Bambini aggressivi: le cause della rabbia e come gestirla

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 18 Gennaio, 2023

Bambini aggressivi: le cause e cosa fare

Qual è la causa dell'aggressività infantile e come fare per gestire il nervosismo e la rabbia dei bambini piccoli? 

Vediamo insieme i motivi che possono determinarla e quali soluzioni si possono adottare per aiutare i bambini aggressivi a ritrovare la loro serenità. 

Bambini aggressivi: quali sono le cause?

Il comportamento aggressivo nei bambini compare in genere tra 1 e i 2 anni e non di rado preoccupa i genitori, i quali, presi alla sprovvista, potrebbero reagire a loro volta con un atteggiamento nervoso. 

Le manifestazioni più comuni dell'aggressività sono, in genere, l'abitudine a mordere o a tirare i capelli, la tendenza a colpire i coetanei e a volte anche gli adulti. 

Ma quali sono le cause e da cosa derivano gli scatti d'ira solo apparentemente immotivati? Sono diversi gli elementi che possono concorrere a determinare una certa aggressività nei bambini, tuttavia il motivo principale è dovuto all'immaturità della loro corteccia prefrontale

Questa parte estremamente importante del cervello ha il compito di regolare le emozioni e il comportamento in base ad esse; a causa di uno sviluppo non ancora completo, però, può capitare anche di frequente che i bimbi non sappiano (o non riescano) a controllare i propri impulsi emotivi. 

In balia di queste vaghe sensazioni che non riescono a decodificare e ad esprimere, possono reagire con rabbia e nervosismo ad alcuni stimoli.

Un bambino aggressivo, quindi, esprime fisicamente lo stress, la stanchezza, l'insoddisfazione e tutto quell'insieme di emozioni negative che lo travolgono in diversi momenti della giornata, tuttavia, un altro fattore che potrebbe influire sulla capacità infantile di governare le proprie emozioni è il livello di serotonina

Sembra, infatti, che i soggetti che presentano bassi livelli di questo importante neurotrasmettitore, abbiano più difficoltà a mantenere un equilibrio emotivo.

Bimbi aggressivi: l'importanza di un ambiente familiare sereno

L'immaturità della corteccia prefrontale potrebbe non essere l'unico aspetto a giocare un ruolo determinante nella capacità o meno di regolare le emozioni. 

Spesso, infatti, l'aggressività si origina quando:

  • il bimbo/a è stanco;
  • ha ricevuto una dose eccessiva di stimoli;
  • prova del dolore fisico (ad esempio quello dovuto allo sviluppo della dentizione);
  • vuole cominciare a interagire con gli altri bambini ma non sa come fare;
  • cerca di autodifendersi;
  • cerca di mettere alla prova l'adulto provocando una sua reazione. 

Un altro fattore molto importante che può provocare un comportamento rabbioso e aggressivo, poi, è l'ambiente familiare e le relazioni fra i componenti del nucleo

La mancanza di un dialogo costruttivo e sereno, la tendenza ad avere un comportamento prevaricatore da parte dei genitori, l'assenza di un rapporto di fiducia e, in aggiunta a tutto ciò, l'eventuale presenza di un disagio socio-economico, possono aumentare il rischio che il bimbo sviluppi un atteggiamento vessatorio nei confronti degli altri o autodistruttivo.

È importante, quindi, vigilare sulle manifestazioni infantili e intervenire qualora la situazione peggiorasse. 

Con un tono di voce calmo e rassicurante, i genitori possono dapprima indagare sulle cause che provocano il nervosismo infantile ponendo delle domande al diretto interessato, oppure chiedere un colloquio con le maestre della struttura educativa, in modo da verificare come il bimbo si comporta quando non è con la sua famiglia.

Come si esprime l'aggressività nel bambino

L'aggressività infantile può assumere diverse forme d'espressione ed avere una gravità più o meno grave. 

Spesso i bambini hanno la tendenza a colpire i coetanei o i bambini più piccoli, tuttavia può anche capitare che sfoghino la loro frustrazione mettendo in pratica dei comportamenti autolesionisti. Ancora, è molto comune (soprattutto all'asilo nido e alla scuola dell'infanzia) che i bimbi mordano, urlino o tirino i capelli.

La rabbia, tuttavia, oltre che verso i propri compagni e verso se stessi può essere indirizzata anche verso gli adulti, in particolare verso i genitori. 

