Esistono ben 83 fattori genetici che determinano in modo notevole la nostra altezza.
Ad affermarlo uno studio di ricerca internazionale condotto da 300 genisti del Giant (Genetic Investigation of Antrhropometric Traits), in collaborazione con l’Università di Exeter, con la Queen Mary University di Londra e il dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Genetics.
Il team di ricercatori ha analizzato il profilo genetico di 700 mila persone provenienti dai 7 continenti, avvalendosi di una tecnica sperimentale nota come “ExomeChip”.
Dall’analisi sono emerse 83 varianti genetiche diverse, particolarmente interessanti per:
- frequenza, che oscilla tra lo 0.1% e il 4%;
- misura, alcune incidono sull’altezza anche con valori prossimi ai 2 centimetri.
Per comprendere l’importanza di tali risultati basti pensare che dalle precedenti ricerche, erano emerse ben 700 varianti genetiche, con un’incidenza non superiore a qualche millimetro sull’altezza.
Secondo la ricerca l’80% dell’altezza è determinata dai geni, prevalentemente collocati alle estremità delle ossa più lunghe e nel metabolismo delle ossa e delle cartilagini. Pertanto, per poter ipotizzare se un bambino sarà alto o meno basta osservare i genitori: se uno dei due è più alto rispetto alla media le possibilità che il bambino sia alto sono elevate.
Qual è l’importanza di questa scoperta?
Individuare i geni che determinano l’altezza è una nuova opportunità per:
- Comprendere al meglio le patologie legate alla crescita, tra cui il nanismo.
- Individuare nuovi trattamenti per patologie altamente diffuse.
Quali sono i fattori non generici che determinano l’altezza?
Se l’80% della nostra altezza è determinata dai geni, il restante 20%, secondo la ricerca del Giant, è definito dalle condizioni ambientali in cui viviamo.
È evidente che le ultime generazioni sono più alte rispetto a quelle dei nostri avi.
Questa evoluzione è stata determinata soprattutto da un notevole cambio delle abitudini alimentari: un consumo di cibi ricchi di calcio, vitamina D e proteine, ha favorito lo sviluppo delle ossa e quindi l’aumento medio dell’altezza della popolazione.
Altro fattore non genetico che determina l’altezza è l’evoluzione della medicina e quindi l’individuazione di cure per la prevenzione di infezioni che potrebbero ostacolare la crescita.
È chiaro, quindi, che il miglioramento delle condizioni ambientali ha condizionato sensibilmente l’evoluzione della statura della popolazione.
Qual è il passo successivo?
I prossimi obiettivi sono:
- comprendere al meglio il ruolo di tutte le 83 varianti genetiche nella determinazione dell’altezza, anche delle più rare;
- impiegare al meglio tali varianti per il trattamento di malattie legate ad alterazioni della crescita cellulare. A tale proposito è in partenza un altro studio “Genome-wide association study”.