La vaccinazione antinfluenzale in gravidanza è consigliata a tutte le donne che aspettano un bambino?
È sicura o presenta delle controindicazioni? E quando bisogna farla?
Andiamo alla scoperta di tutto quello che c'è da sapere sul tema del vaccino influenzale in gravidanza
Perché eseguire la vaccinazione antinfluenzale in gravidanza
L'influenza è una malattia virale che tipicamente si presenta durante i mesi invernali, momento nel quale raggiunge il suo picco di diffusione.
Sebbene nella maggior parte delle persone sane e con un sistema immunitario forte, essa non provochi conseguenze rilevanti, per le donne incinte l'indicazione, raccomandata anche dal Ministero della Salute italiano, è quella di eseguire la vaccinazione antinfluenzale.
Il siero, che può essere inoculato in qualunque momento della gestazione, è considerato sicuro e rappresenta l'unica forma di prevenzione (e di protezione) efficace per questa patologia.
Il vaccino contro l'influenza in gravidanza ha infatti la capacità di ridurre del 50% la possibilità che la donna venga ricoverata in Ospedale in seguito a complicazioni determinate dalla malattia, mentre allo stesso tempo diminuisce del 63% il rischio che il neonato contragga infezioni respiratorie e otiti durante i primi due mesi di vita.
Esso, inoltre, aiuta a prevenire la probabilità di incorrere nel parto prematuro e nel basso peso neonatale al momento della nascita.
La vaccinazione, quindi, non è consigliata solo per tutelare la salute della madre, ma anche quella del neonato, il quale risulterà protetto dal virus grazie al passaggio degli anticorpi prodotti dall'organismo materno e trasmessi attraverso la placenta.
Per i bambini molto piccoli, ovvero per quelli con meno di sei mesi di età, contrarre una malattia come quella dell'influenza può essere pericoloso: ecco che, invece, somministrando la vaccinazione alla madre durante la gravidanza, anche il piccolo potrà godere di una riduzione della probabilità di sviluppare infezioni respiratorie e otiti durante i primi due- sei mesi di vita.
Il vaccino inoltre aiuta a prevenire l'insorgere di problematiche respiratorie più gravi in tutti quei soggetti più fragili.
Ad esempio, è consigliato per le donne in gravidanza perché riduce la possibilità di contrarre broncopolmoniti o polmoniti, le quali possono verificarsi nella donna incinta in seguito a un abbassamento delle difese immunitarie e alla sua capacità di respiro profondo già ridotta a causa della compressione toracica esercitata dal feto.
Vaccino antinfluenzale e gravidanza: è sicuro?
La preoccupazione più rilevante e diffusa tra le donne incinte relativa a questo tema, è che il vaccino antinfluenzale in gravidanza non sia sicuro e che possa costituire un fattore di rischio per lo sviluppo fisico del feto.
In realtà, i sieri approvati in Italia che vengono proposti alle gestanti non presentano alcun rischio per la salute, in quanto vengono realizzati con i virus influenzali resi inattivi dalle modalità di preparazione.
L'unica conseguenza negativa che può interessare la donna è, come tutte le altre vaccinazioni, la comparsa di reazioni avverse.
Queste, che generalmente sono di lieve entità e hanno una durata temporanea, comprendono febbre, irritazione e rossore nell'area dove viene eseguita la puntura, dolori articolari, mal di testa, spossatezza e nausea.
In caso di febbre dopo la somministrazione del vaccino antiinfluenzale la gestante può tranquillamente assumere il paracetamolo.
Il vaccino antinfluenzale non viene proposto alle donne incinte di routine in tutti i Paesi, e molto dipende dalla singola nazione di appartenenza.
Se in Canada e negli USA, infatti, esso viene consigliato a tutte le donne indipendentemente dal loro stato di salute e dal mese di gestazione, in Australia viene eseguito a partire dal secondo trimestre, mentre in Germania e nel Regno Unito la scelta viene lasciata alla singola paziente e il siero non viene inserito in una specifica routine.
Non essendoci ancora dati esaustivi, l'indicazione fornita dall'Istituto Superiore di Sanità italiano è quella di consigliare il vaccino antinfluenzale a tutte le donne che presentano una situazione di rischio maggiore fin dal primo trimestre; per le altre categorie si tende ad aspettare l'inizio del secondo trimestre, seguendo di volta le medesime linee guida delle vaccinazioni eseguiti sule altre categorie di soggetti.
Vaccinazione antinfluenzale in gravidanza: quando è controindicata
La vaccinazione antinfluenzale in gravidanza viene generalmente consigliata a tutte le donne in quanto non presenta particolari controindicazioni.
Essa, tuttavia, può essere rimandata qualora la gestante si trovasse in uno stato di malattia febbrile, mentre può essere sospesa se si presentasse una situazione di marcata ipersensibilità a determinati principi attivi.
Come succede anche con altri tipi di vaccini, anche quello contro l'influenza non può essere proposto ad alcune categorie di soggetti, come ad esempio:
- individui allergici. L'allergia a componenti specifici si manifesta con orticaria, tachicardia, difficoltà a respirare, svenimento, debolezza, confusione mentale;
- il vaccino iniettato per via intramuscolare necessita di particolari attenzioni qualora la persona soffrisse di disturbi della coagulazione e di trombocitopenia, perché può insorgere un sanguinamento anomalo;
- allergia alle uova grave. In questo caso è però possibile orientarsi verso sieri formulati senza questo specifico ingrediente;
- sindromedi Guillain-Barré. Questa condizione è una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso periferico e che causa la degenerazione progressiva.
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La vaccinazione antinfluenzale in gravidanza viene proposta e consigliata a tutte le donne, soprattutto a partire dal secondo trimestre, ed è gratuita.
Essa protegge i soggetti più fragili dalla possibilità di sviluppare conseguenze gravi e rappresenta una forma di ulteriore protezione per il bambino al momento della nascita.
In particolare, i rischi legati al contrarre l'influenza stagionale in gravidanza sono costituiti da:
- parto pretermine;
- sofferenza fetale;
- maggiori possibilità della madre di subire un ricovero ospedaliero;
- parto cesareo;
- riduzione della crescita fetale;
- più possibilità che il neonato venga ricoverato nei primi cinque mesi di vita;
Prima di eseguire la vaccinazione, occorre tenere presente che essa, per garantire una copertura efficace dai virus, necessita di alcune settimane, pertanto si consiglia di programmarne le somministrazione in anticipo, in modo da non risultare scoperte in concomitanza con il picco epidemiologico stagionale.
La vaccinazione si esegue presso il proprio medico di base e nelle sedi ASL del proprio territorio di appartenenza.