La gravidanza è un periodo particolare nella vita della donna, nel quale c’è da osservare qualche attenzione in più riguardo al cibo e alle attività che si possono intraprendere o meno. Tra queste c’è anche la questione aereo. A tal proposito sono molte le donne che si chiedono se si può viaggiare in gravidanza.
In questo articolo svisceriamo a tutto tondo l’argomento.
Aereo e gravidanza si o no?
Sono molti gli studi condotti sul legame che c’è tra la gravidanza e i voli aerei e la totalità di questi non ha messo in luce aspetti che possano far pensare che volare sia pericoloso per la donna incinta o per il feto. Tuttavia, non tutte le situazioni sono uguali. In linea generale i fattori da prendere in considerazione sono:
- Il trimestre di gestazione.
- Se si tratta di una gravidanza gemellare.
- Particolari condizioni della donna.
Si tratta comunque di una scelta che la donna deve prendere in completa serenità e in accordo con il proprio ginecologo che saprà valutare i rischi in base alla storia clinica e allo stato attuale della paziente. Resta comunque il consiglio di optare per viaggi di breve o media tratta, che non superino le 4-6 ore di volo.
Tra le possibili complicazioni che il medico può valutare come rischiose per il volo rientrano:
- Problemi di circolazione, che possano aumentare il rischio trombotico.
- Problemi di pressione.
- Diabete gestazionale.
- Gravidanza a rischio con minaccia di aborto (attuale o relativa a gravidanze precedenti).
Tra i fastidi già presenti nelle donne in gravidanza e che possono aumentare durante il volo troviamo:
- Gonfiore agli arti.
- Congestione nasale e problemi alle orecchie (che potrebbero essere accentuati dal cambiamento di pressione durante il volo)
- Chinetosi.
Fino a che settimana di gravidanza si può volare?
Molte compagnie aeree non consentono l’imbarco alle donne che hanno superato la 37esima settimana (se si tratta di una gravidanza singola) oppure la 32esima settimana (se la gravidanza è gemellare).
In alcuni casi viene anche richiesto il rilascio di un certificato che attesti la data fissata per il termine della gravidanza.
È importante sapere che la maggior parte delle emergenze legate alla gravidanza si verificano nel primo e nel terzo trimestre, motivo per cui il periodo più sicuro per viaggiare in aereo è durante il secondo trimestre.
Volare durante il primo trimestre di gravidanza
Come anticipato, le indicazioni si rifanno sia al trimestre gestazionale, sia alle condizioni fisiche della donna.
A meno di complicazioni, volare nei primi mesi di gravidanza non comporta rischi per il feto, ma potrebbe causare diversi fastidi alla donna. In particolare questo è momento in cui sono più frequenti le nausee, il mal di stomaco e le vertigini, motivo per cui un veicolo in movimento potrebbe accentuare eventuali disagi, a maggior ragione se si dovessero verificare turbolenze.
Volare durante il secondo trimestre di gravidanza
Il secondo trimestre di gravidanza, compreso tra la 14esima e la 27esima settimana gestazionale, a meno di complicazioni, è generalmente il periodo più sicuro per volare. Tuttavia, vige sempre la buona prassi di seguire le indicazioni del proprio ginecologo o del medico di fiducia, chiedendo i loro pareri prima di effettuare qualsiasi viaggio.
Volare durante il secondo trimestre di gravidanza
Il terzo trimestre di gravidanza rappresenta invece un momento particolarmente delicato e la comunità medica è concorde nel sconsigliare alle donne incinte di volare in questo periodo (soprattutto dopo l’ottavo mese).
La preoccupazione maggiore è che si possa verificare un distacco della placenta dovuto ai bruschi sbalzi di pressione che avvengono durante il volo.
Un altro aspetto che va considerato sono i possibili problemi di natura circolatoria che affliggono la donna nell’ultimo trimestre di gravidanza.
Durante la gestazione la circolazione sanguigna della donna subisce delle alterazioni a causa di molti fattori tra cui l’aumento di progesterone, l’aumento di volume del feto, la perdita di elasticità dei vasi e l’aumento di peso. Stare molte ore ferme in posizione seduta potrebbe essere pericoloso e aumentare il rischio di trombosi venosa agli arti inferiori.
Gravidanza e volo aereo: ecco i consigli
Nel caso in cui la donna, in accordo con il proprio medico, decida di volare in gravidanza, può adottare delle accortezze utili a minimizzare i rischi:
- Richiedere un posto in prima fila,vicina ai portelloni di sicurezza o dal lato corridoio. In queste zone gli spazi sono più ampi e confortevoli e permettono alla donna di muovere e distendere le gambe.
