3 fattori di rischio per l’insufficienza cardiaca

Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Ultimo aggiornamento – 14 Dicembre, 2016

insufficienza cardiaca: le cause

Uno studio negli Stati Uniti ha stimato che circa 5.7 milioni degli adulti è affetto da insufficienza cardiaca. Si tratta infatti di un disturbo cardiovascolare che colpisce molti individui sopra i quarant’anni di età. Scopriamo insieme le tre condizioni principali che causano insufficienza cardiaca.

Cos’è l’insufficienza cardiaca?

Questa condizione verifica quando il cuore non è più in grado di pompare abbastanza sangue attraverso il corpo e di fornire l’ossigeno necessario alle normali esigenze del nostro organismo.

Nello specifico, il muscolo cardiaco si indebolisce e genera una minore forza contrattile, causando la riduzione della quantità di sangue che viene portata ai tessuti periferici.

In questo modo, vengono a mancare alcuni nutrienti importanti.

Quali sono le tre condizioni principali che aumentano il rischio di insufficienza cardiaca?

Secondo uno studio statunitense, situazioni di obesità, alta pressione sanguigna e diabete possono aumentare il rischio di insufficienza cardiaca.

I ricercatori hanno riscontrato che individui di età compresa tra i 40 e 50 anni, che non sono mai stati soggetti a queste patologie, hanno circa l’86% di probabilità in meno di soffrire di insufficienza cardiaca.

Questo studio dimostra l’importanza di uno stile di vita sano. Le buone abitudini alimentari e fisiche aiutano a prevenire l’obesità, la pressione alta e il diabete in molte persone, le quali ridurranno così le possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari nel corso della loro vita.

Secondo il dottor Gregg Fonarow, professore di cardiologia presso la University of California di Los Angeles, è fondamentale fare tutto il necessario per:

  1. mantenere un peso corporeo adeguato;
  2. seguire una dieta adatta al cuore e fare attività fisica;
  3. monitorare regolarmente la pressione e il livello di zucchero nel sangue.

Nonostante esistano ormai diverse terapie per risolvere problemi collegati all’insufficienza cardiaca, la strategia più efficace è prima di tutto prevenire.

In cosa consiste questo studio?

Per questa ricerca scientifica, il dottor John Wilkins – co-autore dello studio, cardiologo e assistente professore di medicina e medicina preventiva alla Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago – e i suoi collaboratori hanno analizzato i dati provenienti da quattro studi sul cuore avviati negli Stati Uniti tra il 1948 e il 1987.

Tra il 2007 e il 2008, i ricercatori hanno monitorato oltre 19 000 uomini e donne, le cui condizioni cardiache erano state precedentemente appurate all’età di 45 anni.

È stato, inoltre, controllato lo stato cardiaco di altri 24 000 individui a partire dai 55 anni.

I risultati hanno mostrato che circa 1700 tra i partecipanti testati a 45 anni è stato soggetto a insufficienza cardiaca, così come più di 3000 tra gli esaminati a 55.

Gli uomini che, invece, non hanno mai sofferto situazioni di obesità, pressione sanguigna alta e diabete a 45 anni, sono stati in grado di vivere liberi da patologie cardiache per 11 anni in più rispetto a chi si è trovato in una di queste condizioni. Per le donne, la cifra si aggira addirittura intorno ai 15 anni.

In totale, quindi, gli uomini e le donne mai soggetti a questi tre rischi per il cuore hanno vissuto, rispettivamente, circa 35 e 38 anni di più senza sviluppare insufficienza cardiaca.

Dati simili sono stati ottenuti anche per i partecipanti esaminati a 55 anni.

Considerando che il Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie (The U.S. Centers for Disease Control and Prevention) afferma che circa la metà di coloro che sviluppano insufficienza cardiaca morirà entro cinque anni, si tratta di un risultato decisamente importante.

Qual è il fattore di rischio maggiore, tra i tre?

Delle tre condizioni dannose per il cuore citate, il diabete pare essere quello dagli effetti più gravi. Coloro che non hanno mai sviluppato questa patologia, hanno vissuto 11 anni di più senza insufficienza cardiaca rispetto a chi soffre di malattie collegate al livello di zuccheri nel sangue.

Questo studio è riuscito a quantificare il grado di prevenzione per evitare l’insorgenza di ipertensione arteriosa, obesità e diabete, e di conseguenza l’insorgenza di insufficienza cardiaca, invalidità cardiovascolare e morte cardiovascolare prematura.

È necessario che ognuno di noi compia dei piccoli cambiamenti nelle proprie abitudini alimentari e nelle attività fisiche.

Sono in pochi coloro che assumono le giuste quantità consigliate degli alimenti chiave per la nostra salute: frutta, verdura e cereali integrali.

Lo stesso vale anche per l’attività fisica. Dai 30 ai 60 minuti in palestra poche volte a settimana sono un buon inizio per mantenere un peso sano, una corretta pressione sanguigna e per ridurre il rischio di diabete.

Prevenire è importante e bastano solo alcuni piccoli gesti per farlo.

Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie
Scritto da Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Sono una studentessa di Biotecnologie e, negli anni, ho sviluppato una vera e propria passione per tutto ciò che riguarda la medicina e la scienza in generale. Amo da sempre leggere e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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