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Sodio Ioduro131 I Curium 37-7400 mbq capsula rigida, 1 capsula

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
Principio attivo:
Casa produttrice:
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1. Indicazioni terapeutiche
La terapia della tiroide con radioiodio è indicata per: - il trattamento della malattia di Graves, del gozzo multinodulare tossico o dei noduli tiroidei funzionalmente autonomi - il trattamento del carcinoma tiroideo papillare e follicolare compresa la forma metastatica. La terapia con sodio ioduro (131I) è spesso associata a interventi chirurgici e farmaci antitiroidei.
2. Posologia
L’attività somministrata dipende dal giudizio clinico. L'effetto terapeutico si ottiene soltanto dopo alcuni mesi. Adulti - Per il trattamento dell’ipertiroidismo La dose richiesta dipende dal tipo di diagnosi, dalla dimensione della ghiandola, dall’accumulo di radioiodio da parte della tiroide e dalla sua clearance. L’attività da somministrare ad un paziente del peso medio di 70 kg è di solito compresa nell’intervallo di 200 - 800 MBq, ma può rendersi necessario valutare l’opportunità di ripetere il trattamento. Quando possibile, i pazienti devono essere resi eutiroidei con terapia farmacologica prima di effettuare la terapia con radioiodio per l’ipertiroidismo. L’attività da somministrare può essere definita mediante l’uso di protocolli a dose fissa o calcolata con la seguente equazione:
Attività (MBq) = D(Gy) x V(mL) x K
max. captazione iodio-131 (%) x effettivo t½ (d)
dove: D è la dose target assorbita nella ghiandola tiroidea, V è il volume target dell’intera ghiandola tiroidea max. captazione iodio-131 è la massima captazione di iodio-131 nella ghiandola tiroidea espressa come% dell’attività somministrata come stabilito in un dose test. effettivo t ½ (d) è l’emivita effettiva dello Iodio-131 nella ghiandola tiroidea espresso in giorni K è uguale a 24,67. Per la scelta dell’attività da somministrare è possibile far riferimento ai seguenti valori di dose target assorbita dall’organo bersaglio:
Autonomia unifocale 300-400 Gy
Autonomia multifocale e disseminata 150-200 Gy
Malattia di Graves 200 Gy
Nella malattia di Graves e nell’autonomia multifocale o disseminata, le dosi target precedentemente indicate sono correlate al peso complessivo della ghiandola tiroidea, mentre nell’autonomia unifocale la dose dell'organo bersaglio è correlata soltanto al peso del nodulo autonomo. Per determinare la dose target appropriata dell’organo bersaglio (Gy) è inoltre possibile usare altre procedure dosimetriche, inclusi i test di captazione tiroidea del sodio pertecnetato (99mTc). Per l'ablazione della tiroide e il trattamento di metastasi Le attività da somministrare dopo una tiroidectomia totale o sub-totale al fine di asportare il tessuto tiroideo residuo sono dell’ordine di 1850 - 3700 MBq, in rapporto alla dimensione del residuo e alla captazione del radioiodio. Nel trattamento delle metastasi, l’attività da somministrare è generalmente compresa tra 3700 e 11100 MBq. Compromissione renale/epatica È necessario valutare attentamente l’attività da somministrare, poiché nei pazienti con compromissione renale esiste un rischio di aumento di esposizione alle radiazioni (vedere paragrafo 4.4). Popolazione pediatrica L’utilizzo nei bambini e negli adolescenti deve essere attentamente considerato, sulla base delle necessità cliniche e della valutazione del rapporto beneficio/rischio in questo gruppo di pazienti. Occorre tenere presente che l’attività da somministrare non deve scendere al di sotto di un livello tale da pregiudicare l’efficacia del trattamento. L’attività terapeutica da somministrare a bambini e adolescenti deve essere pari ad una frazione della dose da somministrare ad un adulto calcolata in base al peso o alla superficie corporea secondo le seguenti equazioni:
Dose pediatrica (MBq) = Dose per l’adulto (MBq) x peso del bambino (kg)
