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Olanzapina Auro 5mg compresse 28 compresse in blister pvc/pa/al/pvc-al

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Adulti Olanzapina è indicata per il trattamento della schizofrenia. Olanzapina è efficace nel mantenimento del miglioramento clinico durante il proseguimento della terapia nei pazienti che hanno mostrato una risposta iniziale al trattamento. Olanzapina è indicata per il trattamento degli episodi maniacali da moderati a gravi. Olanzapina è indicata per la prevenzione della recidiva in pazienti con disturbo bipolare che hanno risposto al trattamento con olanzapina per gli episodi maniacali (vedere paragrafo 5.1).
2. Posologia
Adulti Schizofrenia: la dose iniziale raccomandata per olanzapina è di 10 mg/die. Episodi maniacali: la dose iniziale è di 15 mg in singola dose giornaliera in monoterapia oppure di 10 mg al giorno in terapia di associazione (vedere paragrafo 5.1). Prevenzione della recidiva nel disturbo bipolare: la dose iniziale raccomandata è di 10 mg/die. Per i pazienti che assumono olanzapina per il trattamento degli episodi maniacali, continuare la terapia per prevenire la recidiva alla stessa dose. In caso di un nuovo episodio maniacale, depressivo o misto, il trattamento con olanzapina deve essere continuato (con l’ottimizzazione della dose se necessario), con una terapia supplementare per il trattamento dei sintomi dell’umore, come indicato clinicamente. Durante il trattamento per la schizofrenia, gli episodi maniacali e la prevenzione della recidiva nel disturbo bipolare, la dose giornaliera può essere successivamente aggiustata sulla base della condizione clinica individuale all’interno dell’intervallo 5–20 mg/die. Un aumento a una dose superiore alla dose iniziale raccomandata è consigliato solo dopo appropriata rivalutazione clinica e generalmente deve avvenire ad intervalli di non meno di 24 ore. Olanzapina può essere somministrata con o senza cibo, poiché il suo assorbimento non è influenzato dal cibo. Quando si interrompe la terapia con olanzapina si deve considerare la riduzione graduale della dose. Popolazioni speciali Pazienti anziani Una dose iniziale inferiore (5 mg/die) non è indicata di routine ma deve essere considerata per i soggetti al di sopra dei 65 anni e quando giustificato da fattori clinici (vedere anche paragrafo 4.4). Pazienti con compromissione della funzione renale e/o epatica Per questi pazienti deve essere considerata una dose iniziale più bassa (5 mg). In caso di insufficienza epatica moderata (cirrosi, classe Child–Pugh A o B), la dose iniziale deve essere di 5 mg e deve essere aumentata solo con cautela. Fumatori Di routine, la dose iniziale e l’intervallo di dose non devono essere modificati per i non fumatori rispetto ai fumatori. Il metabolismo di olanzapina può essere accelerato dal fumo. Si raccomanda un monitoraggio clinico e, se necessario, può essere considerato un aumento del dosaggio di olanzapina (vedere paragrafo 4.5). Quando è presente più di un fattore che può causare un rallentamento del metabolismo (sesso femminile, età avanzata, non fumatore), si deve tenere in considerazione la riduzione della dose iniziale. In questi pazienti l’aumento progressivo della dose, se indicato, deve essere prudente (vedere paragrafi 4.5 e 5.2). Popolazione pediatrica L’uso di olanzapina non è raccomandata nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia. Negli studi a breve termine in pazienti adolescenti sono stati riferiti un maggiore aumento di peso, e alterazioni dei lipidi e della prolattina maggiori rispetto a quelli osservati nei pazienti adulti (vedere paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2).
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nelparagrafo 6.1. Pazienti con rischio noto di glaucoma ad angolo chiuso.
