L'anemia neonatale rappresenta una condizione clinica che può influenzare la salute e lo sviluppo dei neonati.
Nonostante alcuni bambini possano essere asintomatici, altri potrebbero manifestare sintomatologia anche grave; tuttavia, una diagnosi tempestiva e un trattamento appropriato possono migliorare significativamente l'esito clinico per i neonati affetti da questa condizione.
Esploriamo in dettaglio le cause, i sintomi e le opzioni di trattamento per l'anemia neonatale.
Quando si parla di emoglobina bassa nei neonati?
L'anemia neonatale si riferisce a una condizione in cui il numero di globuli rossi, o la quantità di emoglobina nel sangue di un neonato sono inferiori ai valori considerati normali.
L'emoglobina è una proteina presente nel sangue che trasporta l'ossigeno dai polmoni ai tessuti del corpo.
Nei neonati, i valori normali di emoglobina possono variare leggermente a seconda di diversi fattori, tra cui:
- l'età gestazionale alla nascita;
- il peso alla nascita;
- altri fattori di salute.
In generale, si possono considerare le seguenti soglie per definire l'anemia neonatale:
- emoglobina: per i neonati a termine (nati dopo 37 settimane di gestazione), i livelli di emoglobina variano generalmente tra 13,5 e 20 grammi per decilitro (g/dl). Per i neonati prematuri (nati prima delle 37 settimane di gestazione), i valori base possono essere leggermente inferiori, ma in genere non dovrebbero scendere al di sotto di 12 g/dl;
- ematocrito: il valore normale di ematocrito, che rappresenta la percentuale di volume del sangue occupata dai globuli rossi, nei neonati a termine è generalmente tra il 40% e il 60%. Per i neonati prematuri, i livelli base possono essere leggermente inferiori, ma in genere dovrebbero essere superiori al 30%;
- conta dei globuli rossi: la conta normale dei globuli rossi nei neonati a termine è generalmente tra 4,1 e 6,1 milioni di cellule per microlitro di sangue (milioni/mcl). Per i neonati prematuri, i valori normali possono essere leggermente inferiori.
È importante notare che queste sono solo delle linee guida generali e che i valori normali possono variare leggermente da un laboratorio all'altro.
La diagnosi di anemia neonatale si basa sulla valutazione clinica dei sintomi, sull'esame fisico e su test di laboratorio, che includono la misurazione dell'emoglobina e altri parametri del sangue.
Se si sospetta che il neonato possa soffrire di anemia, è importante consultare un pediatra per una valutazione appropriata e un eventuale trattamento.
Anemia nei bambini, le cause
Le cause dell'anemia neonatale possono essere varie e comprendono una combinazione di fattori genetici, ambientali e di salute materna.
Alcune delle cause più comuni di bambini anemici includono:
- carenza di ferro: è una delle cause più frequenti di anemia neonatale. Può derivare dalla ridotta disponibilità di ferro durante la gravidanza o dall'assunzione insufficiente di ferro da parte del neonato tramite l'allattamento al seno o la formula;
- perdita di sangue durante il parto: un eccessivo sanguinamento durante il parto può portare a una riduzione dei livelli di emoglobina nel neonato;
- distruzione accelerata dei globuli rossi: questo può avvenire in situazioni come l'emolisi neonatale, in cui gli anticorpi della madre attaccano i globuli rossi del neonato, causando la loro distruzione. Può essere dovuto a incompatibilità di gruppo sanguigno tra madre e neonato o ad altre condizioni;
- malattie genetiche: alcune malattie genetiche possono causare anemia neonatale. Un esempio è la talassemia, una condizione ereditaria che influisce sulla produzione di emoglobina;
- carenza di vitamina B12 o acido folico: questa carenza può essere dovuta a fattori materni, come una dieta carente di nutrienti o problemi di assorbimento;
- infezioni neonatali: alcune infezioni contratte durante la gravidanza o durante il parto possono causare anemia nel neonato;
- malformazioni congenite: alcune condizioni congenite possono influenzare la produzione di emoglobina o la normale funzione dei globuli rossi, portando a un'anemia neonatale.
Neonato anemico: i sintomi
I sintomi dell'anemia neonatale possono variare a seconda della gravità e della sua causa sottostante.
In molti casi, soprattutto se l'anemia è lieve o moderata, i neonati potrebbero non mostrare segni evidenti di malattia.