I bambini aggressivi con i genitori possono aver sviluppato questo comportamento in risposta all'atteggiamento degli adulti: un tono di voce alto, la tendenza a urlare e ad utilizzare punizioni corporali, una scarsa empatia nei confronti dei bisogni del figlio possono influire sulle modalità con le quali poi esso si rapporta in famiglia. 

Se, invece, l'ambiente famigliare è sereno ed equilibrato, ma vi è un bambino aggressivo con la mamma o col papà senza apparente ragione, allora è probabile che il piccolo stia cercando di esprimere una sua frustrazione o un'insoddisfazione verso qualcosa o qualcuno utilizzando il proprio corpo.

Come gestire i comportamenti aggressivi nei bambini

madre e figlia

Come fare per gestire i bambini violenti e nervosi? Innanzitutto, è importante aiutarli ad esprimere le loro emozioni, cercando di non banalizzare gli episodi che coinvolgono altri compagni. 

Se un bimbo colpisce un amico, dovrà essere immediatamente fermato e redarguito, senza tuttavia farlo sentire "cattivo". Per fare in modo che  non lo faccia più, è preferibile dimostrarsi accoglienti e fiduciosi nei suoi confronti, comprendendo le ragioni intrinseche dietro al suo comportamento e, soprattutto, il suo bisogno emotivo.

I bambini nervosi e aggressivi devono essere sempre fermati quando manifestano fisicamente la loro rabbia, tuttavia, devono capire che gli adulti sono al loro fianco per aiutarli a incanalare quest'energia nel modo più corretto. 

Occorre tenere presente, poi, che a due o a tre anni, gli episodi di espressione fisica delle emozioni (spesso attraverso i morsi o gli spintoni) è estremamente comune. 

A quest'età, infatti, non si può parlare di bambino violento vero e proprio in quanto manca del tutto l'intenzionalità del gesto. Il piccolo non vuole "fare male", ma semplicemente tende ad manifestare un disagio o un'insoddisfazione in modo fisico, ovvero senza verbalizzare o accettare il sentimento negativo che gli provoca un dolore interiore.

Quali strategie adottare per ridurre l'aggressività infantile

A seconda dell'età dei bambini e delle cause all'origine della rabbia, possono essere messe in campo diverse strategie

Ecco alcuni consigli per gestire al meglio il nervosismo:

  • se la rabbia si manifesta in bambini di età compresa tra i 2 e 6 anni, sono molto utili le attività di manipolazione tattile, che consentono di scaricare le emozioni liberando la propria creatività. Uno/a bambino/a aggressiva che all'asilo ha delle difficoltà a relazionarsi con i compagni, potrebbe trovare molto rilassante giocare con la pasta di sale o con la sabbia. L'eccesso di stimoli, la stanchezza fisica e la difficoltà a verbalizzare con precisione influiscono sul comportamento dei bimbi di età prescolare, per questo motivo gli educatori utilizzano spesso la manipolazione sensoriale per aiutare i piccoli a lasciar fluire le loro emozioni.
  • quando l'aggressività caratterizza l'ambiente della scuola primaria, invece, è utile coinvolgere le diverse figure educative di riferimento (genitori, maestre, allenatori) al fine di indagare i fattori che portano allo sviluppo di comportamenti rabbiosi. Un bimbo aggressivo può diventarlo a causa di traumi emotivi vissuti nell'ambiente di casa, oppure in relazione a delle difficoltà scolastiche o a una bassa autostima.
  • è importante offrire ai bambini comprensione e un atteggiamento accogliente, facendogli capire che si riconosce un loro bisogno inespresso.
  • coinvolgere il piccolo nel processo di elaborazione emotiva è sempre raccomandabile e può fornire un'occasione educativa per riflettere insieme sui limiti da tenere sempre presenti se si vuole stabilire una relazione appagante con gli altri.
  • non utilizzare punizioni corporali e non umiliare il bambino.

In linea generale, mantenere un comportamento calmo, equilibrato e comprensivo, tenendo presente le (inevitabili) difficoltà dell'infanzia può aiutare a ridurre gli episodi di aggressività, mentre di pari passo è fondamentale prestare attenzione ai piccoli segnali che fungono da campanello d'allarme in modo da agire per tempo sulla gestione della rabbia.

In ogni caso, il consulto di uno specialista è sempre consigliato.

Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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