Cosa comporta avere un ematocrito basso in gravidanza? Quali sintomi sono collegati a questa condizione e quali conseguenze possono avere sulla mamma e sul bambino?
Andiamo alla scoperta di tutto quello che c'è da sapere sulla cosiddetta "anemia gravidica".
Cosa significa avere l'ematocrito basso in gravidanza
L'anemia, ovvero quella particolare condizione che si verifica quando il sangue ha una ridotta capacità di trasportare ossigeno, è caratterizzata solitamente da un ematocrito definito "basso".
Un hgb basso in gravidanza è, tuttavia, una condizione abbastanza comune, in quanto con il procedere della gestazione aumenta nella futura mamma la richiesta di ferro.
Per valutare la situazione e determinare se vi è una situazione preoccupante, è indispensabile eseguire l'esame dell'emocromo, il quale ha come obiettivo quello di valutare le caratteristiche e il numero delle cellule del sangue. Il valore più importante da monitorare è l'emoglobina.
È molto frequente che la quantità e le caratteristiche dei globuli rossi in gravidanza si modifichino, andando a determinare una sideropenia nella donna, ovvero una carenza di ferro, via via che passano le settimane.
Tuttavia, ad incidere su questa condizione vi è anche l'aumento del volume plasmatico e l'aumento del volume dei singoli globuli rossi all'interno del sangue, mentre in casi più rari possono essere presenti patologie genetiche o ereditarie.
Per individuare una sospetta anemia, si esegue l'emocromo, ovvero un esame gratuito che viene fornito dal Sistema Sanitario Nazionale a tutte le donne incinte e che solitamente viene eseguito all'inizio della gravidanza (in genere si prescrive entro le 13 settimane), per poi essere ripetuto a metà (28 settimane) e verso la fine, ovvero intorno alle settimane 33-37.
L'analisi dell'emocromo permette di individuare le donne che presentano l'emoglobina bassa in gravidanza, la quale deve rispettare il range fissato dagli esperti.
Ma quali sono i valori di riferimento del ferro in gravidanza e come capire se si è di fronte a una situazione potenzialmente pericolosa? Le donne sono considerate anemiche quando presentano un livello di emoglobina Hb pari a:
- primo trimestre: emoglobina inferiore a 11 g/dL; ematocrito inferiore al 33%;
- secondo trimestre: emoglobina inferiore a 10,5 g/dL; ematocrito inferiore a 32%;
- terzo trimestre: emoglobina inferiore a 11 g/dL; ematocrito inferiore a 33%;
Come diagnosticare l'anemia in gravidanza
Anemia e gravidanza sono due condizioni che sono spesso presenti insieme, ma come si diagnostica questa problematica? Oltre ai sintomi fisici riportati dalla donna, l'esame che indispensabile per certificare l'esistenza dell'anemia gravidica sono le analisi del sangue.
Il medico prescriverà l'esecuzione di un emocromo completo: in particolare, si andrà ad osservare il livello di emoglobina, la concentrazione dei globuli rossi, l'ematocrito, nonché il dosaggio della sideremia (ovvero la concentrazione di ferro nel sangue), della ferritina (le scorte di ferro immagazzinate dall'organismo), dell'acido folico, della vitamina B12 e della trasferrina, cioè la proteina incaricata di trasportare il ferro nel sangue.
Un mcv basso in gravidanza rappresenta una riduzione del volume delle cellule dei globuli rossi, ed è tipica della cosiddetta "anemia da carenza di ferro".
Tale condizione è caratterizzata anche dall'ematocrito basso, ovvero da un volume plasmatico occupato dagli eritrociti inferiore ai valori considerati normali.
Oltre a tutto ciò, diminuiscono i livelli di ferro sierico e di ferritina, mentre aumentano quelli della ferritina.
Esistono, poi, altre forme di anemia, determinate ad esempio dalla carenza dei folati o della vitamina B12.
Le diverse forme di anemie in gravidanza
Durante la gravidanza la futura mamma può andare incontro a diverse forme di anemia, fra cui quella da carenza di ferro, quella da carenza da folati o quella da carenza di vitamina B12.Per la produzione degli eritrociti, infatti, è necessario che vi sia un apporto corretto di ferro, di acido folico e di vitamina 12.