4. Avvertenze
Durante il trattamento antipsicotico, il miglioramento della condizione clinica del paziente può richiedere da numerosi giorni ad alcune settimane. Durante questo periodo i pazienti devono essere attentamente monitorati. Psicosi e/o disturbi comportamentali correlati a demenza Olanzapina non è raccomandata per un uso nei pazienti con psicosi e/o disturbi comportamentali correlati a demenza a causa di un aumento della mortalità e del rischio di eventi avversi cerebrovascolari. In studi clinici controllati con placebo (6–12 settimane) in pazienti anziani (età media 78 anni) con psicosi e/o disturbi del comportamento correlati a demenza, l’incidenza di morte nel gruppo di pazienti trattati con olanzapina è aumentato di 2 volte rispetto ai pazienti trattati con placebo (3,5% vs. 1,5% rispettivamente). La maggiore incidenza di morte non è risultata associata alla dose di olanzapina (dose media giornaliera 4,4 mg) o alla durata del trattamento. I fattori di rischio che possono predisporre questa popolazione di pazienti ad aumentata mortalità includono età >65 anni, disfagia, sedazione, malnutrizione e disidratazione, malattie polmonari (ad es. polmonite, con o senza aspirazione) o uso concomitante di benzodiazepine. Tuttavia l’incidenza di morte è stata più elevata nei pazienti trattati con olanzapina rispetto a quelli trattati con placebo, indipendentemente dai fattori di rischio. Negli stessi studi clinici, sono stati riferiti eventi avversi cerebrovascolari (EACV, ad es. ictus, attacco ischemico transitorio), inclusi casi fatali. Gli eventi avversi cerebrovascolari sono aumentati di 3 volte nei pazienti trattati con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo (1,3% vs. 0,4% rispettivamente). Tutti i pazienti trattati con olanzapina e con placebo che hanno manifestato un evento cerebrovascolare avevano fattori di rischio precedenti. Un’età al di sopra dei 75 anni e demenza di tipo vascolare/misto sono stati identificati come fattori di rischio per gli eventi avversi cerebrovascolari in associazione con il trattamento con olanzapina. L’efficacia di olanzapina non è stata stabilita in questi studi. Malattia di Parkinson L’uso di olanzapina non è raccomandato nel trattamento della psicosi indotta da agonisti della dopamina in pazienti con malattia di Parkinson. Negli studi clinici, sono stati segnalati, molto comunemente e più frequentemente rispetto al placebo, casi di peggioramento della sintomatologia parkinsoniana e delle allucinazioni (vedere anche paragrafo 4.8), e l’olanzapina non è stata più efficace del placebo nel trattamento dei sintomi psicotici. In questi studi clinici, era richiesto che in fase iniziale i pazienti fossero mantenuti stabili con la più bassa dose efficace di medicinali anti–Parkinson (agonisti della dopamina) e che questo trattamento anti–Parkinson rimanesse lo stesso per medicinali e dosaggi impiegati per tutta la durata dello studio. Olanzapina era somministrata inizialmente alla dose di 2,5 mg/die e con un aumento graduale della dose fino a un massimo di 15 mg/die sulla base del giudizio dello sperimentatore. Sindrome maligna da neurolettici (SMN) La SMN è una condizione potenzialmente pericolosa per la vita associata alla terapia antipsicotica. Sono stati segnalati rari casi di SMN anche in associazione con olanzapina. Le manifestazioni cliniche di SMN includono iperpiressia, rigidità muscolare, stato mentale alterato e segni di instabilità autonomica (polso o pressione sanguigna irregolare, tachicardia, diaforesi e aritmia cardiaca). Segni aggiuntivi possono includere un aumento della creatinfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) e insufficienza renale acuta. Se un paziente sviluppa segni e sintomi indicativi di SMN o presenta una inspiegabile febbre elevata senza altre manifestazioni cliniche della SMN, tutti i medicinali antipsicotici, inclusa olanzapina, devono essere interrotti. Iperglicemia e diabete Non comunemente sono stati segnalati casi di iperglicemia e/o sviluppo o esacerbazione del diabete, occasionalmente associati a chetoacidosi o coma, inclusi alcuni casi fatali (vedere paragrafo 4.8). In alcuni casi, è stato riferito un precedente aumento di peso che può essere un fattore predisponente. Si consiglia