Cos'è la sindrome del bambino scosso, o Shaken Baby Syndrome

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 15 Ottobre, 2024

bimbo piange nella culla e mamma lo guarda sconsolata

Che cosa si intende per Sindrome del bambino scosso o, come viene anche comunemente chiamata, Shaken Baby Syndrome? Come si riconosce questa condizione e quali conseguenze può avere sulla salute del neonato? Approfondiamo l'argomento.

Sindrome del bambino scosso- Shaken Baby Syndrome: cos'è e come si manifesta

La Sindrome del bambino scosso, o Shaken Baby Syndrome (SBS) costituisce una delle più gravi forme di maltrattamento infantile e può riguardare i bambini fino all'età di cinque anni.

Per la maggior parte dei casi si verifica dentro le mura domestiche, quando il caregiver (sia esso un genitore, un parente o il personale dell'asilo nido), scuote violentemente il bambino provocandogli gravi danni alle strutture cerebrali.

Spesso ciò che dà avvio allo scuotimento è il pianto prolungato e inconsolabile del neonato, non a caso la Sindrome da scuotimento si verifica con più probabilità nel periodo temporale compreso tra le due settimane e i primi sei mesi di vita

Quando i lattanti sono così piccoli, infatti, la scatola cranica è ancora piuttosto fragile, mentre i muscoli del collo sono deboli e non riescono ancora a sostenere la testa.

Questo fa sì che, quando il capo del lattante viene sottoposto a forti sollecitazioni, il cervello sbatte all'interno della scatola cranica, andando incontro a lesioni significative. 

La Shaken Baby Syndrome si verifica quando il bambino viene tenuto fermo per il tronco e viene poi scosso con vigore: la testa tende a subire dei rapidi movimenti circolari e, non essendo ancora sostenuta dalla muscolatura del collo, determina che il contenuto della cranio venga sottoposto a un grave trauma.

A seconda della gravità dello scuotimento si può verificare la rottura dei vasi sanguigni, con conseguenti emorragie interne, oppure lesioni ai nervi cerebrali. Purtroppo anche traumi di breve durata (nell'ordine di alcuni secondi) posso causare seri danni alla struttura cerebrale del neonato.

I movimenti violenti del capo, come, appunto, gli scuotimenti, possono quindi danneggiare in modo gravissimo il cervello del bambino, tanto da provocare ritardi nell'apprendimento, fino ad arrivare addirittura al coma e, in alcuni casi, alla morte; la Sindrome del bambino scosso rappresenta una delle forme di violenza fisica più gravi in età infantile, nonché la prima causa di decesso infantile in conseguenza di abusi fisici.

I sintomi correlati alla sindrome da scuotimento

Scuotere un neonato con violenza può causare seri danni alla sua salute. In particolare, le conseguenze della Sindrome del bambino scosso possono includere la presenza di:

  • edema cerebrale. A seguito dei traumi ricevuti, nel cervello si forma un accumulo di liquido che, a sua volta, provoca un rigonfiamento (ovvero l'edema). L'edema preme contro i capillari andando a diminuire o bloccare l'afflusso di sangue al cervello, con la conseguenza che quest'ultimo riceverà una ridotta quantità di ossigeno. L'edema cerebrale, a seconda del flusso di sangue che riesce a raggiungere il cervello, può provocare mal di testa, crisi epilettiche o perdita di conoscenza;
  • emorragia retinica. L'emorragia retinica determina la comparsa di piccolissime macchie di sangue sulla retina;
  • ematoma subdurale. L'ematoma subdurale è un versamento di sangue che si verifica nelle meningi. Può provare vertigini, nausea, ma anche perdita di conoscenza e coma.

Un forte scuotimento nei neonati può provocare un'ampia varietà di sintomi, fra cui:

  • episodi di vomito;
  • irritabilità;
  • letargia e sonnolenza;
  • pianto lamentoso, prolungato e inconsolabile;
  • lividi nella zona delle braccia e del torace;
  • inappetenza;
  • difficoltà nella deglutizione;
  • assenza di vocalizzi o di sorrisi;
  • rigidità muscolare;
  • postura alterata;
  • difficoltà a respirare;
  • ritardi a livello motorio;
  • ritardi nell'apprendimento del linguaggio;
  • disturbi del comportamento;
  • comparsa di crisi convulsive;
  • episodi di svenimento;
  • ritardi neurologici;
  • frattura delle costole;
  • difficoltà del neonato a controllare i muscoli del collo;
  • pupille di grandezza differente;
  • parte anteriore della fontanella bombata;
  • circonferenza cranica più grande del normale.

