Che cosa si intende per reflusso pediatrico? Con quali sintomi si manifesta e quali sono i fattori che lo causano? Esiste un trattamento efficace per risolvere il reflusso gastroesofageo nei bambini?
Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'argomento.
Reflusso gastroesofageo nei bambini: cos'è e da cosa è determinato?
Con il termine di reflusso gastroesofageo si intende la risalita del contenuto gastrico lungo l'esofago.
Si tratta di una condizione fisiologica, tanto nel bambino quanto nell'adulto, che si verifica diverse volte al giorno; quando tuttavia tale evento si accompagna ad altri sintomi o complicazioni, è probabile che il bambino soffra di una malattia da reflusso gastroesofageo (spesso abbreviato con la sigla MRGE).
In questo caso il reflusso dà luogo a problematiche di diversa natura, dal pianto inconsolabile alla scarsa crescita, passando per il rigurgito o il bruciore di stomaco, e si tratta di una condizione da indagare in modo più approfondito mediante l'esecuzione di analisi specifiche.
Occorre tenere presente che il reflusso è una condizione del tutto normale che si manifesta nei neonati con frequenti rigurgiti di latte dopo i pasti e con eruttazioni, mentre al contrario la malattia da reflusso gastroesofageo che si manifesta con sintomi è, fortunatamente, una condizione poco comune.
Essa compare soprattutto tra i due e i sei mesi, per poi cominciare gradualmente a sparire spontaneamente intorno ai sette mesi.
Si calcola che in circa l'85% dei lattanti tale malattia scompare da sola intorno all'anno di età, mentre il 95% dei bambini a 18 mesi non presenta più sintomi.
Da cosa è determinato, quindi il reflusso nei bambini? Questo disturbo è caratterizzato dalla risalita dei succhi gastrici lungo le pareti dell’esofago; in condizioni normali questi succhi vengono trattenuti da una valvola chiamata cardias che è localizzata tra l’esofago e lo stomaco.
Se il cardias non si chiude bene i succhi possono risalire verso l’alto andando a corrodere le pareti esofagee e provocando i tipici sintomi del reflusso.
Altre cause meno frequenti che possono incidere sulla gravità degli episodi di reflusso sono le allergie alimentari (soprattutto quella al latte di mucca), una condizione di ritardo dello svuotamento dello stomaco (chiamata gastroparesi) o, molto più raramente, una malattia metabolica.
I sintomi del reflusso gastroesofageo nei bambini
Il reflusso nei bambini si può manifestare con una vasta gamma di sintomi, alcuni di lieve entità, altri più disturbanti.
Generalmente il reflusso si accompagna a:
- episodi di vomito abituali;
- dolori addominali;
- sensazione di bruciore localizzato dietro lo sterno (pirosi gastrica);
- difficoltà nel deglutire;
- sensazione di acidità all'interno della bocca;
- tosse continua. La tosse da reflusso nei bambini è un sintomo tipico che può indirizzare verso una diagnosi di questo tipo;
- rigurgito acido dalla bocca;
- rifiuto del cibo.
Nei bambini più piccoli, il reflusso può poi determinare irritabilità, pianto prolungato, tosse cronica, asma, polmoniti frequenti, sindrome di Sandifer (anomala postura della testa e del collo).
Spesso tale disturbo è presente nei bimbi che presentano un ritardo a livello neuro-motorio e in questi soggetti l'aspirazione del cibo refluito dà luogo a infezioni polmonari, a un restringimento dell'esofago, a episodi di vomito con sangue, a disfagia e ad anemia.
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Per quanto riguarda, invece, l'esofagite nei bambini, tale condizione si manifesta quando vi è un'irritazione esofagea molto significativa, determinata proprio dall'eccesso di acidità che può danneggiare, oltre all'esofago, anche il laringe, il faringe e le vie aeree.
L'esofagite nei bambini presenta sintomi come una lieve (ma cronica) perdita di sangue, il rifiuto di alimentarsi, sibili o stridore, la tachipnea e una stenosi a livello dell'esofago.
