icon/back Indietro

Paracetamolo Cod Te 500 mg/30 mg compresse rivestite con film 16 compresse in blister pvc/al

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
Principio attivo:
Casa produttrice:
Anno:
Prezzo:
1. Indicazioni terapeutiche
Per il sollievo dal dolore da moderato a grave in adulti e bambini con più di 12 anni di età. La codeina è indicata nei pazienti con più di 12 anni per il trattamento del dolore moderato acuto che non è adeguatamente controllato da altri analgesici come il paracetamolo o l'ibuprofene (in monoterapia).
2. Posologia
Posologia: La durata del trattamento deve essere limitata a 3 giorni e se non si ottiene un’efficace riduzione del dolore i pazienti, o chi se ne prende cura, devono contattare il medico curante. Adulti con più di 18 anni: 1-2 compresse ad intervalli di almeno 4 ore, fino a un massimo di 8 compresse nelle 24 ore. Dosaggio massimo giornaliero: • La dose massima giornaliera di paracetamolo non deve superare i 4000 mg. • La dose singola massima è di 1000 mg (2 compresse). Anziani: Come per gli adulti. Può essere tuttavia necessario ridurre la dose. Vedere le avvertenze. Danno renale: In caso di danno renale la dose deve essere ridotta:
Filtrazione glomerulare Dose
10 - 50 ml/min Una compressa di Paracetamolo e Codeina Teva 500 mg/30 mg ogni 6 ore
< 10 ml/min Una compressa di Paracetamolo e Codeina Teva 500 mg/30 mg ogni 8 ore
Compromissione epatica: Il paracetamolo deve essere usato con cautela in presenza di compromissione epatica. Alcolismo cronico: Il consumo cronico di alcol può abbassare la soglia di tossicità del paracetamolo. In questi pazienti, l'intervallo di tempo tra due dosi deve essere di almeno 8 ore. Non deve essere superata la dose di 2 g di paracetamolo al giorno. Popolazione pediatrica. Adolescenti con peso corporeo superiore a 50 kg a partire dai 16 anni di età: 1-2 compresse ad intervalli di almeno 6 ore, fino a un massimo di 8 compresse nelle 24 ore. Bambini da 12 a 15 anni: 1 compressa ad intervalli di almeno 6 ore, fino a un massimo di 4 compresse nelle 24 ore. Bambini di età inferiore ai 12 anni: La codeina non deve essere usata nei bambini di età inferiore ai 12 anni a causa del rischio di tossicità da oppioidi dovuto al metabolismo variabile e non prevedibile che porta alla conversione della codeina in morfina (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Modo di somministrazione: Paracetamolo e Codeina Teva compresse rivestite con film sono per uso orale.
3. Controindicazioni
- Ipersensibilità ai principi attivi, oppure a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. - In tutti i pazienti pediatrici (0-18 anni di età) che si sottopongono ad interventi di tonsillectomia e/o adenoidectomia per il trattamento della sindrome da apnea ostruttiva del sonno, a causa di un aumentato rischio che si sviluppino reazioni avverse gravi e pericolose per la vita (vedere paragrafo 4.4). - Nelle donne durante l’allattamento con latte materno (vedere paragrafo 4.6). - Nei pazienti noti per essere metabolizzatori ultra-rapidi del CYP2D6. Condizioni in cui la morfina e gli oppioidi sono controindicati, ad es.: - Asma acuta. - Depressione respiratoria. - Alcolismo acuto. - Insufficienza epatica. - Trauma cranico. - Aumento della pressione intracranica. - In seguito ad intervento chirurgico alle vie biliari. - Terapia concomitante o entro 14 giorni dalla terapia con inibitori della monoamino-ossidasi.