Nei casi più gravi, ovvero quando lo scuotimento del neonato è particolarmente violento o prolungato, possono subentrare:

  • alterazione della coscienza;
  • convulsioni;
  • cecità;
  • paralisi cerebrale;
  • coma;
  • decesso.

Non è sempre facile riuscire a determinare quali sono i traumi causati dagli scuotimenti in tenera età, anche perché possono esserci notevoli variazioni di gravità da caso a caso, a seconda di quanto forti o ripetute nel tempo sono state le violenze.

Se il bambino viene condotto in Ospedale in seguito a lesioni particolarmente violenti, è comune osservare la presenza di costole fratturate, mentre in genere i medici sottopongono il piccolo anche a esami quali la TAC e la Risonanza Magnetica al cervello.

Purtroppo i danni neurologici dovuti agli scuotimenti possono comparire anche a distanza di tempo, quindi può essere che, a fronte di risultati diagnostici negativi, il cervello presenti comunque alterazioni neurologiche riscontrabili solo a distanza di molti mesi.

Se il bimbo sopravvive alle conseguenze della Shaken Baby Syndrome, in futuro potrà sviluppare con maggiori probabilità alcune problematiche, fra cui le più comuni sono:

  • disturbi dell'apprendimento;
  • disabilità fisiche o cognitive;
  • problemi alla vista;
  • disturbi del linguaggio;
  • epilessia;
  • ritardi nello sviluppo psicomotorio;
  • disturbi del comportamento;
  • ritardo mentale.

Sindrome del bambino scosso: quali sono i fattori di rischio

La Sindrome da scuotimento nel neonato si verifica spesso come reazione al pianto prolungato e, almeno per chi opera le violenze, ingiustificato, del bambino. Il caregiver che dovrebbe prendersi cura del piccolo, nel tentativo di placare i lamenti infantili, lo scuote con forza, perpetrando così i maltrattamenti senza (in alcuni casi), nemmeno rendersene conto.

Le figure coinvolte possono essere diverse: dai genitori ai parenti (nonni, zii,...), fino a baby sitter e al personale che lavora negli asili: potenzialmente tutte le figure che sono deputate all'accudimento del bambino possono rendersi responsabili di questa forma di violenza.

Nella maggior parte dei casi, lo scuotimento viene messo in pratica senza realmente sapere a quali danni andrà incontro il bambino. In realtà, il cervello del neonato è estremamente delicato e, se sottoposto a traumi fisici, può subire gravi conseguenze.

Fra i fattori di rischio che rendono i caregiver più esposto alla possibilità di divenire responsabile della Shaken Baby Syndrome, vi sono:

  • l'essere diventati genitori in giovane età;
  • gravi situazioni di disagio socio- economico;
  • assenza di aiuti durante i primi mesi di vita del bambino;
  • problemi di tossicodipendenza;
  • stati depressivi;
  • grave carenza di sonno;
  • aver avuto una storia pregressa di maltrattamenti in famiglia.

Come prevenire la Sindrome del bambino scosso

È molto raro che la Sindrome del bambino scosso si verifichi in seguito a banali incidenti domestici, come cadute o giochi, tuttavia, al fine di evitare il danneggiamento dell'apparato cerebrale del bimbo, esistono delle buone norme che è opportuno conoscere e rispettare.

Per prevenire la Shaken Baby Syndrome, è importante ad esempio:

  • non scuotere il neonato, né in momenti di gioco, né se si è in preda alla rabbia;
  • se ci si sente infastiditi in un modo fuori dalla norma dal pianto del bambino, collocare il neonato nella culla e uscire dalla stanza. Poi cercare di calmarsi ed eventualmente chiedere aiuto;
  • non tenere il bambino in braccio se si sta discutendo con qualcuno;
  • in presenza di umore alterato o stati depressivi, chiedere aiuto psicologico a professionisti;
  • chiedere il supporto di figure di riferimento, come amici o famigliari.
Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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