un appropriato monitoraggio clinico in accordo con le linee guida utilizzate per gli antipsicotici, ad esempio la misurazione della glicemia al basale, dopo 12 settimane dall’inizio del trattamento con olanzapina e, successivamente, annualmente. I pazienti trattati con medicinali antipsicotici, inclusa olanzapina, devono essere tenuti sotto osservazione per verificare l’insorgenza di segni e sintomi di iperglicemia (quali polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza) e i pazienti con diabete mellito o con fattori di rischio per lo sviluppo del diabete mellito devono essere monitorati regolarmente per un possibile peggioramento del controllo glicemico. Il peso deve essere monitorato regolarmente, ad esempio al basale, dopo 4,8,12 settimane dall’inizio del trattamento con olanzapina e, successivamente, ogni tre mesi. Alterazione dei lipidi In studi clinici controllati con placebo, nei pazienti trattati con olanzapina sono state osservate alterazioni indesiderate nei lipidi (vedere paragrafo 4.8). Le alterazioni devono essere gestite in maniera clinicamente appropriata, in particolare nei pazienti dislipidemici e nei pazienti con fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi lipidici. Nei pazienti trattati con qualsiasi medicinale antipsicotico, inclusa olanzapina, i livelli lipidici devono essere monitorati regolarmente in accordo con le linee guida utilizzate per gli antipsicotici ad esempio al basale, dopo 12 settimane dall’inizio del trattamento con olanzapina e successivamente, ogni 5 anni. Attività anticolinergica Anche se l’olanzapina ha dimostrato attività anticolinergica in vitro, l’esperienza durante gli studi clinici ha rivelato una bassa incidenza di eventi ad essa correlati. Tuttavia, poiché l’esperienza clinica con olanzapina in pazienti con malattia concomitante è limitata, si consiglia cautela nella prescrizione di olanzapina in pazienti con ipertrofia prostatica, ileo paralitico e condizioni correlate. Funzionalità epatica Sono stati comunemente osservati aumenti transitori, asintomatici delle aminotransferasi epatiche, ALT, AST, soprattutto all’inizio del trattamento. Si consigliano cautela e controlli periodici in pazienti con ALT e/o AST elevati, in pazienti con segni e sintomi di compromissione epatica, in pazienti con condizioni precedenti associate a riserva funzionale epatica limitata e in pazienti in trattamento con medicinali potenzialmente epatotossici. Nei casi in cui sia stata diagnosticata epatite (inclusa lesione epatica epatocellulare, colestatica o mista), il trattamento con olanzapina deve essere interrotto. Neutropenia Si consiglia cautela nei pazienti con leucopenia e/o neutropenia per qualunque causa, in pazienti che ricevono medicinali che notoriamente causano neutropenia, in pazienti con un’anamnesi di depressione/tossicità del midollo osseo farmaco–indotta, in pazienti con depressione del midollo osseo causata da malattia concomitante, radioterapia o chemioterapia, e in pazienti con condizioni ipereosinofiliche associate o con malattia mieloproliferativa. Neutropenia è stata comunemente segnalata quando olanzapina e valproato sono stati utilizzati in concomitanza (vedere paragrafo 4.8). Sospensione del trattamento Raramente sono stati segnalati sintomi acuti, quali sudorazione, insonnia, tremore, ansia, nausea o vomito ((≥0,01%, <0,1%) quando olanzapina viene sospeso bruscamente. Intervallo QT Negli studi clinici, prolungamenti clinicamente significati dell’intervallo QTc (correzione QT Fridericia [QTcF] ≥ 500 millisecondi [msec] in ogni momento dopo il basale nei pazienti con basale pari a QTcF <500 msec) sono stati non comuni (da 0,1% a 1%) nei pazienti trattati con olanzapina, senza differenze significative associate a eventi cardiaci rispetto al placebo. Tuttavia, si consiglia cautela quando olanzapina viene prescritta con medicinali che notoriamente causano un aumento dell’intervallo QTc, soprattutto nei pazienti anziani, nei pazienti con sindrome congenita del prolungamento QT, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipocaliemia o ipomagnesemia. Tromboembolismo L’associazione temporale del trattamento di olanzapina e tromboembolismo venoso (VTE) non è stata riportata comunemente (> 0.1 % e < 1 %). Non è stata