70 (kg)
Dose pediatrica (MBq) = Dose per l’adulto (MBq) x superficie del bambino (m²)
1,73 (m²)
Di seguito vengono proposti i fattori di correzione da utilizzare come guida. Frazione della dose per adulto
3 kg = 0,10 22 kg = 0,50 42 kg = 0,78
4 kg = 0,14 24 kg = 0,53 44 kg = 0,80
6 kg = 0,19 26 kg = 0,56 46 kg = 0,82
8 kg = 0,23 28 kg = 0,58 48 kg = 0,85
10 kg = 0,27 30 kg = 0,62 50 kg = 0,88
12 kg = 0,32 32 kg = 0,65 52-54 kg = 0,90
14 kg = 0,36 34 kg = 0,68 56-58 kg = 0,92
16 kg = 0,40 36 kg = 0,71 60-62 kg = 0,96
18 kg = 0,44 38 kg = 0,73 64-66 kg = 0,98
20 kg = 0,46 40 kg = 0,76 68 kg = 0,99
(Paediatric Task Group, EANM) Metodo di somministrazione La capsula deve essere assunta per via orale e a digiuno con abbondante liquido e deve essere deglutita intera. Prima di somministrare la capsula ai bambini, soprattutto quelli più piccoli, è necessario accertarsi che la capsula possa essere deglutita intera. Nei pazienti nei quali si sospetta la presenza di patologie gastrointestinali, deve essere posta particolare attenzione nella somministrazione di capsule di sodio ioduro (131I). Le capsule devono essere deglutite intere con una quantità di liquido sufficiente a garantirne il completo passaggio nello stomaco e nella porzione superiore dell’intestino tenue. È consigliata la somministrazione concomitante di H2-antagonisti o di inibitori della pompa protonica. Per la preparazione del paziente, vedere paragrafo 4.4.
3. Controindicazioni
• Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. • Accertata o sospetta gravidanza o quando la gravidanza non può essere esclusa (vedere paragrafo 4.6). • Allattamento (vedere paragrafo 4.6). • Pazienti con disfagia, stenosi esofagea, gastrite attiva, ulcera gastrica superficiale e ulcera peptica. • Pazienti con sospetta riduzione della motilità gastrointestinale.
4. Avvertenze
Potenziale insorgenza di reazioni di ipersensibilità o anafilattiche Se si verificano reazioni di ipersensibilità o anafilattiche bisogna interrompere immediatamente la somministrazione del medicinale e, se necessario, iniziare un trattamento per via endovenosa. Per favorire un pronto intervento in caso di emergenza, devono essere immediatamente disponibili i farmaci e le apparecchiature necessari, come il tubo endotracheale e il ventilatore. Giustificazione del beneficio/rischio individuale Per ciascun paziente, l’esposizione alla radiazione ionizzante deve essere giustificata in base al possibile beneficio. In ogni caso, l’attività somministrata deve essere tale da garantire la dose di radiazione più bassa ragionevolmente raggiungibile per ottenere l’effetto terapeutico richiesto. Vi sono scarse evidenze di un aumento dell’incidenza di casi di cancro, leucemia o mutazioni nei pazienti trattati con radioiodio per malattie benigne della tiroide, nonostante l’uso estensivo. Nel trattamento di patologie maligne della tiroide, in uno studio condotto su pazienti sottoposti a dosi superiori a 3700 MBq di iodio-131 è stata riportata una più alta incidenza di carcinoma della vescica. Un altro studio ha riportato un leggero aumento di leucemie in pazienti sottoposti a dosi molto alte. Pertanto si consiglia di non ricorrere a dosi cumulative totali superiori a 26000 MBq. Funzione gonadica nei maschi Per compensare un potenziale danno reversibile della funzione gonadica nei maschi dovuta all’alta dose terapeutica di radioiodio, nei casi di giovani con malattia estesa, si potrebbe prendere in considerazione il ricorso alla banca dello sperma. Compromissione renale/epatica È necessario valutare attentamente l’attività da somministrare nei pazienti con compromissione renale, poiché in questi pazienti esiste un rischio di aumento di esposizione alle radiazioni. La somministrazione terapeutica di sodio ioduro (131I) in pazienti con significativa insufficienza renale, nei quali è necessario un aggiustamento della dose, richiede una particolare attenzione. Iponatremia