4. Avvertenze
Rischio dall'uso concomitante di farmaci sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati: L'uso concomitante di Paracetamolo e Codeina Teva compresse rivestite con film e farmaci sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati può causare sedazione, depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante con questi medicinali sedativi dovrebbe essere riservata ai pazienti per i quali non sono possibili opzioni terapeutiche alternative. Se viene prescritto Paracetamolo e Codeina Teva compresse rivestite con film in concomitanza con medicinali sedativi, deve essere utilizzata la dose efficace più bassa, e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile. I pazienti devono essere seguiti attentamente in merito a segni e sintomi di depressione respiratoria e sedazione. Pertanto, si raccomanda fortemente di informare i pazienti e chi se ne prende cura di prestare attenzione a questi sintomi (vedere paragrafo 4.5). Dosi superiori a quelle raccomandate possono provocare una epatopatia grave. Il trattamento antidotico deve essere somministrato il più rapidamente possibile (vedere paragrafo 4.9). In seguito a somministrazione cronica possono manifestarsi tolleranza e dipendenza fisica e psicologica. Con l’uso prolungato di analgesici (> 3 mesi) con somministrazione ogni due giorni o più frequente è possibile la comparsa o il peggioramento della cefalea. La cefalea indotta da un uso eccessivo di analgesici (MOH - cefalea da uso eccessivo di farmaci) non deve essere trattata aumentando la dose. In tali casi, interrompere il trattamento analgesico ma solo dopo aver consultato il medico. L'interruzione brusca dopo un uso prolungato, ad alte dosi ed improprio di analgesici può portare a mal di testa, affaticamento, dolore muscolare, nervosismo e sintomi autonomici. Questi sintomi da sospensione si risolvono entro pochi giorni. Fino a quel momento, un'ulteriore assunzione di analgesici deve essere evitata e ricominciata solo dietro consiglio di un medico. L’associazione paracetamolo/codeina deve essere usata con cautela nei pazienti con: - dipendenza da oppiacei, - ipotiroidismo, - ipertrofia prostatica, - insufficienza corticosurrenalica, - grave anemia emolitica a livello epatico. L’associazione paracetamolo/codeina deve essere usata con la massima cautela e a dosaggio ridotto nei pazienti con: - funzionalità renale gravemente compromessa, - compromissione della funzione epatica o alcolismo, - in pazienti malnutriti o disidratati. Metabolismo del CYP2D6: La codeina viene metabolizzata dall'enzima epatico CYP2D6 in morfina, suo metabolita attivo. Se un paziente ha una carenza o gli manca completamente questo enzima, non si otterrà un sufficiente effetto analgesico. Le stime indicano che fino al 7% della popolazione caucasica può avere questa carenza. Tuttavia, se il paziente è un metabolizzatore esteso o ultrarapido, vi è un aumentato rischio di sviluppare effetti indesiderati di tossicità da oppioidi anche a dosi comunemente prescritte. Questi pazienti convertono codeina in morfina rapidamente, con conseguente incremento dei livelli sierici attesi di morfina. I sintomi generali di una tossicità da oppioidi consistono in confusione, sonnolenza, respirazione superficiale, pupille ristrette, nausea, vomito, stitichezza e mancanza di appetito. Nei casi gravi, questi possono comprendere sintomi di depressione respiratoria e circolatoria, che può essere pericolosa per la vita e molto raramente fatale. Le stime di prevalenza di metabolizzatori ultrarapidi in diverse popolazioni sono riassunte di seguito:
Popolazione Prevalenza%
Africani/Etiopi 29%
Africani Americani da 3.4% a 6.5%
Asiatici da 1.2% a 2%
Caucasici da 3.6% a 6.5%
Greci 6.0%
Ungheresi 1.9%
Nord Europei 1%-2%
Uso post-operatorio nei bambini: In letteratura sono stati riportati casi in cui la codeina, somministrata a bambini post-intervento di tonsillectomia e/o adenoidectomia per l'apnea ostruttiva del sonno, ha indotto eventi avversi rari, ma pericolosi per la vita, tra cui la morte (vedere anche paragrafo 4.3). Tutti i bambini hanno ricevuto dosi di codeina inclusi nell’intervallo di dose appropriato; tuttavia vi erano evidenze che questi bambini fossero metabolizzatori ultrarapidi o estesi nella loro capacità di metabolizzare codeina in morfina. Bambini con funzione respiratoria compromessa: La codeina non è raccomandata per l'uso nei bambini nei quali la funzione respiratoria potrebbe essere compromessa, il che include disturbi neuromuscolari, condizioni cardiache o respiratorie gravi, infezioni delle alte vie respiratorie o polmonari, traumi multipli o procedure chirurgiche estese. Questi fattori possono peggiorare i sintomi di tossicità da morfina. È richiesta cautela nella somministrazione del prodotto a qualsiasi paziente la cui condizione possa essere esacerbata dagli oppioidi, in particolare agli anziani, che potrebbero essere sensibili ai loro effetti a livello centrale e gastrointestinale, a coloro in trattamento concomitante con farmaci depressivi del SNC, a pazienti con ipertrofia prostatica e a pazienti con disordini intestinali infiammatori o ostruttivi. È richiesta cautela anche in caso di trattamento prolungato. Si deve consigliare ai pazienti di non superare la dose raccomandata e di non prendere altri prodotti a base di paracetamolo in concomitanza. Il medico prescrittore deve valutare con regolarità il rapporto rischio-beneficio dell’uso continuato. Sodio: Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa rivestita con film, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.