stabilita una relazione causale tra l’insorgenza del tromboembolismo venoso e il trattamento con olanzapina. Tuttavia, poiché i pazienti con schizofrenia spesso presentano fattori di rischio acquisiti per tromboembolismo venoso, devono essere identificati tutti i possibili fattori di rischio per il VTE come ad es. l’immobilizzazione del paziente e devono essere prese misure di prevenzione. Attività generale sul SNC Considerati gli effetti primari di olanzapina sul SNC, si raccomanda cautela quando viene assunta in associazione con altri medicinali che agiscono a livello centrale e con alcool. Poiché l’olanzapina dimostra di possedere in vitro un’attività dopamino–antagonista, questo medicinale può antagonizzare gli effetti degli agonisti diretti e indiretti della dopamina. Convulsioni Olanzapina deve essere utilizzata con cautela in pazienti con un’anamnesi di convulsioni o soggetti a fattori che possono ridurre la soglia epilettica. Non comunemente sono state segnalate convulsioni in pazienti quando venivano trattati con olanzapina. Nella maggioranza di questi casi, è stata riferita un’anamnesi di crisi epilettiche o di fattori di rischio ad esse associati. Discinesia tardiva In studi di comparazione di durata fino a un anno, l’olanzapina è stata associata ad una minor incidenza statisticamente significativa di discinesia tardiva derivante dal trattamento. Tuttavia il rischio di discinesia tardiva aumenta con l’esposizione a lungo termine; pertanto se compaiono segni o sintomi di discinesia tardiva in un paziente trattato con olanzapina, si deve prendere in considerazione la riduzione della dose o l’interruzione del trattamento. Questi sintomi possono temporaneamente peggiorare o persino insorgere dopo l’interruzione del trattamento. Ipotensione posturale Negli studi clinici su olanzapina è stata frequentemente osservata ipotensione posturale nei pazienti anziani. Si raccomanda di controllare la pressione sanguigna periodicamente nei pazienti al di sopra dei 65 anni. Morte cardiaca improvvisa Nelle segnalazioni post–marketing è stato riferito l’evento di morte cardiaca improvvisa nei pazienti in trattamento con olanzapina. In uno studio osservazionale retrospettivo di coorte, il rischio di presunta morte cardiaca improvvisa in pazienti trattati con olanzapina è stato circa due volte quello riscontrato in pazienti che non usavano antipsicotici. Nello studio, il rischio con olanzapina è stato paragonabile al rischio valutato in un’analisi che raggruppava gli antipsicotici atipici. Popolazione pediatrica L’uso di olanzapina non è indicato nel trattamento di bambini e adolescenti. Studi in pazienti di età compresa tra i 13 e i 17 anni hanno mostrato diverse reazioni avverse, inclusi aumento di peso, alterazioni nei parametri metabolici e aumenti nei livelli di prolattina (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). Lattosio Olanzapina Aurobindo compresse contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, carenza di Lapp– lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
5. Interazioni
Gli studi di interazione sono stati condotti solo negli adulti. Potenziali interazione che influenzano olanzapina Poiché l’olanzapina è metabolizzata dal CYP1A2, le sostanze che possono specificamente indurre o inibire questo isoenzima possono influenzare la farmacocinetica di olanzapina. Induzione del CYP1A2 Il metabolismo di olanzapina può essere indotto dal fumo e dalla carbamazepina, che possono portare a concentrazioni ridotte di olanzapina. Sono stati osservati solo aumenti da lievi a moderati nella clearance di olanzapina. È probabile che le conseguenze cliniche siano limitate, ma si raccomanda il monitoraggio clinico e se necessario può essere preso in considerazione un aumento della dose di olanzapina (vedere paragrafo 4.2). Inibizione del CYP1A2 La fluvoxamina, un inibitore specifico di CYP1A2, ha dimostrato di inibire in maniera significativa il metabolismo di olanzapina. L’aumento medio della Cmax di olanzapina in seguito a somministrazione di fluvoxamina era del 54% nelle donne non fumatrici e del 77% negli uomini fumatori. L’aumento medio dell’AUC di olanzapina era rispettivamente del 52% e 108%. Una dose iniziale inferiore deve essere considerata in pazienti in