L'ipercolesterolemia in gravidanza è sempre una condizione preoccupante o, invece, un leggero aumento di questo valore è considerato normale durante i mesi della gestazione?
Approfondiamo l'argomento con un focus sul legame che intercorre tra colesterolo alto e gravidanza.
Quale rapporto c'è tra colesterolo alto e gravidanza
Il colesterolo è una sostanza fondamentale per lo sviluppo dell'embrione durante la gestazione. È proprio grazie alla sua presenza, infatti, che si possono formare le membrane cellulari del feto e che il corpo della madre può sintetizzare gli ormoni steroidei responsabili proprio della creazione delle membrane tessutali.
L'aumento del colesterolo in gravidanza è considerato fisiologico se si mantiene entro certi limiti, e in genere non deve destare preoccupazione.
Durante la gestazione, infatti, la donna va incontro ad una serie di importanti modificazioni nell'assetto del suo organismo, fra cui rientra anche un incremento del colesterolo.
Questa sostanza è essenziale sia nella fase che precede l'annidamento dell'embrione nell'utero, che per lo step successivo, ovvero la produzione del progesterone; sarà grazie al progesterone che il corpo della donna riuscirà a far progredire la gestazione e in seguito il colesterolo si rivelerà importantissimo anche per la corretta formazione del feto.
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I valori del colesterolo in gravidanza aumentano a partire dal quarto mese di gestazione, per poi raggiungere il loro picco massimo intorno all'ottavo mese.
In seguito, i parametri tornano normali dopo il parto e, intorno alle quattro- sei settimane dalla nascita (soprattutto se la donna allatta al seno), il colesterolo rientra definitivamente nel range di riferimento che aveva prima della gestazione.
Quali sono i valori del colesterolo in gravidanza
Durante le prime settimane di gravidanza si assiste a un lieve calo dei valori di colesterolo, i quali tendono poi aumentare progressivamente a partire dal quarto mese e a raggiungere il loro picco massimo verso l'ottavo.
Sebbene il colesterolo totale alto in gravidanza sia considerato normale, è importante che esso non superi una certa soglia, o potrebbero verificarsi seri rischi per la salute della mamma e del bambino. Al momento non esistono ancora valori definiti, tuttavia si sa che, in linea di massima, il colesterolo non dovrebbe superare i 337 mg/dL.
Secondo alcuni, il limite massimo da non superare sarebbe pari a 280-290 mg/dL a fine gravidanza, mentre per altri esso dovrebbe mantenersi tra i 200 e 337 mg/dL, tenendo presente che, secondo gli studi effettuati, durante il primo trimestre di gestazione il 78% delle donne presenta valori totali o superiori a 90 mg/dL.
Per quanto riguarda, invece, non il colesterolo totale, ma solo quello LDL (ovvero quello considerato "cattivo"), esso nella metà delle gravidanze supera valori pari a 55 mg/dL; sembra tuttavia che durante la gestazione questo incremento venga controbilanciato da un aumento del colesterolo "buono", che svolge una funzione protettiva, con parametri che tornano normali dopo il parto.
Quali sono i rischi nell'avere il colesterolo alto in gravidanza?
Se è vero che l'aumento del colesterolo in gravidanza è considerato normale, esso rimane comunque un parametro che non deve sorpassare una certa soglia. In caso contrario si può verificare una condizione nota con il nome di ipercolesterolemia gravidica.
I rischi legati ad avere il colesterolo molto alto durante la gestazione includono la possibilità di incorrere in un parto prematuro e un aumento della possibilità di sviluppare ictus, infarto e aterosclerosi. L'ipercolesterolemia, inoltre, favorisce l'ipertensione, la quale a sua volta può rendere più facile per la mamma andare incontro a una pericolosa condizione nota col nome di preeclampsia.
C'è poi da considerare un altro aspetto legato all'ipercolesterolemia: la variazione dei livelli di lipidi, insieme all'aumento degli estrogeni e a una maggior resistenza all'insulina, può predisporre all'assunzione di peso e all'aumento della massa grassa nel corpo.
Sebbene non sia ancora chiara quale sia l'esatta quantità di colesterolo che passa dalla mamma al feto, è evidente che il livello di questa sostanza influenza il feto fin dalla sua vita intrauterina.
Gli studi scientifici non hanno ancora fatto luce completa su questo aspetto, tuttavia sembra che il colesterolo alto in gestazione possa favorire delle modifiche della placenta e, di conseguenza, possa aumentare la quantità di colesterolo che viene trasmessa nel flusso ematico del feto.
Si è visto, infatti, che bambini nati da madri che hanno avuto parametri molto alti di colesterolo in gravidanza, hanno poi avuto probabilità fino a cinque volte maggiori rispetto agli altri di sviluppare un'ipercolesterolemia da adulti. Colesterolo alto e gravidanza, quindi, sono due aspetti da tenere monitorati con l'aiuto del proprio medico.
Colesterolo e gravidanza: come questo valore influenza la fertilità
Avere valori eccessivamente alti di colesterolo se si è alla ricerca di una gravidanza, può avere un impatto negativo sulla fecondità della coppia. Secondo alcuni recenti studi scientifici, l'ipercolesterolemia affligge tanto la donna (che ha più difficoltà a rimanere incinta), che l'uomo.
Quest'ultimo, ad esempio, riscontra un abbassamento nella qualità dello sperma e nella sua produzione. Anche la situazione opposta tuttavia, ovvero la mancanza di una sufficiente quantità di grassi, può sortire il medesimo effetto e rendere arduo concepire e portare avanti una gestazione.
Le coppie che sono alla ricerca di un figlio e che presentano parametri molto alti di colesterolo, dovrebbero prestare attenzione al loro stile di vita, e mettere in campo delle buone abitudini che possono portare a un abbassamento di tali valori.
Per tornare ad avere un livello ottimale di grassi, è importante:
- evitare di consumare alcol;
- evitare di assumere alimenti caratterizzati da abbondanti quantità di grassi "cattivi", e preferire quelli ad alto contenuto di colesterolo "buono";
- non fumare;
- praticare esercizio fisico. Per abbassare il colesterolo è fondamentale fare sport in modo regolare, ad esempio camminando o eseguendo attività che abbiano un certo impatto aerobico;
- seguire una dieta sana, ricca di alimenti freschi, di frutta e di verdura;
- bere una quantità d'acqua sufficiente;
- assumere regolari quantità di fibra attraverso l'alimentazione;
- condurre una vita attiva e non troppo sedentaria;
- non eccedere con gli zuccheri e con la caffeina;
- ridurre la quantità di grassi assunte con l'alimentazione e considerare un percorso di dimagrimento da concordare insieme al proprio medico.