Quando si parla di anisocitosi ci si riferisce a una particolare condizione clinica caratterizzata dalla presenza di globuli rossi o eritrociti dalle dimensioni irregolari. Più in particolare, si parla di macrocitosi se gli eritrociti sono di dimensioni maggiori rispetto a quelle di riferimento mentre, al contrario, si parla di microcitosi se i globuli rossi sono più piccoli rispetto ai parametri convenzionali.
Ma quali sono le cause dell’anisocitosi? Cerchiamo di capirne di più.
Le cause dell’anisocitosi piastrinica: fisiologiche o patologiche?
L’anisocitosi è una alterazione causata da svariati fattori, in primis fisiologici, ovvero correlati alla carenza di nutrienti. Dunque, le anomale dimensioni dei globuli rossi possono essere dunque dovute a una deplezione (ovvero una diminuzione) di minerali e vitamine quali:
- Ferro
- Vitamina A
- Vitamina B12 o cianocobalamina
- Vitamina B6 o acido folico
Le cause dell’anisocitosi, però, non sono esclusivamente fisiologici. Tale condizione, può anche essere causata da un’alterazione dovuta ad alcuni tipi di patologie quali:
- Anemia sideroblastica – Forma di anemia causata dall’incapacità di incorporare il ferro all’interno dell’emoglobina presente nei globuli rossi.
- Anemia di Diamond-Blackfan – Detta anche eritroblastopenia ereditaria, caratterizzata da una ridotta concentrazione ematica di eritrociti (globuli rossi bassi).
- Sindrome mielodisplastica (SMD)- Gruppo di patologie ematiche caratterizzate da un difetto nel midollo osseo, che non riesce più a produrre in numero sufficiente alcune linee cellulari del sangue come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
- Emoglobina di Bart – Condizione in cui si assiste alla presenza di un’anomalia genetica caratterizzata dalla delezione di tutti e quattro gli alleli che codificano per le catene alfa dell’emoglobina.
- Deficit di 4-alfa-idrossifenilpiruvato idrossilasi (detta anche Hawkinsinuria) – Rara patologia genetica autosomica dominante caratterizzata da un alterato metabolismo della tirosina che provoca l’accumulo di un metabolita insolito nelle urine, la hawkinsina.
- Beta talassemia o anemia mediterranea – Dovuta ad un’alterata o assente produzione delle catene beta dell’emoglobina.
- Trasfusioni di sangue.
Anisocitosi: come riconoscerla e diagnosticarla
Tra i principali sintomi dell’anisocitosi sono annoverati:
- Stanchezza cronica
- Disturbi respiratori
- Tachicardia
- Pallore
- Lingua bianca
- Letto ungueale bianco
- Ipotermia
- Mani e piedi fredde
- Mal di testa
- Vertigini
Inoltre, ricordiamo che l’anisocitosi è una condizione clinica relativamente diffusa anche tra le gestanti. Nessun allarmismo ma, in questo periodo così delicato, è bene tenere sotto controllo questi valori.
Più in generale, le cause dell’anisocitosi piastrinica sono varie e diverse tra loro. Questo disturbo si presenta poi con sintomi aspecifici o comuni ad altre condizioni patologiche: per questo, è importante sapere che la diagnosi dell’anisocitosi viene effettuata in modo univoco mediante un esame emocromocitometrico (emocromo) che viene prescritto dal medico a seguito dell’analisi dei sintomi esposti dal paziente.
Più in particolare, i parametri presi in considerazione sono il valore di MCV (mean corpuscolar volume, che ci indica il volume corpuscolare medio o volume medio di ciascun eritrocita) e l’RDW (red blood cell distribution width, che indica la distribuzione dei globuli rossi): questi due parametri permettono di stabilire se i globuli rossi sono più grandi della norma (macrocitosi) o più piccoli (microcitosi).
Per ciò che concerne l’RDW, un valore percentuale elevato (RDW alto) rivela grande variabilità nelle dimensioni (cellule molto grandi e molto piccole), mentre un valore basso (RDW basso) rivela scarsa variabilità (la maggior parte dei globuli rossi con uguale dimensione).
Effettuata l’eventuale diagnosi di anisocitosi, è competenza propria del medico di base o dello specialista la prescrizione degli accertamenti e l’indagine volta alla comprensione delle cause scatenanti questo disturbo clinico. Ovviamente, compresa la causa della condizione, si procederà con la prescrizione della terapia che dipende dalle cause alla base del disturbo.
Nella maggioranza dei casi, ovvero nelle forme di anisocitosi causate da una carenza di vitamine e ferro, risulta sufficiente reintegrare questi nutrienti nella dieta mediante l’assunzione di supplementi alimentari specifici per riportare la situazione alla normalità.