Vernice caseosa del neonato: a cosa serve?

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 02 Settembre, 2024

bimbo appena nato con vernice caseosa

Che cos'è la vernice caseosa che ricopre la pelle del neonato al momento del parto? A cosa serve e quali funzioni ha? Scopriamo di più su questa sostanza prodotta dal corpo umano.

Che cos'è la vernice caseosa?

La vernice caseosa, o vernix caseosa, è una sostanza di colore bianco e dalla consistenza cerosa che ricopre il corpo del neonato al momento della nascita. Viene prodotta già durante la gestazione, quando il feto si trova ancora all'interno dell'utero e assolve a numerose funzioni molto importanti per la salute del bambino.

La parola vernix deriva dal latino e significa, appunto "vernice", mentre il termine caseosa fa riferimento al particolare aspetto della sostanza, che ricorda il latte cagliato. Essa viene prodotta dal feto a partire dalla 21esima settimana di gestazione, quando le cellule del periderma vengono progressivamente sostituite da quello dello strato corneo.

Esse si mescolano con le secrezioni di sebo fino a formare questa sorta di vernice, la quale tenderà progressivamente a ricoprire l'intero corpo del feto. Il processo termina in genere verso la fine del terzo trimestre e, se il neonato nasce a termine, si nota la sua presenza al momento del parto.

Nei neonati nati dopo il termine, ovvero verso la 42esima settimana di gravidanza, è invece molto probabile che la vernice caseosa sia meno presente. Il motivo è dovuto al fatto che parte della vernice viene emulsionata in virtù di una concentrazione maggiore di surfattanti polmonari, con la conseguenza che essa tenderà a seccarsi e ad essere consumata dal feto. 

La vernice caseosa ricopre una funziona importantissima, dal momento che essa protegge la pelle dal contatto con il liquido amniotico, che potrebbe macerarla. La sua composizione può variare, ma in genere essa è costituita da sebo, dai peli che formano il lanugo (o lanuggine) e dalle cellule dell'epidermide.

La vernice è quindi formata all'80% da acqua, a cui si somma un 10% di proteine e un 10% di lipidi. Questi ultimi contengono colesterolo, ceramidi, trigliceridi, fosfolipidi, acidi grassi, esteri cerosi e sterolici e squalene.

A cosa serve la vernice caseosa?

La vernix caseosa assolve a numerosi compiti, fra cui ad esempio:

  • protezione e impermeabilizzazione della pelle del feto durante le settimane di gravidanza, in modo che essa non vada incontro a macerazione in seguito al contatto prolungato con il liquido amniotico. L'abbondante presenza di lipidi contenuti nella vernice fa in modo che la pelle non assorba troppa acqua e offre idratazione e nutrimento;
  • azione preventiva nei confronti delle infezioni, visto che essa, oltre a contenere sostanza dall'azione antimicrobica (come la lattoferrina e la lisozima), funge anche da vera e propria barriera fisica;
  • lubrificazione della pelle del feto, che rende più facile lo scorrimento del neonato lungo il canale del parto al momento della nascita;
  • azione termoregolativa del corpo del bambino appena nato. Numerosi studi hanno dimostrato che lasciare uno strato di vernice caseosa sulla pelle del bimbo dopo il parto aiuta a stabilizzare la sua temperatura corporea e a ridurre la possibilità che esso incorra in ipotermia
  • supporto nel processo di guarigione dalle ferite della pelle;
  • umidificazione della pelle, sia durante la vita intrauterina che nelle ore immediatamente successive al parto;
  • nutrimento per la pelle del feto, essendo ricca di vitamina E.

È interessante notare come l'abbondante quota lipidica presente nella vernice caseosa, che è anche la responsabile dello strato di impermeabilizzazione di cui beneficia la pelle del feto, può tuttavia ostacolare la misurazione del battito cardiaco fetale durante lo svolgimento dell'elettrocardiogramma.


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Perché non rimuovere subito la vernice caseosa dopo il parto

Fino a pochi anni fa l'indicazione che veniva seguita nei reparti ospedalieri era quella di eliminare immediatamente lo strato di vernice caseosa nei neonati appena venuti al mondo. Essa veniva quindi lavata via completamente durante il primo bagnetto fatto al bimbo subito dopo il parto.

In realtà, secondo le ultime ricerche scientifiche, sarebbe preferibile non rimuovere la vernice immediatamente dopo il parto, ma cercare di mantenerla. Con il passare delle ore, essa può essere rimossa utilizzando degli oli vegetali, in modo che i lipidi non irrancidiscano danneggiando la delicata pelle del bimbo.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nelle sue linee guida più aggiornate sottolinea l'importanza di attendere almeno sei ore (idealmente le ore sarebbero 24) prima di effettuare il primo bagnetto al neonato. 

Secondo alcuni studi, i benefici maggiori riguardo al mantenere la vernice caseosa anche post nascita, si concentrano tra le 24 e le 48 ore dopo il parto, tuttavia in alcuni casi rispettare questa indicazione è impossibile.

Se, ad esempio, sono presenti delle tracce di meconio all'intero del liquido amniotico, è necessario procedere a pulire il bambino. Il meconio sono le prime feci del neonato si presentano come una sostanza di colore nero- verdastro piuttosto densa e appiccicosa.

Qualora, invece, non fossero presenti tracce di meconio, allora si può fare richiesta di posticipare il bagnetto, procedendo a rimuovere le tracce di sangue e di liquido amniotico con un panno umido. Può inoltre essere utile massaggiare la vernice caseosa con molta delicatezza sulla pelle del bimbo, in modo da farla assorbire bene.

Tale sostanza favorisce l'acclimatamento del neonato dopo la nascita, inoltre, avendo lo stesso odore del liquido amniotico e delle ghiandole che sono localizzate intorno all'area del capezzolo, favorisce l'attaccamento al seno e l'avvio naturale dell'allattamento.

Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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