5. Interazioni
Farmaci sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati:L'uso concomitante di oppioidi con farmaci sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell'effetto depressivo additivo del SNC. La dose e la durata dell'uso concomitante devono essere limitati (vedere paragrafo 4.4). Deve essere evitata l'associazione di chinidina con Paracetamolo e Codeina Teva. L’associazione di Paracetamolo e Codeina Teva con i seguenti medicinali può richiedere un aggiustamento della dose: neurolettici, antidepressivi, warfarin, induttori enzimatici come certi antiepilettici (fenitoina, fenobarbitale, carbamazepina), rifampicina e Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), probenecid, metoclopramide, colestiramina e cloramfenicolo. Si deve evitare l’uso concomitante di alcool. Codeina. Interazioni farmacocinetiche: La codeina si attiva probabilmente per O-demetilazione a morfina operata dall’enzima CYP2D6. Questa bioattivazione è inibita da alcuni farmaci, ad es. chinidina, terbinafina, alcuni antidepressivi e i neurolettici, ecc. Questi farmaci contrastano quindi l'effetto della codeina. Questa interazione è stata documentata in studi condotti su soggetti sani e/o in studi pilota su pazienti. Sono stati condotti studi diretti con la chinidina, un inibitore molto forte del CYP2D6. Questa associazione deve essere pertanto evitata. Anche i neurolettici e gli antidepressivi hanno un effetto inibitorio sul CYP2D6, il che implica la possibilità che queste associazioni richiedano un aggiustamento della dose. Gli induttori enzimatici quali rifampicina, barbiturici, alcuni antiepilettici, l'Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) ecc. possono causare una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di morfina (vedere anche di seguito interazioni con paracetamolo). Paracetamolo. Interazioni farmacodinamiche: L’effetto anticoagulante del warfarin e degli altri cumarinici può essere potenziato dall’uso regolare del paracetamolo, con aumento del rischio di sanguinamento. L'effetto può verificarsi già a dosi giornaliere di 2000 mg dopo 3 giorni. L'assunzione occasionale del paracetamolo non ha effetti significativi sulla tendenza al sanguinamento. I valori INR devono essere monitorati con maggiore frequenza durante l'utilizzo dell’associazione e dopo la sua sospensione. Interazioni farmacocinetiche: L'uso di sostanze induttrici degli enzimi epatici, come carbamazepina, fenitoina, fenobarbitale, rifampicina e l'erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) può aumentare l'epatotossicità del paracetamolo a causa dell'aumentata e più rapida formazione di metaboliti tossici. Deve essere pertanto usata cautela in caso di uso concomitante di induttori enzimatici. Il probenecid causa una riduzione di almeno 2 volte della clearance del paracetamolo attraverso l’inibizione della sua coniugazione con l’acido glucuronico. In caso di trattamento concomitante con probenecid si deve probabilmente considerare un dimezzamento del dosaggio del paracetamolo. L'assunzione concomitante di medicinali che portano all’accelerazione dello svuotamento gastrico, come metoclopramide o domperidone, accelerano l’assorbimento del paracetamolo con aumento dell’efficacia e inizio dell’analgesia. L’assorbimento del paracetamolo viene ridotto dalla colestiramina. La colestiramina non deve essere somministrata entro 1 ora dal paracetamolo se si vuole ottenere la massima analgesia. Il paracetamolo può influenzare la farmacocinetica del cloramfenicolo. In corso di trattamento concomitante con cloramfenicolo per via iniettiva si consiglia pertanto il monitoraggio delle sue concentrazioni plasmatiche.
6. Effetti indesiderati
La codeina può causare i tipici effetti degli oppioidi tra cui stitichezza, nausea, vomito, capogiro, leggera confusione mentale, confusione, sonnolenza e ritenzione di urina. La loro frequenza e gravità dipende dal dosaggio, dalla durata del trattamento e dalla sensibilità individuale. Possono manifestarsi tolleranza e dipendenza, soprattutto con l’uso prolungato di codeina ad alto dosaggio. • È noto che l’uso regolare e prolungato di codeina causa la comparsa di dipendenza e tolleranza. Alla sospensione del trattamento possono comparire sintomi di irrequietezza e irritabilità. • L’uso prolungato di antidolorifici per le cefalee può aggravarle. La frequenza degli effetti indesiderati viene classificata come segue: molto comuni (≥1/10); comuni (≥ 1/100, <1/10); non comuni (≥1/1.000, <1/100); rari (≥1/10.000, <1/1.000); molto rari (< 1/10.000), non noti (la frequenza non può essere valutata sulla base dei dati disponibili). Effetti indesiderati.
