La neofobia alimentare, ovvero la riluttanza a provare cibi nuovi o sconosciuti, è una condizione molto comune che tanti genitori si trovano ad affrontare con i propri figli.
Vediamo in cosa consiste, quando si manifesta e come gestirla per invogliare i più piccoli a mangiare i nuovi cibi.
Cos'è la neofobia alimentare
La neofobia alimentare non è il semplice rifiuto di assaggiare cibi non conosciuti per puro capriccio del bambino: in realtà, questo atteggiamento ha origini antiche, risalenti ai tempi in cui evitare i cibi sconosciuti, ma in generale tutto ciò che era ignoto, rappresentava un'opportunità di sopravvivenza, di salvarsi la vita.
Infatti in epoche remote, non si conoscevano le sostanze potenzialmente tossiche e non se ne poteva prevedere il pericolo: era più difficile individuarle ed evitarle.
Ecco perché c'era si era spinti alla diffidenza e ad adottare una maggior cautela verso tutti quegli alimenti non familiari. Un approccio questo che poteva proteggere soprattutto i più piccoli dal rischio di avvelenamento.
Infatti, la maggior parte delle volte, i bimbi si rifiutano di assaggiare ciò che viene loro proposto di diverso dalle solite pietanze; perlopiù si tratta di frutta, verdure e legumi.
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Seppure possa essere un poco impegnativo o frustrante riuscire a gestire la neofobia alimentare nei bambini, va considerata una tappa dello sviluppo che quasi tutti i piccoli attraversano.
È necessario adottare un approccio paziente, leggero e privo di forzature per accompagnare i propri figli a superare questa fase e ad accogliere una dieta varia e nutriente.
Quando compare la neofobia alimentare nei bambini
Questo comportamento, che di solito si manifesta tra i 2 e i 6 anni, può essere fonte di preoccupazione e frustrazione per i genitori, soprattutto per quelli che sperimentano l'avversione per il cibo dei primi figli.
In questo caso aumenta l'ansia di non sapere come gestire la situazione e convincere il proprio bambino a mangiare ciò che serve alla sua crescita sana.
Da dove viene la neofobia alimentare
Comprendere le radici della neofobia, accettarla e adottare le strategie giuste può aiutare i bambini a superare questa fase e a sviluppare abitudini alimentari corrette.
La diffidenza verso ciò che non si conosce è una normale reazione innescata dall'amigdala, la ghiandola che si trova nel cervello, in profondità nei lobi temporali destro e sinistro. L’amigdala appartiene al sistema limbico, insieme all’ippocampo e ad altri nuclei.
L’intero sistema gestisce le diverse funzioni psichiche; l’amigdala si occupa delle emozioni, in particolare della paura e dell'istinto di sopravvivenza di fronte ai segnali di pericolo.
Oggi la diffidenza alimentare è una questione superata, grazie alla maggiore sicurezza, ma l'atteggiamento diffidente persiste nei bambini, che non sono abituati alla varietà a tavola e che potrebbero rifiutarsi di mangiare cibi diversi da quelli più familiari.
Altre cause di neofobia dipendono da altre possibili motivazioni:
- fattori genetici: alcuni bambini nascono con una maggiore sensibilità gustativa o olfattiva, che può renderli più diffidenti verso sapori intensi;
- temperamento: i bambini più timidi o cauti per natura possono essere più inclini a rifiutare cibi non familiari;
- ambiente familiare: l'atteggiamento dei genitori verso il cibo e la varietà della dieta proposta in famiglia influenzano le preferenze dei bambini;
- esperienze negative: un episodio o un sapore sgradevole possono essere motivo di associazione di un alimento a una sensazione spiacevole.
I cibi più temuti dai piccoli
I bambini neofobici tendono a storcere il naso soprattutto davanti ad alcuni alimenti, in particolare quando si propone loro:
- frutta e verdura, in particolare quelle con gusti decisi, come agrumi, broccoli e cavoli;
- alimenti ad alto contenuto proteico, come la carne;
- pietanze dall'aspetto "troppo creativo", con consistenze miste o presentazioni elaborate.
Questi cibi, pur essendo nutritivi, possono suscitare diffidenza per il loro sapore intenso o la loro complessità visiva.
Come affrontare (e superare) la neofobia alimentare dei bambini
Per aiutare i bambini ad accogliere i nuovi sapori, si possono mettere in atto alcune semplici ma efficaci strategie:
Prendere confidenza con il cibo
Lasciare che il bambino esplori gli alimenti toccandoli, annusandoli e assaggiandoli; il contatto multisensoriale ridurrà la paura del nuovo.
Renderli partecipi in cucina
Perché non coinvolgerli in cucina? I bambini adorano sentirsi protagonisti di un'avventura e la preparazione dei pasti può stimolarli ad assaggiare le loro creazioni.
Mangiare gli stessi cibi
Spesso si diversifica perché le loro pietanze sono più leggere; se però i genitori mangiano lo stesso cibo, con entusiasmo ed enfasi su quanto è buono, il bambino potrebbe essere più motivato e invogliato ad assaggiarlo.
Mantenere la calma
Il momento dei pasti dovrebbe essere un'occasione di condivisione, scoperta e divertimento. No tassativo ai rimproveri o alle punizioni, perché il rischio è quello di innescare brutti ricordi e piccoli traumi legati a quel cibo rifiutato e motivo di contrarietà.
Camuffare il cibo in modo da renderlo più appetibile
"L'occhio vuole la sua parte", dunque anche i bambini possono essere più invogliati ad assaggiare quello che sembra buono anche solo a guardarsi.
Ecco qualche idea per stimolare la loro curiosità a tavola:
- piatti a tema: composizioni che richiamano personaggi, animali o oggetti amati dai piccoli, usando frutta e verdura;
- burger di verdure e legumi: i bambini amano gli hamburger. riproporre loro la versione con le verdure e i legumi, potrebbe rivelarsi un'ottima idea;
- finger food: alimenti tagliati per assumere forme divertenti che si possono mangiare con le mani;
- spiedini colorati: cibi conosciuti e nuovi alternati in uno spiedino;
- salse e dip: verdure crude con salse appetitose, ma non elaborate con spezie, che possono risultare pesanti come sapore e consistenza;
- smoothie e frullati: frullati di frutta e verdura con latte o yogurt per creare bevande nutrienti dall'aspetto colorato.
Gli errori da evitare per non incentivare la neofobia alimentare nei bambini
Altrettanto importante è evitare approcci che possono rafforzare la neofobia, come per esempio costringere i bambini a mangiare trasformando il cibo in una fonte di stress e conflitto; usarlo come espediente per premiare o minacciare di punire.
Questo stratagemma rischia di innescare una reazione a lunga gittata di "odio" e repulsione per quel determinato alimento; non riscuote successo neanche l'appello ai benefici salutari di un piatto non gradito perché il bambino non può ancora essere interessato ai benefici delle pietanze.