Quando una donna è incinta e in procinto di partorire, a volte, può rendersi necessario optare per il parto indotto, ovvero un’induzione del parto tramite procedure specifiche per quella donna.
Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Induzione al parto: come funziona?
L'induzione del travaglio, nota anche come stimolazione del parto, spinge l'utero a contrarsi prima che il travaglio inizi da solo attraverso un parto vaginale.
Il ginecologo potrebbe raccomandare di indurre il travaglio per svariati motivi.
Un fattore importante per prevedere se un'induzione avrà successo è quanto è morbida ed espansa la cervice (maturazione cervicale), l'età gestazionale del bambino, il numero dei parti precedenti.
Quando procedere con un parto pilotato?
Per determinare se l'induzione del travaglio è necessaria, il ginecologo valuterà diversi fattori.
Tra questi vi sono la salute della madre e lo stato della cervice, nonché la salute del bambino, l'età gestazionale, il peso del feto, le sue dimensioni e la posizione che ha attualmente nell'utero.
I motivi per indurre il travaglio includono:
- Un tempo che varia da 1 a 2 settimane oltre la data di scadenza della gestazione senza che sia avvenuto l'inizio naturale del travaglio (gravidanza post-termine), le raccomandazioni sono quelle di non prolungare la gravidanza oltre le 42 settimane.
- Un mancato travaglio dopo la rottura delle acque (rottura delle membrane prima del travaglio).
- Un'infezione all'utero (corionamnionite).
- Un peso stimato del bambino inferiore al 10° percentile per l'età gestazionale (restrizione della crescita fetale).
- Scarsità di liquido amniotico che circonda il bambino (oligoidramnios).
- Presenza di diabete gestazionale o diabete preesistente all’inizio della gravidanza.
- Sviluppo di ipertensione in combinazione con segni di danno a un altro sistema di organi (preeclampsia) durante la gravidanza. O avere la pressione alta prima della gravidanza, svilupparla prima delle 20 settimane di gravidanza (ipertensione cronica) o sviluppare la condizione dopo 20 settimane di gravidanza (ipertensione gestazionale).
- L’avere determinate condizioni mediche.
Induzione elettiva del travaglio: un caso frequente
L'induzione elettiva del travaglio è l'inizio del travaglio effettuata per comodità quando non c'è ordine medico; essa può essere utile per le donne che vivono lontano dall'ospedale o dalla clinica privata o che hanno una storia pregressa di parti veloci.
Da recenti studi, risulta che alle donne con gravidanze a basso rischio viene spesso offerta la possibilità di induzione dopo la 40+6 settimana. La ricerca mostra che indurre il travaglio in questo momento riduce diversi rischi, tra cui:
- Morte endouterina fetale;
- Macrosomia fetale far nascere un bambino troppo grande;
- Sviluppare la pressione alta mentre la gravidanza procede.
È importante che la donna, il medico e l’equipe medica condividano unanimemente la decisione di indurre il travaglio nel momento più opportuno.
Parto indotto: i rischi
L'induzione al travaglio può comportare vari rischi, tra cui:
- Induzione fallita: un'induzione potrebbe essere considerata fallita se i metodi utilizzati non si traducono in un parto vaginale dopo 24 o più ore. In tali casi, potrebbe essere necessario un taglio cesareo.
- Bassa frequenza cardiaca fetale: i farmaci usati per indurre il travaglio - ossitocina o prostaglandine - potrebbero causare una contrazione eccessiva dell'utero, che può ridurre l'apporto di ossigeno del bambino e abbassare la frequenza cardiaca del bambino.
- Infezione: alcuni metodi di induzione del travaglio, come la rottura delle membrane, potrebbero aumentare il rischio di infezione sia per la madre che per il bambino. Più lungo è il tempo che intercorre tra la rottura della membrana e il travaglio, maggiore è il rischio di infezione.
- Rottura uterina: questa è una complicanza rara, ma grave, in cui l'utero si lacera, con una possibilità maggiore se c’è stato un precedente taglio cesareo o di un intervento chirurgico uterino di altro tipo.
Se si verifica uno dei casi sopra citati, è necessario un taglio cesareo di emergenza per prevenire complicazioni potenzialmente letali.
E ancora, sanguinamento dopo il parto. Indurre il parto aumenta il rischio che i muscoli uterini non si contraggano correttamente dopo il parto, il che può portare a gravi emorragie dopo il parto.
L'induzione al travaglio non è per tutti. Potrebbe non essere un'opzione se:
- si ha subito in passato un taglio cesareo con un'incisione classica o un intervento chirurgico maggiore all'utero;
- la placenta blocca la cervice (placenta previa);
- il bambino è sdraiato sui glutei (podalico) o lateralmente (posizione trasversale);
- si soffre di un'infezione da herpes genitale attiva.
Se si ha avuto un taglio cesareo ed è stato indotto il travaglio, è probabile che il medico eviti determinati farmaci per ridurre il rischio di rottura uterina.
Come prepararsi all’induzione del parto
L'induzione del travaglio viene generalmente eseguita in un ospedale o in una clinica privata. Questo perché la madre e il bambino possono essere monitorati lì e i servizi sanitari adeguati siano prontamente disponibili, essendo l’induzione del parto responsabilità medica.
Cosa aspettarsi da un parto indotto
Esistono vari modi per indurre il travaglio. A seconda delle circostanze, l'operatore sanitario potrebbe utilizzare uno dei seguenti metodi o una combinazione di essi.
Il metodo che viene utilizzato dipende dall’indice di bishop (punteggio che viene dato alla maturazione cervicale). Il medico potrebbe effettuare:
- induzione con metodi meccanici: prostaglandine e ossitocina. Due ormoni che il nostro corpo produce spontaneamente, ma vengono utilizzati in maniera sintetica durante l’induzione per ammorbidire la cervice e stimolare l’attività contrattile. Esistono diverse forme di somministrazioni di questi ormoni: vaginali, orali, endovena
- induzione con metodi farmacologici:
- -catetere a doppio palloncino (viene inserito nel collo uterino e grazie ad una forza meccanica dettata dal palloncino del catetere porta ad una dilatazione della cervice)
- -scollamento delle membrane (con una visita vaginale viene scollata la parete delle membrane dalla parete vaginale per stimolare l’attività contrattile);
- -Amniorexi (rottura manuale del sacco amniotico che determina uno scarico di prostaglandine)
Può essere utilizzato anche più di un metodo e possono essere utilizzati sia metodi farmacologici che meccanici.
Parto indotto: quanto dura
L’induzione del parto ha tempi variabili. Il tempo che occorre per iniziare il travaglio indotto dipende da quanto è matura la cervice quando inizia l'induzione, dalle tecniche di induzione utilizzate e da come il corpo risponde ad esse.
Possono volerci minuti o ore; se la cervice è molto immatura, possono servire anche alcuni giorni.
Nella maggior parte dei casi, l'induzione del travaglio conduce ad un parto vaginale. Un'induzione fallita, in cui la procedura non porta ad un parto vaginale, potrebbe richiedere un'altra induzione o un taglio cesareo.