Patologie del sistema emolinfopoietico  
Rari Trombocitopenia, anemia emolitica, agranulocitosi, leucopenia
Molto rari Pancitopenia
Disturbi del sistema immunitario  
Rari Reazioni allergiche
Disturbi psichiatrici  
Rari Disturbi del sonno
Patologie del sistema nervoso  
Comuni Sonnolenza, cefalea
Non comuni Capogiro
Patologie dell’occhio  
Non comuni Disturbi della vista
Patologie vascolari  
Comune Sudorazione improvvisa
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche  
Rari Respiro corto
Patologie gastrointestinali  
Comuni Nausea, stipsi, vomito
Non comuni Bocca secca
Patologie epatobiliari  
Rari Epatotossicità, danno epatico che può progredire a insufficienza epatica
Molto rari Pancreatite acuta
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo  
Rari Eruzione cutanea, orticaria, eritema
Patologie renali e urinarie  
Molto rari Danno renale (può manifestarsi durante la terapia prolungata)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione  
Comuni Stanchezza
Sono stati segnalati casi molto rari di gravi reazioni cutanee. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza. Codeina: Paracetamolo e Codeina Teva deve essere usato con cautela durante la gravidanza poiché i metaboliti della codeina attraversano la placenta. È stata segnalata depressione respiratoria nel neonato riconducibile all'uso della codeina durante il parto. Sono stati segnalati sintomi di astinenza in neonati nati da madri che avevano regolarmente fatto uso di paracetamolo/codeina durante la gravidanza. Paracetamolo: Numerosi dati su donne in gravidanza non indicano né malformazioni, né tossicità fetale/neonatale. Studi epidemiologici sullo sviluppo neurologico nei bambini esposti al paracetamolo in utero mostrano risultati non conclusivi. Se clinicamente necessario, il paracetamolo può essere utilizzato durante la gravidanza se clinicamente necessario; tuttavia deve essere usato alla dose minima efficace per il minor tempo possibile e con la frequenza più bassa possibile. Allattamento. Codeina: Questo prodotto è controindicato durante l’allattamento a causa della presenza di codeina (vedere il paragrafo 4.3). Alle normali dosi terapeutiche la codeina ed il suo metabolita attivo possono essere presenti nel latte materno a dosi molto basse ed è improbabile che possano influenzare negativamente il lattante. Tuttavia, se il paziente è un metabolizzatore ultra-rapido del CYP2D6, livelli più elevati del metabolita attivo, morfina, possono essere presenti nel latte materno e, in casi molto rari, possono provocare sintomi di tossicità da oppioidi nel neonato, che possono essere fatali. Paracetamolo: Il paracetamolo viene escreto nel latte materno ma non in quantità clinicamente rilevanti.
8. Conservazione
Il medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
9. Principio attivo
Ogni compressa rivestita con film contiene 30 mg di codeina fosfato emiidrato e 500 mg di paracetamolo. Eccipiente con effetto noto: Ogni compressa rivestita con film contiene meno di 23 mg di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Nucleo della compressa: Povidone K29/K32, Magnesio stearato, Silice colloidale anidra, Talco, Croscarmellosio sodico, Copovidone (25.2-30.8), Cellulosa microcristallina. Rivestimento della compressa: Ipromellosa (E464), Macrogol (E1521), Talco (E553b), Titanio diossido (E171).