Tuttavia, nei casi più gravi, possono comparire alcuni sintomi, tra cui:
- pelle pallida o colorito giallo (ittero): l'anemia può causare una diminuzione della quantità di emoglobina e quindi una riduzione del flusso di ossigeno ai tessuti, il che può portare ad un colorito pallido o ad un colorito giallastro della pelle, noto come ittero;
- debolezza o stanchezza eccessiva: i neonati con anemia possono sembrare eccessivamente stanchi o svogliati e potrebbero manifestare una diminuzione dell'energia o della vivacità;
- difficoltà di alimentazione: un neonato con anemia potrebbe avere difficoltà ad alimentarsi adeguatamente a causa della mancanza di energia o della ridotta quantità di ossigeno disponibile;
- irritabilità o irritazione: alcuni neonati con anemia possono essere irrequieti, irritabili o piangere più del solito;
- frequenza cardiaca elevata (tachicardia): il cuore del neonato può battere più velocemente del normale per compensare la ridotta quantità di emoglobina e l'insufficiente ossigenazione dei tessuti;
- difficoltà respiratorie: nei casi più gravi, l'anemia può causare difficoltà respiratorie o respirazione veloce (tachipnea);
- aumento delle infezioni: i neonati con anemia possono essere più suscettibili alle infezioni a causa della ridotta capacità del sistema immunitario di rispondere efficacemente;
- rallentamento della crescita: nei neonati con anemia cronica o grave, la crescita e lo sviluppo possono essere rallentati.
Poiché i sintomi dell'anemia neonatale possono essere vaghi o mimare altre condizioni, è importante consultare un medico se si sospetta che un neonato possa essere anemico.
Una valutazione clinica, che potrebbe includere esami del sangue, è necessaria per una diagnosi accurata e per determinare il trattamento appropriato.
Trattamento per l’anemia nel neonato
Il trattamento dell'anemia neonatale dipende dalla causa sottostante e dalla gravità della condizione.
Alcuni approcci comuni includono:
- integrazione di ferro: se l'anemia è causata da carenza di ferro, il medico può prescrivere integratori di ferro per aumentare i livelli di emoglobina nel sangue del neonato. Questi integratori possono essere somministrati sotto forma di gocce o di soluzione orale;
- trasfusioni di sangue: nei casi più gravi di anemia, in particolare se c'è stata una perdita significativa di sangue durante il parto o se l'anemia è causata da altri fattori che richiedono un rapido aumento dei livelli di emoglobina, potrebbe essere necessaria una trasfusione di sangue. Durante una trasfusione di sangue, il neonato riceve sangue donato che è stato sottoposto a screening per garantire la sicurezza;
- trattamento delle condizioni sottostanti: se l'anemia è causata da altre condizioni, come malattie genetiche o infezioni, il trattamento mirerà a gestire o a curare queste condizioni sottostanti;
- integrazione di vitamine: se l'anemia è causata da carenza di vitamine come la vitamina b12 o l'acido folico, il medico può prescrivere integratori di queste vitamine;
- monitoraggio e follow-up: dopo l'inizio del trattamento, il medico monitorerà i livelli di emoglobina del neonato attraverso esami del sangue periodici per valutare l'efficacia del trattamento e apportare eventuali aggiustamenti;
- gestione dei sintomi: inoltre, il medico può raccomandare misure per gestire i sintomi associati all'anemia, come l'ittero o la debolezza.
È importante che il trattamento dell'anemia nel bambino sia gestito da un pediatra o da un medico specializzato, che può valutare la causa sottostante e sviluppare un piano di trattamento personalizzato per il neonato.
Se si sospetta che il neonato sia anemico, è importante consultare immediatamente un medico per una valutazione e un trattamento appropriati.
Anemia emolitica neonatale
L’anemia emolitica del neonato è una condizione che può emergere quando il gruppo sanguigno della madre e del neonato risultano incompatibili.
Questo disturbo si riscontra più frequentemente nelle seconde gravidanze, ma fortunatamente può essere prevenuta.
Attualmente, la maggior parte delle donne con Rh negativo viene individuata nelle prime fasi della gravidanza tramite un prelievo ematico.
Solitamente, le madri Rh negative, se non già sensibilizzate, vengono trattate con immunoglobuline anti-Rh (anti-D), un anticorpo specifico che impedisce la risposta del sistema immunitario della madre contro i globuli rossi del neonato Rh positivo.
Di solito, la somministrazione delle immunoglobuline anti-Rh (anti-D) avviene intorno alla 28ª settimana di gestazione e nuovamente circa 72 ore prima del parto. La patologia emolitica del neonato può essere gestita sia durante la gravidanza, sia dopo la nascita del bambino, ma la prevenzione rimane l'approccio principale.
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La gravità delle manifestazioni cliniche varia da casi poco sintomatici a forme estremamente gravi, come il danno cerebrale (kernittero) e l'idrope fetale con grave insufficienza cardiaca.
Durante la gravidanza, il trattamento può comprendere trasfusioni di sangue intrauterine, somministrazione endovenosa di immunoglobuline umane e, se le complicazioni sono serie e i polmoni del neonato sono maturi, il parto prematuro.
Dopo la nascita, il trattamento può coinvolgere fototerapia, trasfusioni di sangue, somministrazione endovenosa di liquidi, exsanguinotrasfusione per sostituire il sangue del neonato con sangue fresco ed evitare l'accumulo di bilirubina e il rischio di kernittero, oltre alla somministrazione di ossigeno, ventilazione meccanica e cure intensive nelle forme più gravi.