Cosa sentono i bambini appena vengono al mondo? È vero che questo senso è già completamente sviluppato? Come cambia l'udito nei neonati nel corso dei primi mesi di vita?
Scopriamolo insieme.
Lo sviluppo dell'udito nei neonati
L'udito, ovvero la capacità di percepire i suoni, è un senso estremamente importante e riveste un'importanza fondamentale soprattutto durante i primi anni di vita.
Poter ascoltare voci, rumori e melodie è, infatti, uno dei presupposti primari per lo sviluppo del linguaggio e non a caso l'udito è il primo senso del bambino destinato a formarsi.
Il feto comincia a percepire i primi suoni già dentro l'utero, addirittura intorno a quarto/quinto mese di gravidanza, mentre alcuni studi hanno confermato che già a partire dal sesto mese egli sarebbe in grado di riconoscere il timbro della voce materna.
Sebbene si trovi avvolto dal liquido amniotico, il feto sente i suoni sotto forma di vibrazioni sonore e tattili, e percepisce già la prima forma di relazione con il mondo esterno proprio grazie a questo senso.
Al momento della nascita, l'udito del neonato è già praticamente formato e funzionante, sebbene non ancora perfetto.
Un bambino appena nato è comunque in grado di avvertire i rumori, le voci e le diverse tonalità del linguaggio.
Alcuni bimbi sono molto reattivi ai suoni, e perciò tendono a sussultare quando avvertono un rumore improvviso, altri invece risultano essere meno sensibili.
L'udito del neonato nel corso dei primi mesi di vita
Già durante la vita intrauterina e, successivamente, una volta venuti al mondo, i neonati sentono un vasto repertorio di suoni, sebbene il loro apparato uditivo non sia ancora maturo al 100%.
L'area cerebrale associata all'udito non è ancora del tutto sviluppata ed è per questo motivo che un bimbo appena nato, oltre alla voce della mamma (che ha imparato a riconoscere durante i diversi mesi di gravidanza), avverte con maggior frequenza i suoni particolarmente acuti e intensi.
Come si sviluppa l'udito nei neonati durante i suoi primi mesi di vita?
Ecco le tappe che, in assenza di problematiche, il bimbo raggiunge da 0 a 12 mesi:
- 1° mese: l'udito dei neonati a un mese non è quindi ancora del tutto completo, tuttavia essi avvertono i suoni acuti e riconoscono vagamente alcuni suoni già ascoltati durante la vita intrauterina;
- 2° mese: già intorno al secondo mese di vita i bambini iniziano a sussultare in concomitanza con suoni improvvisi e a tranquillizzarsi se sentono la voce della mamma;
- 3°- 4° mese: i bambini iniziano a riconoscere la fonte del suono e a girarsi nella sua direzione, anche se non sempre lo fanno, soprattutto se sono stanchi;
- 5°-6° mese: sono in grado di imitare i suoni che ascoltano intorno a loro emettendo versi molto semplici. Si girano in direzione dei suoni e seguono il movimento della bocca di chi gli sta parlando;
- 7°-8° mese: inizia il periodo della lallazione, con i neonati che emettono le prime sillabe;
- 12° mese: i neonati si voltano quando sentono il proprio nome e cominciano a dire le loro prime parole.
Nel corso dell'infanzia l'udito continuerà a svilupparsi fino almeno ai 12 anni di età e, nel corso di questo periodo si amplieranno le strutture del cervello deputate alla decifrazione del linguaggio, integrando via suoni sempre più complessi e articolati.
Possibili problemi nell'udito del neonato
Si stima che ogni anno nascano cieca 1-2 bambini su 1000 con un disturbo dell'udito permanente e, proprio per cercare di prevenire possibili complicazioni, da qualche tempo in Italia sono stati introdotti degli screening obbligatori.
Essi vengono proposti automaticamente in ospedale al momento della nascita e hanno come obiettivo quello di individuare i casi di sordità o di ipoacusia congenita (ovvero di riduzione dell’udito).
