reazioni immediate: i sintomi
Le reazioni immediate insorgono entro un'ora dalla somministrazione del farmaco. Spesso sono mediate da anticorpi IgE e si presentano con questi sintomi:
- orticaria: un'eruzione cutanea da antibiotico pruriginosa con pomfi rossi o bianchi;
- angioedema: gonfiore sottocutaneo, spesso intorno agli occhi e alle labbra;
- broncospasmo: respiro sibilante e difficoltà respiratorie;
- anafilassi, o shock anafilattico: una reazione grave che si può manifestare attraverso shock, calo della pressione sanguigna e perdita di coscienza.
L'anafilassi richiede un intervento medico immediato perché può essere fatale.
Reazioni non immediate
Le reazioni non immediate si manifestano dopo alcune ore o giorni e sono spesso mediate da linfociti T. Tra le più comuni:
- esantema maculopapulare: un'eruzione cutanea diffusa caratterizzata da piccole macchie rosse;
- febbre da farmaci: febbre che scompare rapidamente con l'interruzione del farmaco;
- dermatiti maculo-papulari: eruzioni cutanee da antibiotico, rash cutanei che si sviluppano verso la fine del ciclo di terapia.
Queste reazioni, seppur fastidiose, raramente mettono in pericolo la vita.
Antibiotici associati a reazioni allergiche
Gli antibiotici beta-lattamici rappresentano la principale causa di allergie, ovvero reazioni di ipersensibilità. Tra questi:
- penicilline: responsabili della maggior parte delle reazioni, in particolare amoxicillina e ampicillina. Non tutte le reazioni sono vere allergie (mediate da IgE), molte sono pseudoallergie o reazioni non immunologiche;
- cefalosporine: sebbene meno comuni, possono scatenare reazioni incrociate con le penicilline. La probabilità di reazione crociata tra penicilline e cefalosporine dipende dalla struttura chimica degli antibiotici coinvolti;
- carbapenemi e monobattami: anche se più raramente, possono causare ipersensibilità.
Sintomi delle allergie da antibiotici
I sintomi delle allergie da antibiotici variano da lievi a gravi e possono manifestarsi nei seguenti modi.
Sintomi lievi e moderati
I sintomi delle allergie da antibiotici possono manifestarsi in forme diverse, a seconda della gravità della reazione e del tempo trascorso dall'assunzione del farmaco. È importante riconoscerli in tempo per garantire un trattamento che possa prevenire complicazioni più gravi.
Possiamo distinguere sintomi lievi e moderati, che si risolvono senza particolari conseguenze, e sintomi gravi, come quelli associati a reazioni anafilattiche, che necessitano di interventi medici immediati.
Eccoli riassunti per punti:
- reazioni cutanee da antibiotico: il segnale più comune, spesso associato a prurito;
- nausea e vomito: meno frequentemente causati da una reazione allergica vera e propria;
- irritazione respiratoria: tosse o lieve dispnea.
Sintomi gravi: come riconoscere l'anafilassi
L'anafilassi è una condizione pericolosa che si manifesta attraverso alcuni segnali:
- gonfiore del viso e della gola;
- difficoltà respiratorie gravi;
- sensazione di oppressione toracica;
- svenimenti o stato confusionale.
Diagnosi delle allergie da antibiotici
Prima di esporre il paziente a un rischio di reazioni allergiche, ma anche prima di sospendere una terapia antibiotica necessaria, è bene ricevere una diagnosi accurata che possa far luce sulla situazione.
Il primo passo nella diagnosi è un'anamnesi dettagliata, che rappresenta la base per valutare il rischio di allergia. Il medico raccoglie informazioni dettagliate sul tipo di reazione manifestata, sul tempo trascorso tra l'assunzione del farmaco e l’insorgenza dei sintomi, e sull'eventuale utilizzo contemporaneo di altri medicinali in contemporanea.
Attraverso questa prima osservazione è possibile distinguere tra vere reazioni allergiche e altri effetti collaterali che potrebbero essere scambiati per allergie.
I test cutanei sono spesso utilizzati per supportare la diagnosi. Il prick test, per esempio, è indicato per identificare reazioni immediate, come quelle mediate da anticorpi IgE, che si manifestano entro un’ora dall’assunzione del farmaco. Il patch test, invece, è utile per rilevare reazioni ritardate, che si sviluppano dopo alcune ore o giorni dall'esposizione.
Un'altra procedura fondamentale è il test di provocazione orale, che consiste nel somministrare al paziente la sostanza che si sospetta essere causa della reazione allergica. Durante il test, il paziente assume il farmaco sospetto sotto stretta supervisione medica, in dosi gradualmente crescenti.
È molto importante riuscire a diagnosticare con precisione la presenza di un'allergia agli antibiotici. Possono esserci, infatti, diagnosi imprecise tracciate sulla base di sintomi aspecifici o di eventi avversi non immunologici, come la nausea o l'eruzione cutanea causata da un'infezione sottostante.
Trattamento di allergie agli antibiotici
Le reazioni lievi, come eruzioni cutanee e prurito, possono essere affrontate con l'uso di antistaminici che alleviano i sintomi modulando la risposta allergica del corpo. In questi casi, è fondamentale sospendere il farmaco incriminato, sempre sotto consiglio e supervisione medica, per evitare eventuali complicazioni legate all'interruzione improvvisa della terapia.
Le reazioni gravi, come l'anafilassi, richiedono interventi urgenti. L'adrenalina rappresenta il trattamento principale per contrastare questa pericolosa risposta immunitaria. Dopo l'uso dell’adrenalina vengono somministrati corticosteroidi per ridurre l'infiammazione e prevenire eventuali ricadute.
Nei casi più complessi, il paziente deve essere monitorato per un recupero sicuro e prevenire il rischio di ricadute, che talvolta possono verificarsi anche dopo ore dalla somministrazione del farmaco.
Un’alternativa per i pazienti con allergie confermate, ma che necessitano dello stesso antibiotico, è il protocollo di desensibilizzazione. Questo processo, eseguito in ospedale, permette di somministrare l'antibiotico in dosi graduali, consentendo dunque al sistema immunitario di tollerarlo temporaneamente.