11. Sovradosaggio
Codeina Gli effetti del sovradosaggio di codeina vengono potenziati dall'ingestione simultanea di alcol e psicofarmaci. Sintomi Può svilupparsi depressione del sistema nervoso centrale, inclusa depressione respiratoria, ma è improbabile che sia grave a meno che non vengano assunti in concomitanza altri agenti sedativi, incluso l'alcol, o che si tratti di un sovradosaggio massivo. Le pupille possono essere puntiformi; la comparsa di nausea e vomito è comune. Ipotensione e tachicardia sono possibili ma improbabili. Trattamento Il trattamento deve essere sintomatico e di sostegno e deve comprendere il mantenimento della pervietà delle vie aeree e il monitoraggio dei segni vitali finché questi non tornano stabili. Entro un’ora dall’ingestione, si consideri la somministrazione di carbone attivo in un adulto che abbia ingerito più di 350 mg o in un bambino che abbia ingerito più di 5 mg/kg. Somministrare naloxone in caso di coma o depressione respiratoria. Il naloxone è un antagonista competitivo con una emivita breve. È quindi possibile che sia necessaria la somministrazione di dosi elevate e ripetute in un paziente gravemente avvelenato. Tenere monitorato il paziente per almeno 4 ore dall'ingestione, o per 8 ore se è stata assunta una preparazione a rilascio prolungato. Paracetamolo Si rivolga immediatamente ad un medico in caso di sovradosaggio, a causa del rischio di danni epatici irreversibili. Sintomi I sintomi di un sovradosaggio di paracetamolo durante le prime 24 ore sono pallore, nausea, vomito, anoressia e dolore addominale. Il danno epatico può comparire da 12 a 48 ore dall'ingestione e questo può manifestarsi con un aumento del tempo di pro-trombina, che è un indicatore affidabile del deterioramento della funzionalità epatica. Possono comparire alterazioni del metabolismo glucidico e acidosi metabolica. In caso di avvelenamento grave, l'insufficienza epatica può evolvere in encefalopatia, emorragia, ipoglicemia, edema cerebrale, coma e morte. L’insufficienza renale acuta con necrosi tubulare acuta, fortemente suggerita da dolore lombare, ematuria e proteinuria, può svilupparsi anche in assenza di grave danno epatico. Sono state osservate aritmie cardiache e pancreatite. È probabile la comparsa di danno epatico in adulti che abbiano assunto 10 g o più di paracetamolo. L’assunzione acuta o cronica di paracetamolo a dosi superiori a quella raccomandata può causare danni al fegato, in particolare se il paziente presenta fattori di rischio. Fattori di rischio a) il paziente è in trattamento a lungo termine con carbamazepina, fenobarbitale, fenitoina, primidone, rifampicina, erba di San Giovanni o altri farmaci che sono induttori degli enzimi epatici oppure b) il paziente assume regolarmente etanolo in eccesso rispetto alle quantità raccomandate oppure c) il paziente ha probabilmente un apporto ridotto di glutatione, ad esempio in caso di disturbi alimentari, fibrosi cistica, infezione da HIV, inedia, cachessia. Si ritiene che quantità in eccesso di un metabolita tossico (di solito adeguatamente detossificate dal glutatione quando vengono ingerite dosi normali di paracetamolo) si leghino irreversibilmente al tessuto epatico. Trattamento Il trattamento immediato è essenziale nella gestione del sovradosaggio di paracetamolo. Nonostante la mancanza di significativa e precoce sintomatologia, il paziente deve essere trasferito urgentemente in ospedale per immediati controlli medici. I sintomi possono limitarsi a nausea o vomito e non riflettere quindi la gravità del sovradosaggio o il rischio di danno d’organo. Il trattamento con carbone attivo deve essere preso in considerazione se non è trascorsa più di 1 ora dal sovradosaggio. Le concentrazioni plasmatiche di paracetamolo devono essere misurate a partire da 4 ore dall’ingestione (le concentrazioni misurate in tempi precedenti non sono affidabili). Oppure qualsiasi paziente che abbia ingerito circa 7,5 g o più di paracetamolo nelle 4 ore precedenti deve essere sottoposto a lavanda gastrica. Le concentrazioni plasmatiche di paracetamolo devono essere misurate a partire da 4 ore dall’ingestione (le concentrazioni misurate in tempi precedenti non sono affidabili). Il trattamento con N-acetilcisteina può essere utilizzato fino a 24 ore dopo l’ingestione del paracetamolo; tuttavia il massimo effetto protettivo si ottiene fino a 8 ore dopo l’ingestione. Se necessario, in linea con lo schema posologico stabilito, deve essere somministrata al paziente N-acetilcisteina per via endovenosa. Nei casi in cui il vomito non sia un problema ed il paziente viva in una zona lontana dall’ospedale, la somministrazione di metionina orale può rappresentare un’adeguata alternativa. Devono essere disponibili le generali misure di supporto. Il trattamento di pazienti che manifestano una grave disfunzione epatica oltre 24 ore dall'ingestione deve essere discusso con il centro antiveleni (National Poisons Information Service -NPIS) o con il reparto epatobiliare.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).