Come capire la gravità del reflusso nel bambino
Spesso non è semplice capire la differenza tra dei fisiologici episodi di rigurgito e una vera e propria malattia da reflusso.
Sintomi come l'acidità di stomaco nei bambini possono infatti essere riferiti verbalmente dai pazienti un po' più grandi, tuttavia nel caso dei lattanti risulta complicato stabilire il confine tra una condizione tutto sommato normale e una patologica.
Nei lattanti il reflusso (con i frequenti rigurgiti che esso comporta) è estremamente comune e, qualora il bimbo cresca regolarmente e si manifesti attivo e senza altri sintomi particolari, non è necessario sottoporlo ad alcun trattamento.
Diverso è il caso, se gli episodi di vomito sono estremamente frequenti o se vi è uno scarso accrescimento, per cui, dopo una visita dal pediatra, il medico potrebbe prescrivere degli specifici farmaci anti reflusso.
Per arrivare a una diagnosi di reflusso abbastanza certa, è possibile sottoporre il bambino a una serie di esami, fra cui la pH metria/pH impedenzometria.
Questo esame permette di registrare il numero degli episodi di reflusso nell'arco di 24 ore e la loro eventuale correlazione con i pasti effettuati; si tratta di un esame poco invasivo che prevede l'inserimento di un sondino, il quale fornisce informazioni utili sul pH del bimbo.
Se esso rimane acido troppo a lungo, significa che il reflusso non è fisiologico ma è presente una vera e propria malattia da reflusso gastroesofageo.
Un altro esame che si può effettuare, molto più invasivo, è l'esofagogastroduodeoscopia, la quale è fondamentale per accertare che non vi siano delle complicazioni legate alla presenza dell'esofagite.
L'esofagogastroduodenoscopia (che viene svolta in stato di sedazione profonda) prevede l'uso di un endoscopio, il quale consente di osservare le pareti dell'esofago, dello stomaco e della prima porzione dell'intestino, nonché consente di prelevare alcuni piccoli frammenti di mucosa per effettuare un'eventuale valutazione istologica.
Il trattamento del reflusso gastrico nei bambini
Una situazione di reflusso gastroesofageo non grave si cura essenzialmente apportando delle modifiche nell'alimentazione e nelle abitudini di vita del bambino.
Adottare dei semplici accorgimenti può migliorare notevolmente la situazione senza fare ricorso ai farmaci.
Ad esempio, in caso di bambino con reflusso si consiglia di:
- evitare lunghi periodi didigiuno alternati ad abbuffate, preferendo il consumo di più pasti durante l'arco della giornata;
- non somministrare cibi troppo ricchi di grassi, i quali potrebbero rallentare la digestione;
- non proporre cibi molto speziati, piccanti o acidi, come ad esempio agrumi e pomodoro;
- non far distendere il bambino subito dopo i pasti;
- dopo la cena, attendere due ore prima di mettere a letto il bambino;
- non proporre cibi come insaccati o cioccolato, né tantomeno bevande gassate;
- non praticare attività fisica subito dopo i pasti.
Per quanto riguarda, invece, il reflusso nei neonati, le raccomandazioni prevedono di:
- effettuare poppate più ridotte ma più frequenti;
- somministrare un latte ispessito: in alcuni casi può risultare utile addensare l'alimentazione del lattante, soprattutto se quest'ultimo beve la formula artificiale;
- mantenere il bambino in posizione verticale (ma non seduto) per almeno venti minuti dopo la poppata;
- cercare di far eruttare il bimbo dopo la poppata;
- variare la posizione del neonato durante l'arco della giornata, evitando di farlo rimanere in posizione orizzontale per troppo tempo.
Il reflusso gastroesofageo nei bambini può essere trattato anche con alcuni farmaci, i quali vengono però somministrati solo in caso di reflusso grave o in presenza di una diagnosi di malattia da reflusso gastroesofageo.
Per una ridotta categoria di bimbi può altresì essere consigliata la chirurgia, tuttavia essa viene in genere applicata solo ai piccoli pazienti affetti da ritardi neuro-motori.