trattamento con fluvoxamina o altri inibitori di CYP1A2, quali ciprofloxacina. Una riduzione della dose di olanzapina deve essere presa in considerazione se viene iniziato il trattamento con un inibitore di CYP1A2. Ridotta biodisponibilità Il carbone attivo riduce la biodisponibilità di olanzapina orale del 50–60% e deve essere preso almeno due ore prima o dopo olanzapina. Fluoxetina (un inibitore di CYP2D6), singole dosi di antiacidi (alluminio, magnesio) o cimetidina non influenzano in maniera significativa la farmacocinetica di olanzapina. Potenziali effetti di olanzapina su altri medicinali Olanzapina può antagonizzare gli effetti degli agonisti diretti o indiretti della dopamina. In vitro olanzapina non inibisce i principali isoenzimi di CYP450 (ad es. 1A2, 2D6, 2C9, 2C19, 3A4). Perciò non sono previste particolari interazioni, come verificate in studi in vivo, nei quali non è stata rilevata alcuna inibizione del metabolismo dei seguenti principi attivi: antidepressivi triciclici (metabolizzati principalmente da CYP2D6), warfarin (CYP2C9), teofillina (CYP1A2) o diazepam (CYP3A4 e 2C19). Olanzapina non ha mostrato interazioni quando somministrato in concomitanza con litio o biperidene. Il monitoraggio terapeutico dei livelli plasmatici di valproato non ha indicato la necessità di un aggiustamento di dose di valproato dopo l’introduzione del trattamento concomitante con olanzapina. Attività generale sul SNC Si consiglia cautela in pazienti che consumano alcool o in trattamento con medicinali che possono causare depressione del sistema nervoso centrale. L’uso concomitante di olanzapina con medicinali anti–Parkinson in pazienti con malattia di Parkinson e demenza non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4). Intervallo QTc Si deve usare cautela quando olanzapina viene somministrata in concomitanza con medicinali che notoriamente aumentano l’intervallo QTc (vedere paragrafo 4.4).
6. Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza Adulti Le reazioni avverse segnalate più frequentemente (osservate in ≥ 1% dei pazienti) associate all’uso di olanzapina negli studi clinici sono state sonnolenza, aumento di peso, eosinofilia, elevati livelli di prolattina, colesterolo, glucosio e trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), glicosuria, aumento dell’appetito, capogiro, acatisia, parkinsonismo, leucopenia, neutropenia (vedere paragrafo 4.4), discinesia, ipotensione ortostatica, effetti anticolinergici, aumenti transitori e asintomatici delle aminotransferasi epatiche (vedere paragrafo 4.4), eruzione cutanea, astenia, affaticamento, piressia, artralgia, fosfatasi alcalina aumentata, gammaglutammiltransferasi elevati, acido urico elevato, creatin fosfochinasi elevata ed edema. Tabella delle reazioni avverse La seguente tabella elenca le reazioni avverse e gli esami di laboratorio osservati nelle segnalazioni spontanee e negli studi clinici. All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse vengono presentate in ordine decrescente di gravità. I termini che indicano la frequenza sono definiti come segue: Molto comune (≥1/10), Comune (≥1/100,<1/10 ), Non comune (≥1/1000,<1/100), Raro (≥1/10.000,<1/1000), Molto raro <1/10.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Molto comune Comune Non comune Raro Non nota
Disturbi del sistema emolinfopoietico
  Eosinofilia Leucopenia10 Neutropenia10   Trombocitopenia11  
Disturbi del sistema immunitario
    Ipersensibilità11    
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Aumento di peso¹ Livelli elevati di colesterolo 2,3 Livelli elevati di glucosio4 Livelli elevati di trigliceridi 2,5 Glicosuria Aumento dell’appetito Sviluppo o esacerbazione del diabete occasionalmente associate a chetoacidosi o coma, inclusi alcuni casi fatali (vedere paragrafo 4.4)11 Ipotermia12  
Patologie del sistema nervoso
Sonnolenza Capogiro Acatisia6 Parkinsonismo6 Discinesia6 Convulsioni in cui nella maggior parte dei casi venivano segnalati un’anamnesi di crisi epilettiche o la presenza di fattori di rischio per la comparsa di crisi epilettiche11 Distonia (inclusa oculorotazione)11 Discinesia tardiva11 Amnesia9 Disartria Sindrome delle gambe senza riposo Sindrome maligna da neurolettici (vedere paragrafo 4.4)12 Sintomi da astinenza7,12  