Sono state riportate manifestazioni gravi di iponatraemia dopo la terapia di ioduro di sodio (131I) in pazienti anziani sottoposti a tiroidectomia totale. I fattori di rischio includono l'età più anziana, il sesso femminile, l'uso di diuretici tiazidici e l'iponatraemia all'inizio della terapia con ioduro di sodio (131I). Per questi pazienti deve essere considerata la regolare misurazione degli elettroliti sierici. Popolazione pediatrica Per informazioni sull’uso nella popolazione pediatrica, vedere il paragrafo 4.2. È richiesta un’attenta valutazione delle indicazioni dal momento che la dose efficace equivalente per MBq è più elevata che negli adulti (vedere paragrafo 11). Il trattamento a base di radioiodio di patologie tiroidee benigne in bambini e adolescenti può essere adottato nei casi giustificati, in particolare nelle recidive dopo uso di farmaci antitiroidei, quando si verificano reazioni avverse gravi ad essi o quando il trattamento chirurgico è controindicato. Nel trattamento dei bambini e degli adolescenti, tuttavia, bisogna tenere conto della maggiore sensibilità dei loro tessuti e della maggiore aspettativa di vita di questo tipo di pazienti. Si devono altresì valutare i rischi rispetto ad altri possibili trattamenti (vedere paragrafo 4.2 e 11). Preparazione del paziente I pazienti devono essere incoraggiati a incrementare l’assunzione orale di fluidi e a urinare il più spesso possibile, al fine di ridurre le radiazioni assorbite dalla vescica, in particolare a seguito di attività elevate, ad esempio per il trattamento del carcinoma tiroideo. I pazienti con problemi di svuotamento della vescica devono essere cateterizzati dopo la somministrazione di attività elevate di radioiodio. Prima del trattamento deve essere evitato un eccesso di iodio stabile (vedere paragrafo 4.5). Prima della terapia con radioiodio, devono essere raccolti dati anamnestici relativi all’assunzione di iodio nei pazienti e, in caso di sospetto, occorre effettuare una misurazione dello iodio nelle urine. Prima della terapia può essere eseguito un test per determinare la massima captazione e l’effettiva emivita tiroidea dello iodio radioattivo. Al fine di evitare una scialoadenite, che può complicare la somministrazione di alte dosi di radioiodio, si può consigliare al paziente di assumere dolciumi o bevande contenenti acido citrico, che stimolano la secrezione di saliva. Una dieta povera di iodio prima della terapia favorisce l'assorbimento nel tessuto tiroideo sano. La terapia ormonale sostitutiva con ormoni tiroidei deve essere sospesa prima della somministrazione di radioiodio per il carcinoma della tiroide, al fine di assicurare un assorbimento adeguato. Si raccomanda una sospensione del trattamento con triiodotironina per un periodo di 14 giorni e di 6 settimane per il trattamento con tiroxina. La terapia sostitutiva con ormoni tiroidei può essere ripresa due giorni dopo il trattamento. Analogamente, il carbimazolo e il propiltiouracile devono essere sospesi una settimana prima del trattamento per ipertiroidismo e ripresi diversi giorni dopo. Dopo il trattamento, il paziente deve essere inserito in un appropriato programma di monitoraggio a breve e lungo termine. Il trattamento a base di radioiodio della malattia di Graves deve essere somministrato contemporaneamente al trattamento a base di corticosteroidi quando è presente un’oftalmopatia endocrina. Dopo la procedura Evitare la vicinanza stretta con lattanti e donne in stato di gravidanza. Avvertenze specifiche Una capsula di sodio ioduro (131I) Curium Netherlands contiene 63,5 mg di sodio. Questo deve essere tenuto in considerazione per i pazienti sottoposti a una dieta a basso contenuto di sodio. Una capsula di sodio ioduro (131I) Curium Netherlands contiene 23 mg di saccarosio. Da tenere in considerazione in persone affette da diabete mellito. Vedere il paragrafo 6.6 per le precauzioni relative al rischio ambientale.