Gli eritrociti bassi in gravidanza, ad esempio, possono essere la conseguenza di una dieta sbagliata o eccessivamente restrittiva, la quale provoca una carenza di ferro, mentre se a essere scarsa è anche la quantità di acido folico o di vitamina B12, allora l'anemia viene detta perniciosa.
L'anemia da carenza di ferro, che nella maggior parte dei casi trova le sue cause più probabili in errori nell'alimentazione, in flussi mestruali particolarmente abbondanti o in una gestazione occorsa poco tempo dopo la precedente, può determinare un aumento del rischio di parto pre termine e un basso peso del neonato alla nascita.
Le donne che soffrono di carenza di ferro possono andare incontro a mchc basso in gravidanza, ovvero un valore che identifica la quantità di emoglobina inferiore alla media.
Nel caso della carenza di folati, i globuli rossi bassi in gravidanza potrebbero provocare delle complicazioni nello sviluppo del feto: è stato riscontrato, infatti, che una scarsa presenza di acido folico e di vitamina B12 possono provocare malformazioni al feto, come ad esempio la spina bifida.
I sintomi dell'anemia in gravidanza
Quali sono i sintomi principali che caratterizzano una condizione di ferro basso in gravidanza? Sebbene inizialmente l'anemia gravidica non si distingua per la presenza di manifestazioni fisiche evidenti, in seguito possono comparire un senso di affaticamento costante e una sensazione di affanno.
Altri sintomi di un hct basso in gravidanza comprendono:
- pallore;
- ipotensione;
- tachicardia;
- debolezza;
- mancanza di respiro;
- svenimenti;
- dolore al petto;
- mani e piedi freddi;
- mal di testa;
- battito cardiaco irregolare;
- irritabilità;
- difficoltà di concentrazione;
Fra i fattori di rischio che predispongono maggiormente le donne a sviluppare l'anemia, oltre alle patologie ereditarie, troviamo:
- gravidanza gemellare;
- breve intervallo tra due gravidanze;
- età gestazionale molto bassa;
- nausea gravidica;
- fumo,
- dieta scarsa;
- presenza di fibromi uterini;
- malnutrizione,
- consumo di alcol;
- assunzione di farmaci;
- flusso mestruale particolarmente abbondante prima della gravidanza;
Ematocrito basso in gravidanza: quali soluzioni
Qualora dalle analisi il medico individuasse un rbc basso in gravidanza, ovvero un numero ridotto di globuli rossi, associati a una situazione di anemia, è possibile mettere in atto diverse soluzioni.
In genere la terapia prevede un'integrazione di ferro specifica, da portare avanti per tutto il corso della gestazione.
Alla donna vengono prescritti integratori a base di solfato ferroso per via orale, il quale, tuttavia, può dare luogo a spiacevoli effetti collaterali.
Fra questi i più comuni sono:
- diarrea;
- gonfiori addominali;
- nausea;
- bruciori di stomaco;
- costipazione;
- feci di colore più scuro;
Per limitare tali effetti, è consigliabile assumere il ferro la sera, o subito prima dei pasti o prima di andare a letto, sebbene questi integratori siano più efficaci se assunti a stomaco vuoto.
Al fine di migliorare l'emocromo basso in gravidanza, è anche possibile prestare maggiore attenzione alla varietà e alla qualità della propria dieta.
Alimenti di ricchi di ferro che sono particolarmente consigliati alle donne anemiche comprendono:
- i cereali integrali;
- la verdura a foglia verde (rucola, spinaci, bieta);
- la frutta secca;
- i legumi;
- il pesce;
- la carne (in particolare le frattaglie, il fegato, il tacchino e la carne di cavallo);
- uova;
Per migliorare l'assorbimento del ferro è inoltre consigliabile abbinare questi alimenti con quelli che contengono vitamina C, come ad esempio i kiwi, gli agrumi, i pomodori, i broccoli e i peperoni.
Al contrario, è preferibile limitare alcuni tipi di bevande, come ad esempio il caffè o il tè.