Che cos’è la preeclampsia?
La
preeclampsia, nota anche come
gestosi gravidica, è una malattia che può presentarsi nelle
donne incinte quando c’è un problema alla
placenta (l'elemento che consente l’apporto di sangue dalla madre al bambino) e può provocare alla donna:
Nel bambino, la preeclampsia può causare
problemi di crescita. La malattia generalmente si presenta durante la
seconda metà della gravidanza (dalla 20^ settimana circa) o immediatamente
dopo il
parto.
La preeclampsia è diagnosticata solitamente dal medico durante le visite specialistiche. Nella maggior parte dei casi, i
sintomi della preeclampsia sono
monitorati con una regolare
misurazione della pressione e
test delle urine; in alcuni casi, è necessario il ricovero ospedaliero.
L’unico modo per prevenire la preeclampsia è
provocare le
doglie in modo artificiale, inducendo il parto in relazione al periodo di gestazione. Una
nascita prematura (prima della 33^ settimana di
gravidanza) può essere pericolosa per il bambino, ma può rendersi a volte necessaria per non mettere in pericolo la salute della madre.
Quali sono i sintomi della preeclampsia?
La
gestosi non si verifica prima della 20^ settimana di gravidanza. Nella maggior parte dei casi, si presenta nel 3° semestre (dalle 27 settimane di gravidanza fino alla nascita).
La preeclampsia a volte si sviluppa senza alcun sintomo.
I sintomi iniziali della preeclampsia sono:
-
Ipertensione: pressione sanguigna alta. Può svilupparsi lentamente o può avere un inizio improvviso. Monitorare la pressione sanguigna è una parte importante della cura prenatale perché il primo segno di preeclampsia è comunemente un aumento della pressione sanguigna. La pressione sanguigna che supera i 140/90 millimetri di mercurio (mm Hg) o superiore, documentata in 2 occasioni, ad almeno 4 ore di distanza, è anormale.
-
Proteinuria: presenza di proteine nell’urina
Di solito, questi due sintomi non si presentano insieme, ma il medico controlla comunque entrambi.
L’edema è un altro sintomo comune della gravidanza, ma tende a manifestarsi nella parte inferiore del corpo, come i piedi e le caviglie. Se il rigonfiamento è improvviso, colpisce particolarmente il viso e le mani e potrebbe essere un sintomo della preeclampsia. Non appena la malattia progredisce, si potrebbero avere anche i seguenti sintomi:
Il principale segno di preeclampsia nel bambino è una crescita ritardata rispetto al normale, causata dallo scarso apporto di sangue attraverso la placenta. Il bambino riceve meno ossigeno e meno nutrienti di quanto dovrebbe e questo influisce sullo sviluppo. Questo fenomeno è chiamato ritardo della crescita intrauterina.
Cos'è la gestosi post parto?
Questa condizione può verificarsi anche
dopo il parto del bambino. La
preeclampsia postpartum è meno comune.
La parte grave della preeclampsia postpartum è il ritardo che può verificarsi tra l'insorgenza dei sintomi e la diagnosi, il che significa che una grave malattia può diventare pericolosa per la vita.
La gestosi post parto è una condizione rara che può svilupparsi subito dopo la nascita (di solito entro le prime 48-72 ore dopo il parto) ed è contrassegnata dall'ipertensione e dall'eccesso di proteine nelle urine. In rari casi, l'insorgenza della preeclampsia può essere ritardata fino a circa un mese dopo il parto; di solito, viene chiamata preeclampsia postpartum tardiva se l'esordio è più di 48 ore dopo il parto.
Ci vuole tempo prima che l'
utero si disperda dopo la nascita, quindi questo processo potrebbe essere alla base del ritardo che talvolta si osserva nella preeclampsia tardiva dopo il parto. È anche possibile che questa condizione abbia inizio durante la gravidanza, ma non mostri segni o sintomi fino a quando il bambino non è nato.
È difficile determinare chi svilupperà la preeclampsia dopo la nascita, ma ci sono alcuni fattori che possono aumentare il rischio:
-
Ipertensione gestazionale o ipertensione arteriosa dopo 20 settimane
- Quantità anomale di proteine nelle urine
- Obesità
Se il medico sospetta ci sia una
preeclampsia postpartum, la donna potrebbe venir ospedalizzata per la valutazione e il trattamento. La preeclampsia dopo la nascita può spesso essere diagnosticata con
test di laboratorio, che includono
prelievo di sangue e
analisi delle urine. Il sangue sarà testato per determinare se il numero di
piastrine è corretto (aiutano il sangue a coagularsi) e per essere sicuri che fegato e
reni funzionino bene. Viene prelevato un campione di urina per vedere se contiene proteine.
Le convulsioni sono la preoccupazione principale di questa condizione, quindi la preeclampsia dopo il parto viene trattata con un farmaco anticonvulsivante (solitamente solfato di magnesio) che viene assunto per 24 ore. Dopo aver preso il farmaco, il medico controllerà attentamente la pressione sanguigna, l'urina e altri sintomi. La terapia antipertensiva può essere prescritta se la pressione del sangue è troppo alta.
Sfortunatamente, non esiste un metodo noto per prevenire la preeclampsia postpartum. La cosa migliore è essere consapevoli di come ci si sente e segnalare eventuali sintomi al medico.
