L’osteopatia è una medicina complementare, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dal 2010, che può interessare non solo gli adulti ma anche i bambini.
Si configura come un tipo di terapia manuale che deve essere svolta da professionisti specializzati, attraverso tecniche manipolative delicate e precise, ma che non è esente da dibattiti. In Italia, infatti, il riconoscimento dell’osteopata come professione sanitaria è arrivato in via ufficiale soltanto nel 2021.
Per quanto riguarda, invece, l’osteopatia neonatale, si tratta di una branca dell’osteopatia che tratta alcuni disturbi e condizioni dell’età evolutiva che si possono manifestare sin dalla nascita del neonato.
Ma come funziona e cosa fa l’osteopatia al neonato? Quando si può ricorrere a questi trattamenti e cosa c’è da sapere? Oggi approfondiamo questo argomento.
Come funziona l’osteopatia per neonati?
L’osteopatia pediatrica si basa su una serie di pratiche e manipolazioni corporee volte ad individuare malformazioni o disfunzioni nel neonato che è possibile siano sopraggiunte già nella vita intrauterina oppure durante il parto o il post parto.
Infatti, già con il parto, specialmente se lungo e travagliato o che ha richiesto l’uso di particolari dispositivi (per esempio ventosa o forcipe) oppure manovre difficoltose, il corpo del neonato subisce tensioni e compressioni che potrebbero provocare lesioni o asimmetrie alla struttura ossea.
Ecco perché, come accennato in precedenza, l’osteopata può intervenire sin dai primi mesi di vita del neonato sull’apparato muscolo-scheletrico in un'ottica di prevenzione contro eventuali ed ulteriori disfunzioni strutturali, delle membrane interne o dei legamenti.
Dunque, al fine di ottenere una diagnosi completa, dopo l’anamnesi (supportata anche dalle informazioni fornite dai genitori sul neonato) e durante la visita, l’osteopata praticherà lentamente una serie di manovre e movimenti al neonato, cercando di individuare, manualmente ed esercitando un po’ di pressione, possibili traumi, squilibri, asimmetrie, sproporzioni del cranio o disfunzioni posturali.
La terapia potrà avere una durata variabile, a seconda delle condizioni del neonato e dovrà essere praticata da un esperto, anche per evitare il rischio di possibili lesioni agli arti.
Quando portare il neonato dall’osteopata?
Dopo aver visto in cosa consiste l’osteopatia pediatrica, vediamo insieme quali sono i casi in cui il neonato può ricorrere a questo trattamento, sempre dopo l’opportuna valutazione del professionista.
Plagiocefalie
La plagiocefalia è un asimmetria del cranio, tipica dei neonati, contraddistinta da un appiattimento di una parte della testa del neonato, che va distinta dalla craniosinostosi, un’anomalia congenita del cranio legata alle chiusura prematura delle suture craniche, solitamente trattata chirurgicamente.
La forma più diffusa è la cosiddetta plagiocefalia posizionale, che si verifica quando il neonato mantiene per tanto tempo la posizione della testa su uno stesso lato, in modo persistente e duraturo, creando una deformazione a livello del capo.
Il trattamento osteopatico attraverso pratiche e manovre cranio-sacrali, così come alcuni accorgimenti che dovranno mettere in pratica i genitori (per esempio, avendo cura di far cambiare lato di appoggio della testa al neonato quando riposa) potranno aiutare a ridurre l’asimmetria.
Disturbi del sonno del neonato
I disturbi del sonno nel neonato possono essere causati da diversi fattori, molti dei quali sono fisiologici e legati alla crescita.
L'intervento dell'osteopata per neonati, tramite massaggi e tecniche craniche, può aiutare a rilassare i tessuti interni, cercando così di riequilibrare la capacità di autoregolazione del neonato e di intervenire anche su altre problematiche che possono disturbare il sonno (come ad esempio coliche, reflusso, problemi respiratori).
Reflusso gastroesofageo
Il reflusso è molto comune nei neonati, provocando fastidio, rigurgiti e coliche in seguito alla risalita verso l’esofago del contenuto gastrico.
Le cause del reflusso sono varie e spesso sono collegate anche al tipo e alle modalità di allattamento.
Con l’osteopatia, in poche sedute, è possibile trattare questo disturbo, attraverso manovre praticate intorno all’addome, volte ad alleviare le tensioni viscerali e muscolo-scheletriche che impediscono la corretta digestione del neonato.
Coliche
Anche le coliche sono molto diffuse tra i neonati, causando pianto, dolore, contrazioni e l’emissione di gas dall’intestino.
Il trattamento osteopatico può aiutare a lenire il fastidio dovuto alle coliche gassose attraverso massaggi addominali e manipolazioni che mirano a sciogliere le contrazioni nell’intestino, ma agendo anche sul cranio e la colonna cervicale per intercettare le aree in cui si trova il nervo vago (responsabile della coordinazione).
Difficoltà durante l’allattamento
L’osteopatia può essere presa in considerazione anche durante l’allattamento, in presenza di tensioni muscolo-scheletriche che possono influire sulla suzione del neonato.
Come accennato in precedenza, già durante la vita intrauterina il feto può subire dei traumi a cui possono seguire alcune deformazioni o rigidità del collo o del cranio, che potrebbero rendere più difficoltosi i movimenti posturali e della testa del neonato durante l’allattamento al seno.
Tramite pratiche delicate e accurate, volte a sciogliere le tensioni muscolari e articolari, il supporto dell’osteopata neonatale può contribuire a migliorare la suzione.
Stipsi
Anche nei casi di stitichezza, dopo un’opportuna valutazione del professionista, si può ricorrere al trattamento osteopatico neonatale, per normalizzare le funzioni intestinali attraverso massaggi e tecniche viscerali o pratiche per intervenire sul nervo vago, sul cranio e sull’addome.
Sviluppo psicomotorio
L’approccio osteopatico può aiutare anche nei casi di ritardo nello sviluppo psicomotorio (che includono, per esempio, il gattonare o il camminare) e mira ad alleviare le tensioni muscolo-scheletriche e a recuperare il movimento, attraverso la messa in atto di esercizi utili a migliorare la coordinazione.
Inoltre, come accennato finora, l’osteopatia può interessare non solo i neonati, ma anche i bambini più grandi che, durante la fase di crescita, possono manifestare tensioni o difficoltà muscolo-scheletrica. Si potrebbe ricorrere a questa terapia, per esempio, in caso di otite (l’infiammazione dell’orecchio medio), perché le manovre del professionista sul capo possono contribuire a ripristinare la mobilità dell’osso temporale e il drenaggio del fluido dell’orecchio medio, andando così a ridurre l’infiammazione.
L’osteopatia può essere utile anche a trattare disturbi posturali nei bambini più grandi, così come alcuni disturbi visivi o dentali (per esempio le malocclusioni).
In ogni caso, prima di ricorrere al trattamento osteopatico è sempre opportuno consultarsi con il proprio pediatra, che dovrà escludere la presenza di altre patologie nel neonato.
Infine, come accennato in precedenza, si tratta di una terapia la cui efficacia è ancora oggetto di discussione e di revisione scientifica, per cui risultano necessari ulteriori studi da parte degli esperti prima che questa disciplina diventi di utilizzo routinario.