5. Interazioni
È noto che molti principi farmacologicamente attivi interagiscono con il radioioduro. L’interazione avviene sulla base di vari meccanismi che possono influire sul legame proteico, sulla farmacocinetica o sugli effetti dinamici dello ioduro marcato. È pertanto necessario considerare il rischio di riduzione della captazione tiroidea. Di conseguenza, è necessario raccogliere un’anamnesi farmacologica completa e accertare se occorre interrompere il trattamento con determinati medicinali prima di somministrare Sodio ioduro (131I). Ad esempio, è necessario interrompere l’assunzione delle seguenti sostanze:
Principi attivi Periodo di sospensione prima della somministrazione di 131I
Agenti antitiroidei (ad es. carbimazolo, metimazolo, propiltiouracile), perclorato 1 settimana prima di iniziare il trattamento e fino a diversi giorni dopo
Salicilati, steroidi, sodio nitroprussiato, sodio sulfobromoftaleina, anticoagulanti, antistaminici, antiparassitari, penicilline, sulfamidici, tolbutamide, tiopentone 1 settimana
Fenilbutazone 1-2 settimane
Espettoranti contenenti iodio e vitamine circa 2 settimane
Preparati a base di ormoni tiroidei Triiodotironina 14 giorni Tiroxina: 6 settimane
Amiodarone*, benzodiazepine, litio circa 4 settimane
Preparati a base di iodio per uso topico 1-9 mesi
Mezzi di contrasto contenenti iodio Fino a 1 anno
* Nel caso dell’amiodarone è possibile che la captazione nella ghiandola tiroidea diminuisca per diversi mesi a causa dell’emivita prolungata di tale agente.
6. Effetti indesiderati
Sono stati riportati alcuni casi di reazioni avverse in seguito alla somministrazione di Sodio ioduro (131I), compreso nausea, vomito ed eventualmente fenomeni allergici non specificati. Nausea e vomito sono le reazioni più frequenti in seguito alla somministrazione per via orale in particolar modo in seguito a dosi terapeutiche, pertanto devono essere presi in considerazione i rischi di contaminazione conseguenti agli episodi di vomito. L’esposizione a radiazioni ionizzanti è correlata all’induzione di tumori e al potenziale sviluppo di difetti ereditari. La dose di radiazioni risultante dall’esposizione terapeutica può provocare un aumento dell’incidenza di tumori e mutazioni. In ogni caso è necessario assicurarsi che i rischi connessi alle radiazioni siano inferiori a quelli della malattia stessa. La dose efficace equivalente in caso di somministrazione della massima radioattività raccomandata a scopo terapeutico di 11100 MBq (assumendo un uptake tiroideo dello 0%) è pari a è 799,2 mSv. Le frequenze delle reazioni avverse segnalate sono state ricavate dalla letteratura medica. Il profilo di sicurezza di sodio ioduro (131I) varia notevolmente a seconda delle dosi somministrate, mentre le dosi da somministrare dipendono dal tipo di trattamento (cioè trattamento di malattie benigne o maligne). Inoltre, il profilo di sicurezza dipende dalle dosi cumulative somministrate e dai regimi posologici impiegati. Pertanto, le reazioni avverse segnalate sono state raggruppate sulla base della loro comparsa nel trattamento delle malattie benigne o maligne. Reazioni avverse che si manifestano frequentemente sono: ipotiroidismo, ipertiroidismo transitorio, disturbi delle ghiandole salivari e lacrimali ed effetti locali delle radiazioni. Nel trattamento del cancro possono manifestarsi spesso anche reazioni avverse gastrointestinali e soppressione midollare. Le seguenti tabelle illustrano le reazioni avverse segnalate, ordinate per sistemi e organi. I sintomi, che sono piuttosto secondari a un gruppo/sindrome (ad es. la cheratocongiuntivite secca) sono inseriti tra parentesi dopo la rispettiva sindrome. La seguente tabella illustra il significato delle frequenze indicate in questo paragrafo:
Molto comune: ≥1/10
Comune: da ≥1/100 a <1/10
Non comune: da ≥1/1.000 a <1/100
Raro: da ≥1/10.000 a <1/1.000
Molto raro: <1/10.000
Non nota: non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Reazioni avverse dopo il trattamento di malattie benigne:
Classificazione per sistemi e organi Sintomo Frequenza
Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilattoide Non nota
Patologie endocrine Ipotiroidismo permanente, ipotiroidismo Molto comune
Ipertiroidismo transitorio Comune
Crisi tireotossica, tiroidite, ipoparatiroidismo (ipocalcemia, tetanie), iperparatiroidismo Non nota