Indipendentemente dalla causa che l'ha prodotta, la sordità è sempre determinata da un malfunzionamento della coclea, ovvero di quella parte dell'orecchio che serve per trasformare le onde sonore in impulsi elettrici, i quali raggiungono poi il cervello e qui vengono decodificati.
Grazie ai progressi ottenuti in campo medico, attualmente è possibile intervenire efficacemente sui neonati affetti da problemi dell'udito, evitando che essi si aggravino e diano luogo a una situazione di sordità.
Ciò che è importante, tuttavia, è agire tempestivamente e mettere in atto le cure il prima possibile, ed è questa la ragion per la quale sono stati introdotti gli screening neonatali.
Purtroppo, in alcuni casi può verificarsi la comparsa di ipoacusia neurosensoriale anche dopo il superamento dello screening: per tale ragione è importante che i genitori vigilino sullo sviluppo del bambino e prestino attenzione al raggiungimento delle principali tappe neurologiche e motorie.
Fra i segnali da tenere in considerazione che potrebbero far sospettare un problema di udito figurano:
- ritardi nello sviluppo del linguaggio;
- comportamenti anomali del bambino;
- familiarità con problemi di ipoacusia neurosensoriale;
- presenza di patologie congenite;
- l'aver contratto delle infezioni congenite (CMV, HSV, rosolia, sifilide, toxoplasmosi) durante la vita intrauterina;
- assenza di lallazione;
- assenza di reazioni in concomitanza con rumori anche forti.
Per i bambini che presentano fattori di rischio simili è importante tenere monitorato lo sviluppo dell'udito nel corso dei primi mesi, effettuando una visita di controllo ogni sei mesi almeno fino allo sviluppo del linguaggio o al terzo anno di vita.
Fortunatamente, i progressi scientifici ottenuti permettono oggi di migliorare sensibilmente la capacità uditiva dei bambini affetti da complicazioni, fino ad arrivare a raggiungere un buon livello di percezione sonora.
Anche per i bambini che non presentano indicatori di rischio ma che si caratterizzano per un possibile sviluppo anomalo del bambino, è consigliabile contattare il pediatra di riferimento.
Potrebbe interessarti anche:
- Neonati seduti: quando metterli in questa posizione
- Tummy time: come favorire lo sviluppo motorio del neonato
- Doudou per il neonato: cos'è e a cosa serve
Se, ad esempio, durante i primi mesi dopo la nascita il neonato non risponde ai suoni acuti e non reagisce al suono della voce materna, è consigliabile sottoporlo a una valutazione medica per indagare eventuali problemi di udito.
In alcuni casi la riduzione delle capacità uditive può anche essere temporanea.
Un tappo di cerume o l'accumulo di catarro all'interno dell'orecchio medio sono due cause piuttosto frequenti di questa complicazione, la quale tende a risolversi spontaneamente oppure seguendo le indicazioni del pediatra.
Come favorire lo sviluppo dell'udito nel neonato
Per sviluppare efficacemente l'udito del neonato è fondamentale esporlo a quanti più suoni possibile. Parlargli mentre si stanno svolgendo delle attività è altresì fondamentale, così come descrivergli accuratamente il mondo che lo circonda.
Cantare, recitare filastrocche o ninne nanne, oltre che fargli ascoltare la musica sono altri modi utili per ampliare le sue capacità di percepire i suoni.
Essi, inoltre, sono anche delle attività propedeutiche fondamentali per lo sviluppo del linguaggio, il quale è strettamente legato al senso dell'udito.
Ecco allora qualche consiglio pratico per incrementare lo sviluppo di questo senso così importante nei bambini piccoli:
- suonare uno strumento di fronte a lui;
- recitare delle filastrocche;
- fargli ascoltare della musica;
- parlargli utilizzando diverse tonalità di voce;
- mettergli a disposizione semplici strumenti sonori come le campanelle, i tamburi o i sonagli;
- esporlo a diverse fonti di rumore, descrivendogli da dove arriva e per cosa si caratterizza il suono;
- battere le mani di fronti seguendo ritmi diversi;
- non esporlo a rumori troppo forti.