Intervista al dr. Giuseppe Iannone, psicologo e psicoterapeuta.
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è un disturbo del neurosviluppo che, se non curato, tende a persistere e a ostacolare il normale funzionamento scolastico, lavorativo e sociale.
Quali sono i sintomi? Come può essere posta diagnosi? E quali sono le opzioni di trattamento?
Ne parliamo in questa intervista con il dr. Giuseppe Iannone, psicologo e psicoterapeuta.
Come riconoscere un bambino con sindrome da deficit di attenzione e iperattività?
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD in inglese, o DDAI in italiano) è un disturbo mentale caratterizzato da sintomi quali disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività e impulsività.
Le persone con ADHD di solito riferiscono di avere difficoltà a focalizzare l´attenzione su una singola attività o a rimanere fermi e concentrati per lunghi periodi di tempo. E sono proprio la disattenzione e la disorganizzazione a causare l´incapacità di mantenere l´attenzione su un compito, l'apparente mancanza di ascolto, il dimenticare scadenze o incombenze importanti.
L'iperattività e l'impulsività, invece, si associano a livelli di attività eccessivi, agitazione, incapacità di rimanere seduti o di attendere il proprio turno, intromissione nelle attività altrui, ecc.
L´ADHD è stata inserita tra i disturbi del neurosviluppo nel DSM-5. Come tutti gli altri disturbi del neurosviluppo, l´ADHD tende a manifestarsi già dalle prime fasi dello sviluppo, spesso già prima che il bambino inizi la scuola elementare.
Durante la fanciullezza, l´ADHD si presente provocatorio o il disturbo della condotta.
A chi rivolgersi e come avviene la diagnosi?
Per essere fatta diagnosi di ADHD la persona deve aver sperimentato per un minimo di sei mesi almeno sei tra i seguenti sintomi.
Disattenzione:
- fatica a prestare attenzione ai particolari o frequenti errori di distrazione;
- difficoltà a mantenere l´attenzione e la concentrazione;
- apparente mancanza di ascolto quando gli/le si parla;
- fatica a seguire le istruzioni e/o a portare a termine i compiti;
- difficoltà a organizzarsi nei compiti o nelle attività;
- evitamento o forte avversione a eseguire compiti che richiedono uno sforzo mentale protratto;
- perdita di oggetti;
- facile distraibilità;
- sbadataggine.
Iperattività e impulsività:
- difficoltà a stare fermo;
- fatica a stare al proprio posto;
- irrequietezza;
- incapacità di giocare tranquillamente;
- eccessiva loquacità;
- impulsività nel dare una risposta prima ancora di aver sentito la domanda per intero;
- difficoltà ad aspettare il proprio turno;
- comportamenti invadenti nei confronti degli altri.
Affinché possa essere fatta diagnosi di ADHD, tali sintomi devono essere presenti già dalle prime fasi dello sviluppo, e comunque prima dei 12 anni, devono presentarsi in almeno due contesti (scuola, casa, lavoro, ecc.) e interferire con il normale funzionamento scolastico, lavorativo o sociale.
La diagnosi può essere posta da uno psicoterapeuta che, dopo attenta valutazione clinica, stabilirà se la persona è affetta da ADHD o meno.
Esistono tre tipi di ADHD:
- il tipo prevalentemente disattento;
- il tipo prevalentemente iperattivo-impulsivo;
- il tipo combinato iperattivo-impulsivo e disattento (che è anche il tipo più prevalente).
Il percorso di cura varierà a seconda del sottotipo di ADHD del quale si soffre.
Va poi tenuto in considerazione che il sottotipo di ADHD può cambiare nel tempo: di conseguenza, quindi, anche il trattamento potrà subire delle modifiche. Non è raro, per esempio, che l'iperattività estrema nei bambini venga mitigata dal trascorrere del tempo e si trasformi in irrequietezza in età adulta.
Come gestire, lato genitore, un bambino iperattivo? E ci sono delle attività (sportive ma non solo) maggiormente indicate in questi casi?
Il bambino che soffre di ADHD, può essere aiutato dal genitore a stabilire e sforzarsi di rispettare un piano giornaliero strutturato, regolare e coerente, e che preveda un regolare alternarsi di compiti che, per esempio, richiedono concentrazione e impegno, intervallati ad attività che invece impegnano il corpo. Soprattutto l´attività fisica o il gioco all'aperto sono attività indicate in questi casi.
Al bambino può essere proposto di utilizzare elenchi, agende, tenere un calendario e impostare promemoria come aiuto a rimanere organizzati.
Può anche rivelarsi utile abituarsi a riordinare gli oggetti di uso quotidiano, come giocattoli, vestiti, lo zaino, ecc. in punti assegnati. (armadi, scatole, ecc.). Questo lavoro può essere premiato da un´attività piacevole per il bambino.
Esiste una cura per il deficit di attenzione e l'iperattività?
Sia nei bambini che negli adulti, se non trattata, l'ADHD può avere un grave impatto sulla loro vita. Può influenzare negativamente il rendimento scolastico, lavorativo o la qualità delle relazioni.
Il trattamento è quindi importante per ridurre gli effetti di tale disturbo.
Il primo passo da fare è parlarne con uno psicoterapeuta o con il medico di base. Il trattamento per l'ADHD in genere comprende terapie psicoterapiche, farmacologiche o una combinazione delle due.
Un tipo di trattamento efficace per l´ADHD è la psicoterapia, sia per il singolo che per il gruppo familiare. Durante le sedute, si discute sia di come l'ADHD influisce sulla vita sia su come aiutare la persona a gestire i sintomi.
In altri casi si preferisce combinare la psicoterapia a una cura farmacologica. Le opzioni di trattamento vanno comunque sempre discusse con uno specialista. Anche perché i farmaci possono indurre effetti collaterali che la persona potrebbe non sopportare.