La camomilla è una bevanda antichissima e molto comune, infatti, come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, si stima che nel mondo se ne consumino circa un milione di tazze al giorno.
Esistono due tipologie di camomilla, quella tedesca (Matricaria chamomilla) e quella romana (Anthemis nobilis), con proprietà molto simili tra loro.
Quest’erba, appartenente alla famiglia delle Asteracee, possiede proprietà calmanti, antispasmodiche, antiossidanti e antinfiammatorie e può essere usata e assunta in diversi modi.
Ma cosa c’è da sapere sulla somministrazione della camomilla al neonato? Si può dare la camomilla ai neonati o esistono dei rischi?
Camomilla: a quanti mesi si può dare al neonato?
L’American Academy of Pediatrics così come l’Organizzazione Mondiale della Sanità sconsigliano l'assunzione di camomilla, fino ai 6 mesi di vita del bambino, raccomandando di preferire, fino a quel momento, il latte materno in via esclusiva.
Infatti, viene sconsigliata la somministrazione ai lattanti, non solo di camomilla ma di qualsiasi sostanza e liquido (come l’acqua, la camomilla o le tisane) diversi dal latte materno o artificiale.
In aggiunta, nel caso della camomilla, non potendo conoscere la reazione del neonato ai prodotti a base di erbe, si potrebbe incorrere in effetti avversi.
Dopo questo periodo, quando si inizieranno ad introdurre gradualmente anche altri cibi e bevande potrà essere somministrata anche la camomilla, ma per i dosaggi e la frequenza della somministrazione, è sempre opportuno chiedere il parere del proprio pediatra.
Quali sono i rischi della somministrazione di camomilla al neonato?
In generale, l’uso della camomilla per via orale viene considerato abbastanza sicuro e gli effetti indesiderati sono molto insoliti, anche nei bambini.
Il rischio principale che può derivare dall’assunzione di camomilla, infatti, è quello legato ad una possibile reazione allergica e in rarissimi casi di shock anafilattico. In linea generale, sembrerebbero a maggiore rischio di reazione allergica coloro che sono allergici ad alcune piante associate, come, per esempio l’ambrosia.
L’uso di camomilla è, infine, sconsigliato nel caso di assunzione di alcuni farmaci, per cui, soprattutto se il neonato sta assumendo particolari medicinali è sempre necessario rivolgersi al proprio pediatra.
Camomilla ai bambini: quale si può dare?
Come accennato in precedenza, dopo i sei mesi con l’inizio dello svezzamento, è possibile introdurre gradualmente altri liquidi e cibi solidi, in aggiunta al latte.
In linea generale, a mano a mano che il bambino cresce, è opportuno fare attenzione alla quantità e alla qualità delle bevande e del cibo che il bambino assume, in modo da garantirgli un’alimentazione equilibrata.
Per questo motivo è importante utilizzare camomilla senza zucchero, non solo per prevenire la comparsa di sovrappeso, cardiopatie e lo sviluppo di carie dentarie ma anche perché lo zucchero potrebbe ritardare e rendere difficoltoso l’addormentamento del bambino.
La camomilla in bustina sarà quindi da preferire rispetto ai composti granulari o solubili (anche per bambini) che contengono edulcoranti e zuccheri.
Dunque, per la preparazione, dopo aver portato l’acqua a bollore, è opportuno filtrare la camomilla e non aggiungere né zucchero né miele. Un volta raffreddata la camomilla potrà essere quindi somministrata sia con il biberon che con cucchiaio o bicchiere.
Quali sono i benefici della camomilla per i bambini?
Per quanto riguarda i benefici della camomilla per i lattanti e i bambini, soprattutto se utilizzata in combinazione con altre sostanze (come il finocchietto, la melissa o la passiflora) si ritiene che possa alleviare le coliche gassose e migliorare la qualità del sonno, per via del suo effetto sedativo e calmante.
Quindi, in conclusione, camomilla o infusi di finocchio posso essere usati nei lattanti ma non prima dell’inizio dello svezzamento e ponendo particolare attenzione allo zucchero che purtroppo è spesso presente proprio nelle miscele rivolte ai più piccolini.