Patologie dell’occhio Oftalmopatia endocrina (nella malattia di Graves) Molto comune
Cheratocongiuntivite secca Non nota
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Paralisi delle corde vocali Non nota
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Acne da iodio Non nota
Patologie gastrointestinali Scialoadenite Comune
Patologie epatobiliari Funzionalità epatica alterata Non nota
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Gonfiore localizzato Non nota
Reazioni avverse dopo il trattamento di malattie maligne:
Classificazione per sistemi e organi Sintomo Frequenza
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Leucemia Non comune
Tumore della vescica, tumore del colon, tumore gastrico, tumore alla mammella Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico Eritropenia, insufficienza midollare lieve Molto comune
Leucopenia, trombocitopenia Comune
Anemia aplastica, soppressione midollare permanente o grave Non nota
Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilattoide Non nota
Patologie endocrine Crisi tireotossica, ipertiroidismo transitorio Rara
Tiroidite (leucocitosi transitoria), ipoparatiroidismo (ipocalcemia, tetanie), ipotiroidismo, iperparatiroidismo Non nota
Patologie del sistema nervoso Parosmia, anosmia Molto comune
Edema cerebrale Non nota
Patologie dell’occhio Cheratocongiuntivite secca (congiuntivite, secchezza oculare e nasale) Molto comune
Ostruzione dei dotti nasolacrimali (aumento della lacrimazione) Comune
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Comune
Costrizione della gola*, fibrosi polmonare, distress respiratorio, disturbo ostruttivo delle vie aeree, polmonite, tracheite, disfunzione delle corde vocali (paralisi delle corde vocali, disfonia, raucedine), dolore orofaringeo, stridore Non nota
Patologie gastrointestinali Scialoadenite (secchezza delle fauci, dolore delle ghiandole salivari, ipertrofia delle ghiandole salivari, carie dentale, perdita di denti), sindrome da radiazioni, nausea, ageusia, disgeusia, riduzione dell'appetito Molto comune
Vomito Comune
Gastrite, disfagia Non nota
Patologie epatobiliari Funzionalità epatica anormale Non nota
Patologie renali e urinarie Cistite da radiazioni Non nota
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Insufficienza ovarica, disturbi mestruali Molto comune
Azoospermia, oligospermia, riduzione della fertilità maschile Non nota
Patologie congenite, familiari e genetiche Ipotiroidismo congenito Non nota
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Malattia similinfluenzale, cefalea, affaticamento, cervicalgia Molto comune
Gonfiore localizzato Comune
*: in particolare nella tracheostenosi pre-esistente. Descrizione dettagliata degli effetti indesiderati: Disturbi della tiroide e delle paratiroidi Come conseguenza tardiva del trattamento dell’ipertiroidismo con radioiodio, in alcuni casi può comparire un ipotiroidismo dose-dipendente. Tale patologia può manifestarsi settimane o anni dopo il trattamento, pertanto richiede un monitoraggio intervallato adeguato della funzione tiroidea e una terapia sostitutiva tiroidea appropriata. Generalmente, l'ipotiroidismo non si manifesta fino a 6-12 settimane dopo la somministrazione di sodio ioduro (131I). Nel trattamento delle malattie maligne, l'ipotiroidismo è stato spesso segnalato come reazione avversa, tuttavia il trattamento con radioiodio nelle malattie maligne segue solitamente la tiroidectomia. La distruzione dei follicoli tiroidei causata dall’esposizione alle radiazioni di sodio ioduro (131I) può aggravare l’eventuale ipertiroidismo esistente entro 2-10 giorni, o causare una crisi tireotossica. Occasionalmente, potrebbe svilupparsi ipertiroidismo immunitario dopo la normalizzazione iniziale (periodo di latenza 2-10 mesi). Nel trattamento con radioiodio a dosi elevate, il paziente potrebbe manifestare tiroidite e tracheite a carattere infiammatorio transitorio 1-3 giorni dopo la somministrazione, con possibile costrizione tracheale grave, in particolare quando vi è una tracheostenosi pre-esistente. In casi rari, dopo il trattamento di un carcinoma tiroideo funzionale potrebbe emergere un ipertiroidismo temporaneo. Dopo la somministrazione di radioiodio sono stati osservati casi di ipoparatiroidismo transitorio, che devono essere monitorati di conseguenza e trattati con una terapia sostitutiva tiroidea. Patologie dell’occhio Dopo il