Un recente studio mostra come gli adolescenti che riescono mentalmente a distanziarsi dal proprio punto di vista in situazioni di tensione sono poi in grado di affrontare le emozioni negative in modo molto più efficace, tanto da non esserne quasi più sconvolti.
Lo studio
I ricercatori hanno esaminato 226 ragazzi afro-americani dagli 11 ai 20 anni di una scuola pubblica di Washington, chiedendo loro di raccontare un evento recente che li avesse particolarmente scossi, come un forte litigio. I ragazzi hanno riflettuto sulle loro esperienze e sulle motivazioni del loro turbamento, spiegando bene ai ricercatori come si sentivano.
Il team di ricerca ha poi valutato l’efficacia delle forme di auto-allontanamento con alcune domande ai ragazzi: “Quando, poco dopo, hai rivissuto nella tua mente quel momento, ti sembrava di vedere l’accaduto attraverso i tuoi stessi occhi oppure era come guardare l’avvenimento da una certa distanza (come se ti stessi vedendo in un film)?”“. E ancora: “Quando hai rivissuto l’accaduto nella tua immaginazione, quanto davvero ti sentivi lontano dal quel che succedeva?”.
Altri esperimenti, portati avanti soprattutto con adulti, mostrano come l’auto-allontanamento stimoli l’auto-riflessione. Tuttavia, nessuna ricerca aveva mai verificato se questo processo tra gli adolescenti fosse legato ad un loro impegno spontaneo oppure se dipendesse da forme di adattamento al vissuto.
Regolamentare le emozioni
I giovani che riflettono sulle loro esperienze da una prospettiva di auto-distanza sono molto meno turbati rispetto a quelli che ci ripensano immersi in se stessi, secondo uno studio pubblicato su Child Development.
Molti adolescenti che hanno riguardato a distanza un’esperienza vissuta, hanno poi pensato in modo diverso. Questi ragazzi hanno riconsiderato in maniera più consapevole gli avvenimenti accaduti e la maggior parte di loro ha poi ammesso che non si sarebbe comportata allo stesso modo, per esempio non avrebbe dato la colpa del litigio soltanto all’altra persona (ma pochi erano disposti a perdonare).
Tutto questo è stato associato ad una diminuzione dello stress emotivo.
“Fare mentalmente un passo indietro rispetto all’evento non significa che i giovani evitino i problemi”, afferma Rachel White, ricercatore presso l’Università della Pennsylvania, “in realtà, hanno a che fare con gli stessi problemi ma in un modo più proficuo”.
Lo studio rileva, inoltre, che le strategie di auto-allontanamento sembrano crescere di efficacia con l’età. Giovani già abbastanza grandi che usano queste tecniche diventato sempre meno turbati rispetto ad adolescenti più piccoli che si comportano allo stesso modo. “Questi risultati mostrano che gli adolescenti possono utilizzare strategie di auto-allontanamento più o meno come gli adulti”, sostiene White. “Suggeriscono anche come l’adolescenza sia un momento fondamentale per lo sviluppo di questo modo di regolare le proprie emozioni”.
Secondo questo studio gli adulti possono aiutare i giovani a imparare e poi mettere in pratica queste strategie. Precedenti esperimenti hanno dimostrato che anche bambini delle elementari possono utilizzare efficacemente alcune tecniche di auto-allontanamento se ben istruiti a farlo, così da gestire al meglio le proprie emozioni.
Rachel White ha condotto la ricerca con la professoressa Angela Duckworth del Penn’s psychology department and Positive Psychology Center. Ha collaborato anche Ethan Kross, professore di psicologia presso la University of Michigan.