Le scienze mediche hanno un retaggio antichissimo e, nel corso dei secoli, sono cambiate evolvendosi in tutta quella serie di tecniche che conosciamo oggi.
Ma, accanto alla medicina oggi considerata tradizionale, si mantengono ancora vive credenze popolari e trattamenti alquanto bizzarri. Eccone cinque che, fortunatamente, sono stati dimenticati.
Dal tabacco all’urina: come ci si curava nei tempi che furono?
- Clisteri di tabacco – Verso la fine del XVII secolo, il tabacco iniziò ad arrivare sulle coste inglesi dalle piantagioni americane e il suo utilizzo cominciò a diffondersi, tanto che nacque l’idea che potesse curare una vasta gamma di disturbi. Ma inalarlo attraverso pipe e sigarette non bastava. Il modo ideale per assumerlo, perché i suoi benefici si attivassero, erano i clisteri del suo fumo. Tutto nacque da un fumatore, London Medic, che decise di usare questa tecnica su chi cadeva del Tamigi e rischiava di annegare. Si riteneva, infatti, che questi clisteri potessero riscaldare il paziente dall’interno e stimolare la respirazione. Tale credenza era così ben radicata che persino la Royal Human Society, un’associazione benefica britannica fondata nel 1774 come Society for the Ricovery of Persons Apparently Drowned (ovvero Società per il Recupero delle Persone Apparentemente Annegate), predispose in alcuni punti lungo il fiume dei kit di rianimazione contenenti le attrezzature necessarie per un clistere di tabacco. La notizia di questo particolare beneficio del tabacco si diffuse rapidamente e in molti iniziarono a utilizzare i clisteri di fumo per curare ogni malattia, dal mal di testa ai crampi addominali, dal tifo al colera. Nei primi anni del 1800, si dimostrò che il tabacco causa danni al cuore e quindi questa tecnica cadde in disuso.
- Sanguisuga in bocca e incisione delle gengive – Un tempo la mortalità infantile era alle stelle e, nella maggior parte dei casi, la causa della morte del bambino era del tutto sconosciuta. Si moriva molto frequentemente tra i 6 mesi e i 2 anni di età, ovvero il periodo in cui – per pura coincidenza – crescevano i primi dentini. I medici dell’epoca, quindi, correlarono i due fenomeni e giunsero alla conclusione che fosse proprio il processo della dentizione la principale causa di morte. Le “cure” a questo fantomatico mostro, sfortunatamente per i bambini coinvolti, andavano dal posizionamento di sanguisughe all’interno della bocca all’incisione delle gengive. In alcuni casi si arrivò addirittura a provocare bruciature sulla parte posteriore della testa del bambino. Tutto ciò, oltre a essere tremendamente doloroso e a provocare danni spesso irreparabili, determinò la morte di diversi bambini a causa delle infezioni che tali barbariche tecniche provocavano.
- Urina come collutorio – Oggi nessuno di noi penserebbe di utilizzare l’urina come collutorio. Eppure, in epoca romana, in molti la bevevano per sbiancare i denti. Proprio così! Grazie anche alla sua facile reperibilità, si riteneva che l’urina fosse un ottimo sbiancante, proprietà che attualmente potremmo ricondurre al suo alto contenuto di ammoniaca. Quest’ultima, infatti, potrebbe presumibilmente aiutare a smacchiare i denti, a discapito certo di un alito non proprio dal sapore di fresco.
- Trapanazione del cranio – La trapanazione del cranio è considerata il primo intervento cerebrale chirurgico della storia. Prove antropologiche e archeologiche dimostrano che veniva praticata già nel neolitico. Infatti, il 5-10% dei crani ritrovati risalenti a questo periodo portano i segni inconfondibili della trapanazione. Non sempre è stato possibile capire se l’intervento è stato effettuato prima o dopo la morte, ma ciò che è certo è che alcuni pazienti erano sicuramente vivi. E sappiamo anche, che qualcuno di loro riuscì anche a sopravvivere, come dimostrano le cicatrizzazioni presenti sui teschi. Questa pratica veniva effettuata soprattutto sui maschi adulti, sebbene i segni della trapanazione siano stati rinvenuti anche sui crani di donne e bambini. Oltre a trattarsi di una tecnica molto diffusa, si tratta anche di una procedura che si è protratta nella storia fino al rinascimento. Oggi esistono ancora procedure simili, anche se ovviamente più sicure e raffinate.
- Eroina contro la tosse – Uno sciroppo per la tosse di certo un po’ particolare, l’intruglio che una nota farmaceutica tedesca Bayer commercializzava alla fine del 1800. La sua presenza all’interno del medicinale serviva a sostituire l’oppio, che in quegli anni era diventato una droga sempre più popolare e consumata. Nel 1924, però, la Food and Drug Administration (FDA) ne vietò la vendita, l’importazione e la produzione.
Alla fine di questo giro sulla “giostra degli orrori medici”, non possiamo che essere grati all’evoluzione che la medicina ha avuto e continua ad avere nel corso degli anni. I moderni studi e le avanguardistiche tecniche presenti oggi nei laboratori e negli ospedali rendono, giorno dopo giorno, più sopportabili patologie che solo fino a qualche anno fa risultavano mortali.