Con l'arrivo della primavera, i bambini possono finalmente tornare a giocare all'aria aperta dopo il lungo periodo invernale.
L'esposizione alla luce solare offre numerosi vantaggi per la salute dei ragazzi, che possono beneficiare di un maggiore apporto di vitamina D – fondamentale per la salute delle ossa – e di un miglioramento dell’umore, grazie alla produzione di endorfine; inoltre, il gioco all'aperto consente ai bambini di socializzare e di sviluppare abilità motorie e cognitive in un ambiente stimolante e divertente.
Come fare, però, se il proprio figlio è eccessivamente assuefatto ai videogames e non vuole uscire? Ecco come disintossicarlo in favore di una salutare sessione di giochi all’aria aperta.
Quali sono i sintomi della dipendenza da videogiochi?
La dipendenza da videogiochi aumenta gradualmente: inizialmente il bambino può semplicemente manifestare entusiasmo nei confronti di un videogame; poi, questo sentimento si può ingrandire fino a diventare una vera e propria ossessione.
Ecco quali possono essere i sintomi dei bambini con dipendenza da videogiochi:
- scegliere di passare tutto il tempo sui videogames, trascurando altre attività;
- canalizzare tutto l’interesse sui videogiochi;
- giocare di nascosto, spesso nelle ore notturne;
- accumulare sempre più videogiochi nuovi;
- diventare aggressivi all’idea di perdere i videogiochi o di non potercisi dedicare come e quanto desiderano;
- avere una gestione quotidiana alterata di sonno, igiene e alimentazione.
I videogiochi hanno vari effetti negativi sui più piccoli.
Diminuzione dell’intelligenza sociale
L’intelligenza sociale è la capacità di stare insieme agli altri, che si allena confrontandosi quotidianamente con il prossimo e con situazioni reali.
Da questo punto di vista, la dipendenza da videogiochi (soprattutto quelli che si basano su interazioni con amici da remoto, senza uscire dalle mura di casa) potrebbe portare ad un’illusione di socialità.
Dedicando troppo tempo a questa cerchia di interazione, si rischia di non allenare le reali capacità relazionali che si sviluppano solo uscendo dalla propria zona di comfort.
Desensibilizzazione
Con questo termine si vuole indicare il calo della capacità empatica, ovvero il diventare via via più indifferenti al sentire dell'altro.
Il meccanismo dell’empatia è situato nella corteccia prefrontale, la parte che richiede maggiore energia per attivarsi.
Dedicando anche solo un’ora e mezza ai videogames, i ragazzi disabituano la capacità di attivare quella parte di cervello.
5 consigli su come disintossicare i figli dai videogiochi
Sebbene alcuni videogiochi possano offrire un'esperienza coinvolgente e stimolante, è importante ricordare che l’attività fisica all'aria aperta è essenziale per il benessere fisico e mentale dei più piccoli.
Bambini e ragazzi che sviluppano una passione per i videogiochi e che passano molte ore consecutive a giocare, corrono il rischio di preferire questa zona di comfort.
Come aiutarli per disintossicarsi dallo schermo? Ecco qualche consiglio pratico.
Giocare ad un videogioco insieme al proprio figlio
Invitare il bambino a mostrare come giocare ai suoi giochi preferiti dimostra apertura alle novità e assenza di pregiudizi.
In questo modo, si offre un esempio positivo e sarà più semplice chiedere al proprio figlio di dedicarsi ad altre attività al di fuori dei videogiochi.
Allo stesso tempo, imparare a giocare insieme può essere un'opportunità per rafforzare il rapporto genitore-figlio e per creare momenti di condivisione e di apprendimento reciproco.
Riconoscere i risultati ottenuti nelle attività diverse dai videogiochi
I bambini sono attratti dalle gratificazioni immediate, motivo per cui i videogiochi risultano spesso così apprezzati; quando il proprio figlio si dedica ad altre attività, però, è importante ricordare di riconoscere e lodare il suo impegno, sottolineando i risultati ottenuti.