trattamento con radioiodio dell'ipertiroidismo o della malattia di Graves, si potrebbe avere il progresso di un’oftalmopatia endocrina pre-esistente o l’esordio di una nuova oftalmopatia. Il trattamento con radioiodio nella malattia di Graves deve essere associato ai corticosteroidi. Effetti locali dell'irradiazione Dopo la somministrazione di sodio ioduro (131I) sono state segnalate disfunzione e paralisi delle corde vocali. Tuttavia, in alcuni casi è impossibile stabilire se la disfunzione delle corde vocali sia stata provocata dalle radiazioni o dal trattamento chirurgico. Una captazione tissutale elevata di radioiodio può essere associata a dolore, disagio ed edema locale. Nel trattamento con radioiodio del residuo tiroideo, ad esempio, potrebbe insorgere nella regione della testa e del collo un dolore diffuso grave dei tessuti molli. Polmonite e fibrosi polmonare indotte dalle radiazioni ionizzanti sono state osservate in pazienti con metastasi polmonari diffuse derivanti da carcinomi tiroidei differenziati, a causa della distruzione del tessuto metastatico. Ciò si verifica soprattutto con dosaggi elevati di terapia con radioiodio. Nel trattamento dei carcinomi tiroidei metastatizzanti con coinvolgimento del SNC, è inoltre necessario tenere conto della possibilità di edema cerebrale locale e/o di aumento dell'eventuale edema cerebrale pre-esistente. Patologie gastrointestinali Livelli elevati di radioattività potrebbero causare anche disturbi gastrointestinali, che generalmente si manifestano nelle prime ore o nei primi giorni successivi alla somministrazione. Per la prevenzione delle patologie gastrointestinali, vedere paragrafo 4.4. Patologie delle ghiandole salivari e lacrimali Potrebbero verificarsi scialoadenite, con gonfiore e dolore delle ghiandole salivari, nonché perdita parziale del gusto e secchezza delle fauci. La scialoadenite è solitamente reversibile spontaneamente o con un trattamento antinfiammatorio, ma sono stati saltuariamente descritti casi di ageusia e secchezza delle fauci persistenti e dose-dipendenti. La mancanza di saliva può portare a infezioni, ad es. carie, e comportare la perdita di denti. Per la prevenzione dei disturbi salivari, vedere paragrafo 4.4. Anche una disfunzione delle ghiandole salivari e/o lacrimali con conseguente cheratocongiuntivite secca può comparire con un ritardo di svariati mesi e fino a due anni dopo la terapia con radioiodio. Sebbene la cheratocongiuntivite secca sia un effetto transitorio nella maggior parte dei casi, il sintomo può persistere per anni in alcuni pazienti. Depressione midollare Come conseguenza tardiva potrebbe svilupparsi una depressione midollare reversibile che si presenta con trombocitopenia isolata o eritrocitopenia eventualmente mortale. È più probabile che la depressione midollare si presenti dopo un’unica somministrazione di oltre 5.000 MBq oppure dopo la somministrazione ripetuta a intervalli inferiori ai 6 mesi. Malignità secondarie Dopo l’uso delle attività più elevate, generalmente quelle impiegate nel trattamento delle malignità tiroidee, è stato rilevato un aumento nell'incidenza della leucemia. Esistono anche evidenze di aumento dell'incidenza di tumori solidi, dopo attività elevate (superiori a 7.4 GBq). Compromissione della fertilità Dopo la terapia con radioiodio del carcinoma tiroideo, sia negli uomini, sia nelle donne, potrebbe verificarsi una compromissione transitoria dose-dipendente della fertilità. In base alla dose dell’attività, può manifestarsi una compromissione reversibile della spermatogenesi in dosi superiori a 1850 MBq; effetti clinicamente rilevanti, inclusi oligospermia e azoospermia, oltre a livelli sierici di FSH elevati sono stati descritti dopo somministrazione superiore a 3700 MBq. Consigli generali L’esposizione alle radiazioni ionizzanti è correlata all'induzione di tumori e potenzialmente allo sviluppo di difetti ereditari. La dose di radiazioni risultante dall’esposizione terapeutica potrebbe aumentare l’incidenza di carcinomi e mutazioni. In ogni caso, è necessario assicurare che i rischi delle radiazioni siano inferiori a quelli della patologia in sé. La dose di radiazione somministrata (EDE) dopo dosi terapeutiche di sodio ioduro (131I) è superiore a 20 mSv. Popolazione pediatrica È prevedibile che le reazioni avverse nei bambini siano dello stesso tipo rispetto agli adulti. Vista la maggiore sensibilità alle radiazioni dei tessuti (vedere paragrafo 11) e l’aspettativa di vita superiore dei bambini, la frequenza e la gravità potrebbero essere diverse. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
