L’arrivo di un fratellino o di una sorellina è sicuramente un evento importante che porta con sé tanti cambiamenti nella quotidianità della famiglia: si tratta di trovare nuovi equilibri, nuovi ruoli, nuovi spazi e nuovi tempi.
Questo è vero per tutti i membri della famiglia, ma ancora di più per il/la primogenito/a che “subisce” tale avvenimento: quando il/la bambino/a ha tra i 2 e i 5 anni non è abbastanza piccolo da non cogliere la portata del cambiamento, ma neanche sufficientemente grande da riuscire a gestire adeguatamente questo evento.
Ne abbiamo parlato con la Dr.ssa Roberta Berici, Psicologa esperta in Disturbi Specifici dell'Apprendimento e difficoltà scolastiche
Ci può fare un elenco delle possibili reazioni dei figli a questa notizia e come gestirne ciascuna?
Il/la primogenito/a può mostrare molte reazioni.
Le più comuni sono:
- atteggiamenti regressivi: il/la primogenito/a può assumere atteggiamenti tipici di bambini più piccoli (per esempio può tornare a bagnare il letto, chiede di dormire nel lettone o bere il latte dal biberon). I genitori dovrebbero cercare di non preoccuparsi e di non enfatizzare questi eventi, bensì di accoglierli con tranquillità - dal momento che si tratta di una condizione normale che sparisce in modo spontaneo dopo poco tempo;
- rabbia e aggressività: in questo caso è bene accogliere le emozioni senza giudizio, cercando di contenere e rassicurare. Il pianto, le urla e i capricci sono il modo che il bambino ha di comunicare che sta vivendo un momento di disagio;
- invidia e gelosia: queste sono legate alla paura di perdere l’amore e l’attenzione dei genitori. Si tratta di emozioni normali che vanno accolte e rimodulate attraverso la spiegazione e la rassicurazione. Il bambino può essere coinvolto attivamente nelle fasi della gravidanza per aiutarlo a familiarizzare con l’idea del fratellino o della sorellina, ad esempio facendogli ascoltare il battito cardiaco o facendogli accarezzare la pancia.
Come spiegare al primo figlio che sta per arrivare un fratellino/sorellina?
Non esiste una ricetta che vada bene per tutti : il mio consiglio è quello di ascoltarsi e trovare il proprio modo.
Tuttavia, se i genitori decidono di comunicarlo subito ad amici e parenti, sarebbe buona cosa non escludere il/la primogenito/a che lo vivrebbe come un segreto da cui viene escluso/a.
L’argomento “fratellino/sorellina” dovrebbe essere affrontato apertamente, lasciando che il bambino possa fare domande, esprimere emozioni, punti di vista, dar voce a dubbi e incertezze.
Una comunicazione empatica e autentica servirà ad evitare interpretazioni erronee e false attribuzioni in grado di aumentare il disagio ed impedirne la rielaborazione.
Per quanto riguarda il tema dell’attesa, fino a circa 5 anni i bambini faticano a comprendere l‘esatto trascorrere del tempo: è possibile quindi aiutarli dando dei riferimenti concreti (ad esempio, dicendo che il fratellino nascerà quando ci sarà caldo e dopo ci saranno le vacanze estive) o costruendo un calendario apposito con caselle da crocettare.
Può essere di aiuto anche mostrare delle foto della mamma incinta e delle foto di quando era piccolo/a per spiegargli che avverrà la stessa cosa.
Cerchiamo, però, di evitare che la nascita del fratellino o della sorellina diventi l’unico argomento di conversazione: sentire i genitori che parlano con gli altri sempre di qualcuno che ancora non c’è contribuirà ad accrescere il vissuto di inferiorità e vissuti di gelosia.
Come non far sentire solo il figlio più grande?
Durante i giorni di ricovero in ospedale, è possibile organizzare qualcosa che lo/la faccia sentire importante: un regalino, un piatto preferito, un’attività speciale da fare con i nonni, ecc.
Questo per comunicargli/le che anche se i genitori non sono lì fisicamente, la loro attenzione e il pensiero c’è ugualmente.
Dopo la nascita, i genitori dovranno cercare di gestire le proprie risorse distribuendole al meglio tra i due figli: da una parte sarà importante creare degli spazi comuni in cui il/la primogenito/a possa familiarizzare e conoscere il fratellino o la sorellina; dall’altra, sarà bene concedergli/le dei momenti esclusivi.
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Anche il coinvolgimento nei momenti di cura quotidiana del/della neonato/a (cambio del pannolino, pappa o nanna) può essere utile, facendo attenzione a non responsabilizzare troppo il/la bambino/a.
Il messaggio da trasmettere è che la famiglia si è allargata e con essa anche l’amore dei genitori - che non diminuisce, ma si moltiplica.
Come reagire se il primogenito non accetta la cosa?
Anche il rifiuto è un modo di gestire l’enorme paura del/della primogenito/a: teme di aver perduto per sempre l’amore dei genitori e si oppone a questa possibilità.
Anche in questo caso, accogliere e comprendere queste emozioni e comunicare in modo empatico è fondamentale.
Un aiuto potrebbe essere evidenziare i lati positivi legati alla nascita del fratellino o della sorellina: ad esempio, spiegando che avrà un nuovo compagno di giochi, qualcuno con cui confidarsi e a cui voler bene.
Sarà importante far comprendere, con i giusti modi e i giusti tempi, che il fratellino o la sorellina sarà un compagno di vita che non si è scelto ma con il quale imparerà a vivere.
Qualunque sia la reazione di vostro/a figlio/a ricordate che, nella maggior parte dei casi, è una fase passeggera.
Inoltre, non è necessario possedere particolari preparazioni e non esistono ricette valide per tutti e sempre: grazie alla presenza attenta, empatica e costante di voi genitori, il/la bambino/a riuscirà a costruire un solido rapporto di fratellanza che trasformerà il fratellino o la sorellina da estraneo/a arrivato/a per rubare l’amore di mamma e papà ad affetto prezioso e insostituibile.