Ginocchio sbucciato: cosa fare?

Elena Turrini

Ultimo aggiornamento – 30 Giugno, 2023

Ginocchio sbucciato: cosa fare?

Capita spesso che i bambini cadano e si sbuccino le ginocchia, magari giocando sull’asfalto o andando in bicicletta. Questa situazione, tra le altre cose, non vede protagonisti solo i piccoli ma anche gli adulti, che possono essere vittime di qualche caduta in grado di provocare un’abrasione del tessuto del ginocchio.

Quando succede, la pelle si lesiona, esce del sangue ed ecco che subito si va in allarme, soprattutto quando si tratta di un bambino. Il piccolo infatti, può spaventarsi, soprattutto alla vista del sangue e alla sensazione di bruciore ma non vi è motivo di agitarsi, a meno che non ci siano conseguenze più gravi come ad esempio una frattura o una lesione al tendine.

In questo articolo parliamo di come curare il ginocchio sbucciato, quale sono le pratiche da mettere in atto e cosa, al contrario, non va fatto.

Cosa succede quando il ginocchio si sbuccia

Quando il ginocchio si sbuccia, lo strato di pelle più superficiale subisce una lesione a causa dell’abrasione causata dallo strofinamento sul terreno. Il ginocchio è una sede anatomica che, proprio per la sua struttura, non contiene molti vasi sanguigni, quindi nel momento in cui subisce un danno da abrasione, non ci sarà  la fuoriuscita di una grande quantità di sangue.

Tuttavia le sensazioni che si provano sono lo stesso dolore e molto bruciore.

Quando c’è una ferita, viene attivato subito il meccanismo di riparazione:

  • La prima fase, che si verifica subito dopo la fuoriuscita di sangue, è caratterizzata dall’attivazione piastrinica, detta anche emostasi primaria. Le piastrine sono le cellule del sangue deputate alla coagulazione. Una loro attivazione dà luogo ad una serie di meccanismi (in cui sono coinvolte altre proteine, come ad esempio la fibrina), che portano alla formazione del coagulo. Questo comportauno stop alla fuoriuscita di sangue.
  • Successivamente, in genere entro 24-48 ore dopo la lesione, inizia il processo di riparazione dell’epitelio di rivestimento, in cui viene formato un tessuto detto “tessuto di granulazione” che porta alla progressiva riepitelizzazione della ferita.
  • Dopo un paio di settimane, questo tessuto provvisorio viene completamente sostituito dal collagene, che costituirà il nuovo epitelio, con la relativa formazione di nuovi vasi sanguigni.
  • Questo procede fino alla completa rimarginazione del tessuto, che spesso vede la permanenza di un tessuto cicatriziale con la mancanza dei peli ed una colorazione diversa.

Come curare le ferite al ginocchio

Per eseguire una cura corretta delle ginocchia sbucciate, i passaggi da mettere in atto sono i seguenti:

Lavare accuratamente le mani prima di toccare la ferita

Questo passaggio è importante per evitare un possibile trasferimento alla ferita dei microorganismi presenti sulle mani

Se possibile, la prassi corretta sarebbe quella di indossare dei guanti monouso.

Pulire la ferita

Dopo essersi lavati le mani, occorre pulire bene la ferita dal sangue e da eventuali corpi estranei che potrebbero essere rimasti intrappolati nella lesione. Questo può succedere, ad esempio, se il soggetto è caduto sull’asfalto o sull’erba e quindi potrebbero essere presenti dei sassolini o della terra.

Per pulire la ferita è consigliato far scorrere dell’acqua corrente, utilizzare un sapone neutro e successivamente passare una garza imbevuta di soluzione fisiologica (una soluzione salinaisotonica che non cedené sottrae liquido alla ferita). Se i corpi estranei sono conficcati nel tessuto, si può procedere delicatamente con una pinzetta al fine di rimuoverli completamente.

È comunque importante non utilizzare mai il cotone idrofilo perché potrebbe rilasciare delle fibre all’interno della ferita. Questo tipo di materiale viene infatti impiegato per la disinfezione della cute integra e mai delle ferite. In quest’ultimo caso, come suggerito sopra, il materiale corretto è la garza.

bambina con ginocchio sbucciato

Disinfettare la ferita

È fondamentale non trascurare questo passaggio perché, una mancata disinfezione, potrebbe portare alla proliferazione incontrollata di microorganismi, aumentando il rischio di infezione.

I disinfettanti che si possono usare sono:

  • Acqua ossigenata se la ferita è superficiale, facendo attenzione che il liquido non rimanga intrappolato nei tessuti. L’acqua ossigenata agisce infatti spigionando una certa quantità di ossigeno libero, che se non trova un contatto con l’esterno, potrebbe causare danni anziché benefici. Quindi, se si utilizza acqua ossigenata, è bene massaggiare delicatamente la ferita per favorire la liberazione dell’ossigeno.
  • Se invece, la ferita è un po' più profonda si può scegliere di applicare disinfettanti come: iodopovisone, clorexidina, benzalconio cloruro.

Applicare una crema antibiotica

Se il medico lo prescrive, è possibile applicare una crema antibiotica per bloccare la proliferazione batterica e trattare una probabile infezione agli stadi inziali. 

Per questo tipo di farmaci è sempre bene chiedere un parere al proprio medico poiché gli antibiotici non andrebbero assunti alla leggera e con il “fai da te”. Vi è infatti il rischio di sviluppare un meccanismo chiamato antibiotico-resistenza, ovvero un processo in cui i batteri diventano resistenti e non soccombono più all’azione dell’antibiotico. 

Questo rischio esiste ed è concreto, sia impiegando antibiotici per via orale, ma anche creme antibiotiche.

Coprire la ferita

Partendo dal presupposto che coprire una ferita serve per evitare che questa venga a contatto con potenziali pericoli (sporcizia, batteri, funghi, ecc.), il consiglio è quello di coprirla fintanto che vi è un reale rischio. Quindi, fino alla completa "chiusura” della lesione, questa andrebbe mantenuta coperta per la maggior parte del tempo.

Per coprire la ferita, il dispositivo medico da utilizzare è una garza sterile, da fissare con del nastro adesivo medicale o una benda elastica.

Monitorare il processo di guarigione

Una volta che il ginocchio sbucciato è stato curato adeguatamente, è comunque doveroso continuare a monitorare la fase di cicatrizzazione per verificare la presenza di eventuali infezioni.

Un tessuto infetto si riconosce perché appare gonfio e arrossato. Inoltre, brucia ed è particolarmente doloroso. In alcuni casi si potrebbe assistere anche ad una fuoriuscita di secrezioni purulente.

In tutti questi casi è bene consultare immediatamente il medico che prescriverà la terapia corretta.

Cosa fare per garantire una buona cicatrizzazione

Per favorire il processo di cicatrizzazione, non vanno sottovalutati questi aspetti:

  • Tenere sempre pulita la ferita, anche se questa è in fase di guarigione.
  • Evitare nuovi traumi o abrasioni sulla ferita.
  • Quando arriva il momento di esporsi al sole, utilizzare una protezione con filtro solare SPF 50+.
  • Per velocizzare la cicatrizzazione, si può optare per creme a base di acido ialuronico e vitamine, sostanze che stimolano la produzione di collagene ed elastina (due proteine indispensabili per la rigenerazione del tessuto).
Elena Turrini
Scritto da Elena Turrini

Web Content Editor e SEO Copywriter, laureata in Economia e specializzata in Neurocopywriting e Storytelling aziendale. Negli anni ha coltivato la sua passione nei confronti della salute e della scienza frequentando vari corsi.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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