I risultati di uno studio, pubblicato nel 2015 dalla rivista Nature, suggeriscono come sia stata fatta una scoperta sensazionale presso la University of Virginia School of Medicine: l’esistenza dei vasi linfatici cerebrali, strutture anatomiche mai identificate prima.
Gli stessi fautori dell’individuazione di queste strutture anatomiche, Antoine Louveau, borsista post-doc, e il Dr. Jonathon Kipnis, si erano mostrati inizialmente increduli davanti alla strabiliante evidenza che potrebbe determinare la revisione dei testi di anatomia.
Vasi linfatici cerebrali: una struttura anatomica prima sconosciuta
“Non credevo che ci fossero strutture del corpo di cui non fossimo a conoscenza. Pensavo che questo tipo di scoperte si fosse concluso a metà del secolo scorso”, ha affermato Jonathan Kipnis, primo firmatario dello studio.
Questa sensazionale novità potrebbe essere sfruttata potenzialmente per lo sviluppo di nuovi trattamenti per malattie neurologiche, come la malattia di Alzheimer e la sclerosi multipla.
In particolare, ad esempio, l’esistenza ora nota di una via di comunicazione diretta che collega cervello e sistema immunitario potrebbe aiutare a spiegare come mai i malati di Alzheimer presentano, a livello cerebrale, grandi placche derivanti dall’accumulo di strutture proteiche.
In pratica, i caratteristici accumuli di placche di proteine nel cervello potrebbero essere correlati a una eliminazione non sufficiente delle proteine da parte dei vasi linfatici meningei, che invecchiando diventano meno efficienti. Ma non solo: l’esistenza dei vasi linfatici cerebrali potrebbe cambiare totalmente il modo in cui percepiamo l’interazione tra sistema immunitario e sistema nervoso.
Inoltre, Kipnis ritiene che i vasi linfatici meningei possano giocare un ruolo importante nell’eziologia delle malattie neurologiche di natura autoimmune. I risultati della ricerca mostrano come i vasi linfatici cerebrali cambino aspetto con l’età: è plausibile dunque che questi vasi svolgano un ruolo nei processi di invecchiamento.
Come è avvenuta l’individuazione dei vasi linfatici meningei?
I ricercatori americani hanno isolato le meningi, ne hanno fissato uno strato tra due lamine di ossa, e hanno poi visualizzato i nuovi vasi la cui natura è stata identificata mediante analisi con opportuni marcatori: i test effettuati hanno confermato come ci si trovasse davanti a vasi che si sviluppano vicini ai vasi sanguigni, soprattutto nelle zone meno visibili del cervello, e ciò potrebbe spiegare come mai non erano mai stati osservati prima.
Secondo la ricerca, a livello anatomico, i vasi linfatici cerebrali possono portare le cellule del sistema immunitario a livello del cervello, iniziando dal liquido cefalo-rachidiano, che circonda il cervello stesso e il midollo spinale, e sono connessi con i linfonodi che si trovano nel tessuto cerebrale.
Dunque, gli studiosi hanno portato alla luce l’esistenza di vasi linfatici funzionali che affiancano i seni venosi della dura madre, la più esterna delle tre meningi: questi costituiscono una via di connessione coi linfonodi cervicali profondi e permettono il trasporto di cellule immunitarie dal fluido cerobrospinale.
Questa importantissima scoperta potrà essere sfruttata per approfondire i meccanismi alla base dello sviluppo di gravi patologie neurologiche che coinvolgono il sistema immunitario.