Che cos'è l'apnea che compare nei neonati di pochi mesi e come si riconosce? Cosa fare quando si nota la presenza di questa complicazione?
Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'apnea neonatale.
Che cos'è l'apnea neonatale?
L'apnea è una temporanea cessazione del respiro che si verifica nel neonato in modo involontario. In genere compare più spesso durante le ore notturne e non è un fenomeno così raro, soprattutto nei bambini che sono nati prematuri.
Per essere definita apnea, si deve verificare una cessazione del respiro della durata di almeno 10 secondi, la quale si accompagna a sintomi quali ridotta ossigenazione del sangue o rallentamento del battito cardiaco.
Ci sono diverse cause che possono determinare la comparsa di apnee nel neonato, tuttavia le più comuni sono la prematurità, ovvero il fenomeno è molto più frequente nei bambini prima delle 37 settimane, e l'ipertrofia adenotonsillare, la quale provoca la cosiddetta "apnea ostruttiva del sonno".
Altre cause di apnea nei neonati possono poi includere:
- complicazioni neurologiche;
- sindrome di Down o altre sindromi genetiche;
- patologie cardiache;
- problemi gastrointestinali, come ad esempio il reflusso;
- infezioni.
Il reflusso può essere associato al fenomeno delle apnee in quanto il contenuto che risale dallo stomaco può effettivamente provocare una breve pausa nella respirazione, che tuttavia scompare non appena il bimbo viene posizionato in verticale.
È probabilmente questa la causa dell'apnea del neonato dopo la poppata, quando il latte appena ingerito tende a risalire verso l'alto e a causare problemi nella respirazione.
Non sempre tuttavia l'apnea nei neonati avviene dopo il pasto o durante le ore notturne: essa può infatti verificarsi anche dopo un'intensa crisi pianto; in questo caso il bambino sperimenta dei veri e propri spasmi muscolari involontari e una breve interruzione del respiro e il fenomeno prende il nome di "apnea affettiva (o spasmi affettivi)".
Apnea notturna nei neonati: perché si verifica?
Le apnee notturne nei neonati si verificano durante la fase REM del sonno e possono avere diverse cause.
Nei bambini di età compresa tra i due e i cinque anni spesso il fattore determinante è l'ipertrofia delle tonsille e delle adenoidi, oppure la presenza del raffreddore, a causa dell'eccesso di muco che ostacolo la circolazione nelle vie aeree.
L'apnea notturna, anche chiamata apnea ostruttiva del sonno (OSA), si verifica quando le vie aeree rimangono bloccate per alcuni secondi e non consentono il passaggio dell'ossigeno per un periodo di tempo variabile che va dai 10 ai 15 secondi.
Si tratta di un disturbo potenzialmente pericoloso, visto che la ripetuta carenza di ossigeno al cervello può determinare dei problemi nello sviluppo.
Le cause principali che possono determinare questa problematica includono, oltre all'infiammazione di tonsille e adenoidi e alla malattia da reflusso gastro-esofageo, anche lo scarso tono muscolare, la congestione nasale (con un conseguente accumulo di muco) e la prematurità.
Come riconoscere le apnee del neonato
In presenza di un neonato con apnea nel sonno è importante imparare a riconoscere i modi con cui si manifesta questo problema, in modo da prevenire conseguenze più gravi.
I principali sintomi dell'apnea nel neonato includono:
- il russamento, che è provocato dalla vibrazione emessa dal palato in seguito al passaggio difficoltoso dell'aria;
- le fauci secche;
- pause piuttosto lunghe tra una respirazione e l'altra;
- movimenti anomali dell'addome o del torace;
- frequente enuresi notturna;
- respirazione attraverso la bocca;
- respirazione molto profonda;
- intensa sudorazione notturna;
- sonno disturbato, con frequenti cambi di posizione e risvegli;
Le apnee notturne nel neonato posso lasciare sintomi evidenti anche durante le ore diurne, con manifestazioni quali la respirazione nasale difficoltosa, frequenti sensazioni di malessere e irritabilità, intensa sonnolenza e scarso accrescimento.
L'apnea nel neonato prematuro
Nei bambini nati prematuri si può verificare la cosiddetta "apnea della prematurità", ovvero l'interruzione del respiro fino a 20 secondi. Essa è determinata dal fatto che una parte del cervello (centro respiratorio) non si è sviluppato al 100% e di conseguenza non è in grado di controllare la respirazione.
Tale problematica si verifica in circa il 25% dei bimbi nati prematuri (con una probabilità maggiore in relazione al grado di prematurità) e via via che il cervello completa il suo sviluppo, tende a scomparire spontaneamente.
L'interruzione del respiro si manifesta con episodi di respiro alternati a brevi pause, oppure con una pausa prolungata che si accompagna a sintomi quali rallentamento del battito cardiaco e cambiamento nel colore della pelle (cianosi).
Le apnee del neonato prematuro possono essere di tre tipi:
- apnee centrali: sono le più comuni e si verificano quando il centro respiratorio non essendo completamente maturo, non è in grado di controllare la respirazione;
- apnee ostruttive: è causata da un blocco temporaneo della faringe dovuto all'ipotonia muscolare che caratterizza il bimbo prematuro;
- apnee miste.
Il trattamento dell'apnea della prematurità prevede la somministrazione (in ambito ospedaliero) di sostanze stimolanti, come ad esempio la caffeina, oppure l'esecuzione di un delicato massaggio per stimolare la ripresa della respirazione.
Il bimbo in ospedale è collegato a un monitor, il quale, se dovesse riscontrare un rallentamento del respiro, emette un segnale d'allerta in modo che il personale possa prontamente intervenire.
Talvolta l'apnea può anche dipendere dalla presenza di un'infezione, da bassi livelli di zucchero nel sangue o dall'ipotermia.
Nei casi più gravi, i neonati possono dover essere muniti di un ventilatore automatico, il quale li aiuta a far entrare e uscire l'aria dai polmoni.
Apnea nel neonato: cosa fare?
Per capire cosa fare in caso di apnea nei neonati è indispensabile individuare dapprima la causa alla base del problema.
Nel caso in cui l'interruzione del respiro fosse dovuta alla prematurità, sarà sufficiente attendere che si completi lo sviluppo cerebrale del bambino e nel frattempo seguire le indicazioni ricevute dal medico.
Qualora invece la causa fosse relativa a un ingrossamento delle adenoidi e delle tonsille, allora è consigliabile chiedere consiglio al pediatra, il quale potrà prescrivere una terapia medica o, nei casi più gravi, proporre un intervento di tonsillectomia o adenoidectomia.
Per rendere meno probabile la comparsa delle apnee, è preferibile far dormire il bambino in posizione supina e su una superficie dura e sgombra da impedimenti; in presenza di congestione nasale dovuta al raffreddore, è utile posizionare un supporto al di sotto del cuscino in modo che il bambino respiri con più facilità.
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In presenza di patologie come otiti o malattie da raffreddamento, è probabile che l'apnea rimanga un fenomeno temporaneo, tuttavia in presenza di alcuni sintomi (come ad esempio riduzione del tono muscolare, un colorito pallido o scarsa risposta agli stimoli), è preferibile chiedere consiglio al proprio pediatra di riferimento.
Nei casi più gravi è possibile utilizzare dei dispositivi di ventilazione non invasiva, ovvero i CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), i quali hanno la funzione di erogare una certa pressione all’interno delle vie aeree in modo che non si verifichi l’ostruzione; essi sono provvisti di maschere o cannule nasali, pertanto alcuni bambini hanno una certa difficoltà a tollerarli.