Questo è essenziale per stimolare il bambino a migliorare le sue performance e per farlo sentire apprezzato e valorizzato.
Far scegliere al bambino un progetto a lungo termine
I bambini tendono a preferire attività che offrono risultati immediati e gratificanti, come appunto i videogiochi, e hanno difficoltà a pensare o ad agire sul lungo periodo.
Per aiutarli, dunque, è possibile coinvolgerli in un progetto a lunga durata che sia coerente con il loro carattere e che possa stimolarne la curiosità.
È importante essere creativi e impegnarsi a seguire e a supportare i propri figli nella realizzazione di tale progetto, aiutandoli a reperire i materiali necessari e a completare l'opera.
In questo modo, i ragazzi potranno imparare a dedicarsi con costanza e impegno a un'attività che richiede tempo e pazienza, sviluppando al contempo le loro abilità creative e manuali.
Non interrompere il gioco bruscamente
Molti genitori, nella ricerca di una soluzione, scelgono di spegnere la console o disconnettere Internet per interrompere il gioco dei loro figli: tali gesti, però, possono provocare reazioni di rabbia, frustrazione e conflitto che non portano a nulla di positivo.
Inoltre, tale atteggiamento può minare la fiducia e indurre il figlio a giocare di nascosto e a trovare modi per aggirare i limiti imposti.
In questi casi, è necessario valutare la situazione con obiettività e comprendere se il gioco è una vera e propria compulsione o solo una forma di svago momentanea.
Se sono in vacanza, o nel fine settimana, possono anche giocare un po' di più, ma devono essere sempre condizioni monitorate e concordate insieme ai genitori, in modo che i figli capiscano che c'è sempre un limite.
Non sequestrare il videogame
Confiscare la consolle non è il metodo più efficace e risulta essere una punizione emotivamente molto pesante: non si ottiene rispetto e l’obbedienza è dettata solo dalla paura.
Sequestrando la fonte di divertimento, si vanno ad intaccare le abitudini profonde del bambino – togliendoli, al contempo, ciò che gli permette di scaricare le tensioni emotive.
Questo gesto, dal punto di vista del figlio, viene visto come una violazione del proprio spazio.
Per essere ascoltati, occorre basarsi sul dialogo e sul raggiungimento di compromessi.
Il parere dell’esperto
Per approfondire l'argomento a 360 gradi, abbiamo deciso di interpellare il Dr. Giuseppe Pingitore, Pediatra e Allergologo:
Attraverso il gioco i bambini imparano a interagire con il mondo che li circonda e iniziano a comprendere le relazioni sociali. È un modo per imparare ed esplorare il mondo in un ambiente sicuro, mentre si acquisiscono nuove competenze.
Il tempo dedicato ad attività “non scolastiche” costituisce un importante componente nella vita dei bambini, ma anche degli adulti.
Uno degli aspetti più interessanti del gioco è lo stimolo sull’intelligenza creativa, sull’invenzione e sull’adattarsi a varie situazioni nuove; occorre parlare, poi, dello stimolo verso una sana competitività finalizzata a capire quali sono le proprie capacità e i propri limiti, attraverso il confronto con i coetanei.
Purtroppo, oggi, solo una piccola percentuale di bambini ha la possibilità di dedicarsi ad attività ludiche di tipo sportivo da svolgersi all’aperto; ciò comporta che la maggior parte di essi trovi nel videogioco il piacere di competere con avversari virtuali. Questo aspetto non sarebbe del tutto negativo se non fosse, molto spesso, causa di un isolamento del bambino dal mondo esterno, dal mondo reale, e dal contatto sociale.
Importante, per evitare gli effetti negativi dei videogiochi, il coinvolgimento dei genitori e dei fratelli: entrambi devono fare parte del mondo ludico del bambino più piccolo, partecipando essi stessi o offrendo alternative: non basta, anzi è controproducente, limitarsi a vietare l’uso delle consolle o dei cellulari, occorre che i genitori comprendano che devono dedicare parte del loro tempo a giocare con i figli.