Patologie cardiache
    Bradicardia Prolungamento dell’intervallo QTc (vedere paragrafo 4.4) Tachicardia ventricolare /fibrillazione, morte improvvisa (vedere paragrafo 4.4)11  
Patologie vascolari
Ipotensione ortostatica10   Tromboembolismo (inclusa embolia polmonare e trombosi venosa profonda) (vedere paragrafo 4.2)    
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Epistassi 9    
Patologie gastrointestinali
  Effetti anticolinergici lievi e transitori inclusa costipazione bocca secca Distensione addominale9 Pancreatiti11  
Patologie epatobiliari
  Aumenti transitori e asintomatici delle aminotransferasi epatiche (ALT, AST), in particolare all’inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.4)   Epatite (o incluso danno epatocellulare, colestatico o misto)11  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
  Eruzione cutanea Reazione di fotosensibilità Alopecia   Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
  Artralgia9   Rabdomiolisi11  
Patologie renali e urinarie
    Incontinenza urinaria Ritenzione urinaria Difficoltà iniziale alla minzione11    
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali
        Sindrome da astinenza neonatale (vedere paragrafo 4.6)
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Esami diagnostici Livelli plasmatici di prolattina elevati Disfunzione erettile negli uomini. Diminuzione della libido nei maschi e nelle femmine Astenia Affaticamento Edema Piressia10 Aumento della fosfatasi alcalina10 Alti livelli di creatina fosfochinasi11 Gammaglutammiltransferasi elevati10 Acido urico elevato10 Amenorrea, Aumento del seno, galattorrea nelle femmine, ginecomastia/aumento del seno nei maschi Aumento della bilirubina totale Priapismo12  
¹È stato osservato un aumento di peso significativo in tutte le categorie di Indice di Massa Corporea (BMI) al basale. In seguito al trattamento a breve termine (durata mediana 47 giorni), l’aumento di peso ≥7% del peso corporeo al basale è stato molto comune (22,2%); l’aumento di peso ≥15% è stato comune (4,2%) e quello ≥25% è stato non comune (0,8%). I pazienti il cui peso corporeo era aumentato di un valore ≥7%, ≥15% e ≥25% rispetto al basale con l’esposizione a lungo termine (almeno 48 settimane) sono stati molto comuni (rispettivamente 64,4 %, 31,7 % e 12,3 %). ²Gli aumenti medi dei valori dei lipidi a digiuno (colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi) sono stati maggiori nei pazienti senza evidenza di alterazione dei lipidi al basale.³Osservati per i livelli normali a digiuno al basale (<5,17 mmol/l) che sono aumentati a livelli più elevati (≥6,2 mmol/l). I cambiamenti nei livelli di colesterolo totale a digiuno dal limite al basale (≥5,17 – <6,2 mmol/l) a livelli più elevati (≥6,2 mmol/l) sono stati molto comuni. 4Osservati per livelli normali a digiuno al basale (<5,56 mmol/l) che sono aumentati a livelli più elevati (≥7 mmol/l). I cambiamenti nel glucosio a digiuno dal limite al basale (≥5,56 – < 7 mmol/l) a livelli più elevati (≥7 mmol/l) sono stati molto comuni. 5Osservati per livelli normali a digiuno al basale (< 1,69 mmol/l) che sono aumentati a livelli più elevati (≥2,26 mmol/l). I cambiamenti nei trigliceridi a digiuno dal limite al basale (≥1,69 mmol/l – < 2,26 mmol/l) a livelli più elevati (≥2,26 mmol/l) sono stati molto comuni. 6Negli studi clinici, l’incidenza di Parkinson e distonia nei pazienti trattati con olanzapina è stata numericamente più elevata, ma non differente in maniera statisticamente significativa rispetto alle dosi titolate di aloperidolo. In assenza di informazioni dettagliate sull’anamnesi di precedenti disturbi motori extrapiramidali tardivi e acuti individuali, al momento non è possibile concludere che olanzapina produca una minore comparsa di discinesia tardiva e/o di altre sindromi extrapiramidali tardive. 7Sono stati segnalati sintomi acuti, quali sudorazione, insonnia, tremore, ansia, nausea e vomito quando olanzapina viene sospesa bruscamente. 8Negli studi clinici fino a 12 settimane, le concentrazioni plasmatiche di prolattina hanno superato il limite superiore del range normale in circa il 30% dei pazienti trattati con olanzapina con valori normali di prolattina al basale. Nella maggioranza di questi pazienti gli aumenti sono stati generalmente lievi e sono rimasti due volte al di sotto del limite superiore del range normale. 