7. Gravidanza e allattamento
Donne potenzialmente fertili Quando è necessario somministrare medicinali radioattivi a donne potenzialmente fertili, si devono assumere sempre informazioni su una possibile gravidanza. Ove non sia provato il contrario, qualsiasi donna che abbia saltato un ciclo mestruale deve essere considerata in stato di gravidanza. In caso di dubbio riguardo ad una possibile gravidanza (se la donna ha saltato un ciclo mestruale, se il ciclo mestruale è molto irregolare, ecc.), devono essere proposte alla paziente tecniche alternative (se esistenti), che non utilizzino radiazioni ionizzanti. Contraccezione negli uomini e nelle donne Si raccomanda alle donne che assumono sodio ioduro (131I) di NON iniziare una gravidanza per un periodo da 6 a 12 mesi dalla somministrazione. Agli uomini viene consigliato di non procreare per un periodo di tempo pari a 6 mesi dopo il trattamento con radioiodio per consentire la sostituzione degli spermatozoi irradiati con quelli non irradiati. Gravidanza La terapia con radioiodio durante la gravidanza, a causa del passaggio transplacentare di sodio ioduro (131I) che può causare ipotiroidismo grave e potenzialmente irreversibile nei neonati, è controindicata (la dose di questo agente assorbita dall’utero potrebbe variare dagli 11 ai 511 mGy e la tiroide fetale concentra avidamente lo iodio nel corso del secondo e terzo trimestre) (vedere paragrafo 4.3). In caso di carcinoma differenziato della tiroide, diagnosticato durante la gravidanza, dopo la tiroidectomia seguita da una terapia ormonale sostitutiva TSH-soppressiva, la terapia con radioiodio non deve essere somministrata prima del termine della gravidanza. Allattamento Prima di somministrare un radiofarmaco a una madre che allatta al seno, è necessario prendere in considerazione la possibilità di posticipare ragionevolmente l’esame fino all’interruzione dell’allattamento e stabilire se è stato scelto il radiofarmaco più appropriato, tenendo conto della secrezione di attività nel latte materno. L'allattamento al seno dopo la somministrazione di sodio ioduro (131I) deve essere interrotto. Per ragioni di radioprotezione, si raccomanda di evitare il contatto stretto tra la madre e il bambino per un congruo periodo di tempo e in ottemperanza alla normativa vigente.
8. Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25 °C. Conservare nel contenitore originale. I radiofarmaci devono essere conservati in conformità con la normativa nazionale relativa ai prodotti radioattivi.
9. Principio attivo
Ciascuna capsula contiene: Principio attivo: Sodio ioduro (131I) da 37 a 7400 MBq alla data e ora di calibrazione. La data e ora di calibrazione (Activity Reference Time, ART) varia da 1 a 28 giorni dalla data e ora di fine della produzione (EoP). Lo iodio-131 è ottenuto per fissione dell’uranio-235 tramite il bombardamento con neutroni di tellurio stabile in un reattore nucleare. Ha un'emivita di 8,02 giorni. Decade a xenon-131 stabile con emissione di radiazioni gamma di 365 KeV (81,7%), 637 KeV (7,2%) e 284 KeV (6,1%) e di radiazioni beta di energia massima di 606 KeV. Eccipienti con effetti noti: Una capsula di sodio ioduro (131I) Curium Netherlands contiene 63,5 mg sodio e saccarosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Contenuto della capsula: Disodio idrogenofosfato diidrato Sodio tiosolfato pentaidrato Sodio idrogenocarbonato Sodio idrossido Sodio cloruro Saccarosio Acqua per preparazioni iniettabili Involucro della capsula: Gelatina
11. Sovradosaggio
Questo medicinale è inteso per l'uso da parte di personale competente e in ambienti ospedalieri. Pertanto il rischio di sovradosaggio è solo teorico. I rischi sono legati alla somministrazione involontaria di dosi eccessive di radioattività. L'elevata esposizione alle radiazioni attraverso un sovradosaggio può essere ridotta mediante la somministrazione di agenti bloccanti la tiroide, quali potassio ioduro o potassio perclorato, immediatamente al sospetto di sovraesposizione, l'uso di emetici e favorendo la diuresi con frequente eliminazione di urina.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).