- Idratarsi ad intervalli regolari prima e durante tutto il viaggio, per evitare una possibile disidratazione.
- Utilizzare delle calze a compressione graduata per favorire la circolazione sanguigna.
- Nel limite del possibile, cercare di fare dei movimenti per tenere attivo il sistema circolatorio. Quindi ruotare polsi e caviglie o fare piccoli piegamenti con le ginocchia.
- Quando possibile alzarsi e camminare lungo il corridoio.
- Indossare scarpe e abiti comodi, che non comprimano gli arti e non stringano in vita.
- Evitare il consumo di caffè o tè.
Passare dal body scanner fa male al feto?
Quando si parla di viaggi in aereo, sarebbe improprio considerare solo i rischi legati al volo stesso. Negli aeroporti infatti, esistono alcune misure che potrebbero essere dannose per il feto: i body scanner.
Dal momento che questi dispositivi utilizzano le onde elettromagnetiche a bassa frequenza o i raggi X, sono molte le donne che si chiedano se passare attraverso questi controlli possa arrecare danno al feto.
Anche la comunità scientifica si è posta questi interrogativi e negli anni sono stati numerosi gli studi a riguardo. Ciò che è emerso è che non è possibile stabilire con assoluta certezza gli effetti sul feto.
Va comunque precisato che la maggior parte degli aeroporti europei, per controllare i passeggeri impiega body scanner a campo magnetico (ovvero caratterizzati da onde radio a bassa energia), mentre gli scanner raggi X sono generalmente dedicati ai bagagli. In altri aeroporti, invece, la tecnologia a raggi X viene utilizzata anche per scansionare le persone.
I dispositivi elettromagnetici sono generalmente meno rischiosi per la salute, tanto che la S.I.Di.P (Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno-Fetale), li ha dichiarati non pericolosi. Infatti, le onde utilizzate da questa tipologia di scanner non sono onde ionizzanti e pertanto non interagiscono con il DNA.
Tuttavia, dal momento che gli studi fino ad oggi non hanno potuto stabilire o escludere con certezza i rischi, nel 2011 l’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), ha classificato le onde elettromagnetiche come agenti cancerogeni del gruppo 2B, ovvero come sospetti cancerogeni. Ciò non significa che provochino cancro, significa invece che non vi sono prove scientifiche atte ad escluderlo.
Per quanto riguarda gli altri dispositivi, la cancerogenicità dei raggi X è conosciuta, ma poiché la quantità emessa è molto bassa, pare non vi sia comunque un rischio per la salute del feto.
Nonostante queste rassicurazioni, la S.I.Di.P sconsiglia comunque (ove possibile) l’uso di questi dispositivi, almeno nel primo trimestre di gravidanza e soprattutto per quanto riguarda gli scanner che utilizzano i raggi X.
Alcuni ginecologi preferiscono richiedono per la propria paziente, un esonero dai controlli effettuati tramite body scanner. In questi casi il personale aeroportuale procederà con una perquisizione manuale.
Le radiazioni assorbite in volo fanno male al feto?
Viaggiare in aereo comporta l’esposizione ad una piccola quantità di radiazioni, dette radiazioni cosmiche. Queste sono emesse dal sole, da tutto ciò che compone la via lattea e dalle altre galassie. Sulla Terra c’è una schermatura naturale data dalla magnetosfera, che in parte blocca le radiazioni. Questa protezione è più intensa nella zona equatoriale e più debole man mano che ci si avvicina verso i poli.
Per forza di cose la protezione viene meno mentre si è in volo ma la quantità di raggi ricevuti, dipende da diversi fattori come la durata del volo, l’altitudine, la zona sorvolata e l’attività solare di quel momento.
Al momento, la dose stimata di raggi X a cui si è sottoposti durante un volo intercontinentale (ad elevata altitudine) della durata di otto ore, è equivalente alla dose di due radiografie dentali (1-2 microsievert).
Considerando che, consumando una banana (che contiene potassio), si assorbe 0,1 microsievert, fare un viaggio di questo tipo equivale a mangiare dieci o venti banane.
Si può quindi concludere che le radiazioni assorbite durante un volo aereo, costituiscano un rischio per il feto pressoché nullo, fermo il fatto di consultarsi sempre con il proprio medico o il proprio ginecologo.