Chi è colpito da preeclampsia?
La
preeclampsia lieve può colpire più del 10% delle donne durante la prima gravidanza.
Le preeclampsie più gravi possono colpire l’1-2% delle gravidanze. Mentre alcuni fattori di rischio della preeclampsia sono stati individuati, come il carattere familiare della malattia, la sua causa è ancora sconosciuta.
Quali sono le cause della preeclampsia?
La
causa della
preeclampsia non è chiara. Tuttavia, si pensa possa trattarsi di un problema che riguarda i
vasi sanguigni nella placenta, che provocano il suo sottosviluppo.
La placenta è l’organo che collega l’apporto di sangue della madre a quello del feto. Il cibo e l’ossigeno passano attraverso la placenta dal sangue al bambino.
Nella gestosi gravidica, la placenta non riesce ad avere abbastanza sangue, forse a causa di un problema che riguarda il suo sviluppo nella prima parte della gravidanza. L’interruzione dell’apporto di sangue tra la madre e il bambino danneggia i vasi sanguigni, causando ipertensione e disfunzione dei reni. Le sostanze da scartare attraverso l’urina permangono nel sangue e, allo stesso tempo, le proteine che dovrebbero rimanere nel sangue, scivolano nell’urina, causando proteinuria (presenza di proteine nelle urine).
Come si cura la preeclampsia?
La
preeclampsia può essere evitata solo partorendo. Il trattamento tende a focalizzarsi su
monitoraggi più frequenti e cercando di abbassare la pressione sanguigna fino a quando è possibile partorire.
Se il medico sospetta una preeclampsia, propone ulteriori esami per indagare, che variano a seconda della gravità dei sintomi.
Per la cura, si può consigliare di riposare a letto e di assumere farmaci contro l’ipertensione, per evitare complicazioni come colpi apoplettici. Il medico potrebbe prescrivere anche farmaci anticonvulsivi per prevenire attacchi dovuti all’eclampsia, che può essere prevenuta nella donna incinta con iniezioni di solfato di magnesio, continuate a somministrare anche dopo la manifestazione delle convulsioni.
Qual è la differenza tra preeclampsia e eclampsia?
Come detto, la
preeclampsia è un disturbo della gravidanza che coinvolge l'
ipertensione e altri sintomi, come le
proteine nelle urine. Altri nomi per la preeclampsia comprendono la
tossiemia, l'
ipertensione indotta dalla gravidanza e la
gestosi.
La preeclampsia è uno dei quattro disturbi ipertensivi della gravidanza e può essere molto grave per le donne incinte e i loro bambini.
L'
eclampsia invece è una gravissima sindrome che si manifesta nell'
ultimo trimestre di gravidanza o nel
travaglio.
Colpisce più frequentemente le primipare, le portatrici di gravidanza gemellari o quelle con polidramnios o
mola vescicolare.
L'eclampsia è una gravissima gestosi di tipo edemo-nefrosico-ipertensivo, con
accessi epilettiformi. È preceduta da una fase pre-eclampita caratterizzata da aumento di peso, ritenzione di liquidi (verificarsi di edemi), presenza di
albumina nelle urine, aumento della pressione sanguigna. È necessario iniziare subito la terapia onde evitare l'aggravarsi della malattia.
L'
accesso eclamptico che caratterizza la malattia ha sostanzialmente l'aspetto di una crisi epilettiforme, preceduta da un ulteriore aumento della pressione sanguigna, da perdita della coscienza, da riduzione della diuresi. Il corpo è attraversato da scariche di contrazioni muscolari, i bulbi oculari ruotano in tutte le direzioni, la paziente digrigna i denti e serra la bocca in maniera spastica, la lingua viene proiettata in fuori e, a volta, viene gravemente mutilata. L'accesso eclamptico ha una durata che va dai 30 ai 60 secondi e lascia la donna in un profondo
coma. Più frequentemente, compaiono gli accessi, più grave è la prognosi.
Durante l'
accesso eclamptico, si possono provocare lesioni anche gravi in vari organi:
cervello, fegato, rene. Assai frequentemente, in seguito alle scariche contrattili, si ha il distacco intempestivo della placenta e la morte del feto. Nelle forme gravi di eclampsia, si somministrano sostanze epatoprotettive, nefroprotettive, diuretici,
vitamine B e
C, ossigenoterapia.
Oltre che cercare di diminuire gli effetti dannosissimi dell'eclampsia, è compito del medico prevenirla quando ancora si è in tempo.
Questo intendimento si raggiunge mediante una dieta iposodica, poco tossica (eliminare i grassi), riposo a letto, controlli ripetuti delle urine (l'albumina non deve superare l'1%) e della pressione sanguigna (non deve superare i 140-150 mm di mercurio).
Le cause che portano all'eclampsia non sono ancora del tutto chiarite. L'accesso eclamptico è dovuto a turbe circolatorie cerebrali di natura ipertensiva e spastica o da
edema cerebrale o da irritazione di centri nervosi da parte di prodotti endogeni tossici. Ecco perchè è molto importante eseguire il più precocemente possibile una terapia antipertensiva e disintossicante.
A volte, quando non si riesce ad avere una remissione dei sintomi con la terapia medica, può essere consigliabile l'affrettamento del parto mediante il
taglio cesareo.