Il sonnambulismo nei bambini non è un fenomeno così infrequente come si potrebbe pensare, ma da cosa è determinato?
Quali sono le cause e i sintomi che si accompagnano ad esso? Vediamolo insieme.
Il sonnambulismo nei bambini: cos'è e come si manifesta
Il sonnambulismo appartiene alla categoria delle parasonnie, ovvero quell'insieme di comportamenti anomali che si verificano durante il riposo notturno e che possono riguardare tanto l'attività motoria quanto quella verbale.
Chi soffre di sonnambulismo, infatti, può alzarsi durante la notte, camminare, parlare nel sonno e perfino cantare, senza mai svegliarsi. Da cosa è determinato questo singolare fenomeno? Innanzitutto è importante ribadire che il sonnambulismo infantile ha una natura benigna (non indica, cioè, la presenza di una patologia) e che si manifesta in numerosi bambini a partire dall'età di due anni, mentre i casi di sonnambulismo nei neonati sono molto più rari.
Si stima che quasi il 15-30% dei bambini in età pediatrica abbia sperimentato almeno una volta nella vita un episodio di sonnambulismo e, mentre nella maggior parte essi si risolvono spontaneamente, in altri invece (soprattutto quando la componente ereditaria è preponderante), continuano anche durante l'età adulta.
I principali sintomi del sonnambulismo nei bambini possono includere:
- eseguire azioni e gesti ad occhi aperti, dei quali, però, il bambino non conserva più memoria una volta sveglio;
- alzarsi dal letto e camminare;
- parlare nel sonno;
- compiere gesti tipici della vita quotidiana, come ad esempio vestirsi o accendere la luce;
In genere, gli episodi di sonnambulismo hanno una durata variabile, che va dai quindici ai circa trenta minuti circa.
Una volta terminato l'episodio, il bimbo ritorna a letto e riprende a dormire come se nulla fosse accaduto, senza ricordare nulla il mattino dopo.
Le cause del sonnambulismo nei bambini
Le cause del sonnambulismo infantile sono, nella maggior parte dei casi, di origine genetica. I soggetti che presentano una particolare predisposizione familiare, infatti, hanno molte più probabilità di andare incontro a episodi di sonnambulismo nel corso della loro vita.
Alla componente ereditaria si possono sommare, poi, altri fattori che incidono su questo fenomeno, fra cui:
- la mancanza di sonno;
- uno stato di forte emotività;
- patologie fisiche che peggiorano la qualità del sonno;
- la presenza di alcune condizioni fisiche (ad esempio, obesità, ipertrofia delle adenoidi) che rendono più difficile per il bambino scivolare in uno stato di riposo profondo.
I bambini sonnambuli sono soggetti a questo tipo di fenomeni perché il loro cervello ha difficoltà ad entrare in una condizione di sonno profondo e nel corso della notte richiama al risveglio parziale alcune aree del cervello (come quella deputata al controllo del movimento o del linguaggio), mentre altre continuano a rimanere in uno stato di riposo.
In genere, il sonnambulismo nei bambini si risolve spontaneamente e non presenta particolari criticità, tuttavia, qualora si presentassero determinate condizioni, potrebbe rendersi necessaria una visita dal neuropsichiatra infantile. Fra di esse rientrano:
- la frequenza ricorrente, ovvero gli episodi di sonnambulismo sono continui e si verificano più due volte a settimana;
- il numero, cioè se si verificano più episodi nel corso della notte;
- lo stato emotivo disturbato: il bambino è confuso, agitato e turbato;
- la presenza di altri sintomi riconducibili a una situazione di forte stress, come ad esempio l'enuresi notturna;
I rimedi per contrastare il sonnambulismo nei bambini
Molti genitori provano un forte preoccupazione in seguito alla comparsa di un episodio di sonnambulismo, tuttavia essi non hanno in genere nessuna correlazione con una patologia fisica.
Per prevenire la comparsa di questo fenomeno, tuttavia, è consigliabile:
- mettere in atto una corretta igiene del sonno, facendo in modo che il bimbo riposi un numero sufficiente di ore per notte;
- ridurre al minimo gli stimoli eccitanti durante le ore serali;
- eliminare le fonti di stress emotivo;
- non far riposare troppo il bambino nei giorni festivi rispetto a quelli feriali, ma mantenere più o meno sempre lo stesso ritmo sonno-veglia;
- stabilire una routine pre nanna abbastanza rigida, in modo che il bambino si addormenti con facilità nel giro di breve tempo;
- mantenere un ambiente riposante, con una temperatura nella stanza non eccessivamente alta;
- praticare regolare attività fisica durante il giorno e cenare almeno due ore prima di coricarsi;
- eliminare ogni dispositivo elettronico dalla camera e non farli utilizzare al bambino nelle ore serali.
È altresì sconsigliato svegliare il bambino sonnambulo, mentre occorre prestare la massima attenzione a non turbarlo durante un episodio di questo tipo.
Per evitare che nel corso della notte possano succedere eventi pericolosi, è consigliabile :
- chiudere porte e finestre oppure dotarle di un meccanismo di allarme;
- installare dei cancelletti in prossimità delle scale;
- rimuovere dall'ambiente oggetti pericolosi;
- non far dormire il bambino nella parte superiore di un letto a castello.
Qualora si sospettasse una patologia di natura epilettica, il bimbo/a può essere sottoposto a specifici esami di approfondimento, come ad esempio la video-polisonnografia, che registra l'attività delle cellule cerebrali durante la notte, oppure l'actigrafia, che serve per misurare i movimenti compiuti durante la notte.
Sonnambulismo e terapia farmacologica
Il sonnambulismo è un evento comune a molti bambini e tende a risolversi spontaneamente.
In alcuni casi, tuttavia, queste manifestazioni possono continuare nel tempo e caratterizzarsi per la loro elevata pericolosità, sia nei confronti degli altri che del per il bimbo stesso.
In presenza di una diagnosi medica, è possibile somministrare al bambino sonnambulo una terapia farmacologica a base di diazepam, clonazepam o imipramina.
Questi farmaci hanno la capacità di agire sull'attività cerebrale riducendo la quantità di tempo durante la quale si potrebbe manifestare la crisi di sonnambulismo. Nei bambini piccoli, inoltre, si tende ad usare anche l'L-5-idrossitriptofano, un farmaco che mira a stabilizzare il sonno notturno.