9Evento avverso identificato negli studi clinici nel Database Integrato di Olanzapina. 10Come valutato dai valori misurati negli studi clinici nel Database Integrato di Olanzapina. 11Evento avverso identificato dalle segnalazioni spontanee post–marketing con frequenza determinata utilizzando Database Integrato di Olanzapina. 12Evento avverso identificato dalle segnalazioni spontanee con frequenza stimata al limite superiore dell’intervallo di confidenza del 95% utilizzando il Database Integrato di Olanzapina. Esposizione a lungo termine (almeno 48 settimane) La percentuale dei pazienti che hanno manifestato reazioni avverse, cambiamenti significativi nell’aumento di peso, glucosio, colesterolo totale/LDL/HDL o trigliceridi è aumentata nel tempo. Nei pazienti adulti che hanno completato 9–12 mesi di terapia, la percentuale di aumento nel glucosio ematico medio è rallentata dopo circa 6 mesi. Altre informazioni sulle popolazioni speciali Negli studi clinici su pazienti anziani affetti da demenza, il trattamento con olanzapina è stato associato ad una maggiore incidenza di morte ed eventi avversi cerebrovascolari rispetto al placebo (vedere anche paragrafo 4.4). Effetti indesiderati molto comuni associati all’uso di olanzapina in questo gruppo di pazienti sono stati andatura anomala e cadute. Sono stati osservati comunemente polmonite, aumento della temperatura corporea, letargia, eritema, allucinazioni visive e incontinenza urinaria. In studi clinici con pazienti affetti da psicosi farmaco–indotta (da un agonista della dopamina) associato con la malattia di Parkinson, sono stati segnalati molto comunemente e più frequentemente rispetto al placebo un peggioramento della sintomatologia parkinsoniana e allucinazioni. In uno studio clinico su pazienti con mania bipolare, la terapia associata di valproato e olanzapina ha dato esito ad una incidenza di neutropenia del 4,1%; elevati livelli plasmatici di valproato possono essere un potenziale fattore contribuente. Olanzapina somministrata con litio o valproato ha dato luogo ad un aumento dei livelli (>10%) di tremore, bocca secca, aumento dell’appetito e aumento di peso. Comunemente sono stati segnalati anche disturbi nel linguaggio. Durante il trattamento con olanzapina in associazione con litio o valproato, si è verificato un aumento del ≥7% del peso corporeo al basale nel 17,4% dei pazienti durante la fase acuta di trattamento (fino a 6 settimane). Il trattamento a lungo termine con olanzapina (oltre 12 mesi) per la prevenzione della recidiva nei pazienti con disturbo bipolare è stato associato ad un aumento del ≥7% del peso corporeo al basale nel 39,9 dei pazienti. Popolazione pediatrica Olanzapina non è indicato nel trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. Benché non siano stati condotti studi clinici disegnati per comparare gli adolescenti con gli adulti, i dati provenienti dagli studi sugli adolescenti sono stati comparati con quelli provenienti dagli studi sugli adulti. La tabella seguente riassume le reazioni avverse riferite con maggiore frequenza nei pazienti adolescenti (età 13–17 anni) rispetto ai pazienti adulti o le reazioni avverse identificate solamente durante gli studi clinici a breve termine nei pazienti adolescenti. Un aumento di peso clinicamente significativo (≥7%) si manifesta apparentemente con maggiore frequenza nella popolazione adolescente rispetto agli adulti ad esposizioni comparabili. L’entità dell’aumento di peso e la percentuale di pazienti adolescenti che hanno avuto un aumento di peso clinicamente significativo sono state maggiori con l’esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane) rispetto all’esposizione a breve termine. All’interno di ciascuna classe di frequenza le reazioni avverse vengono presentate in ordine decrescente di gravità. I termini che indicano la frequenza sono definiti come segue: Molto comune (≥1/10), Comune (≥1/100,<1/10).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comune: Aumento di peso13, aumentati livelli di trigliceridi114, aumento dell’appetito.
Comune: aumentati livelli di colesterolo15.
Patologie del sistema nervoso
Molto comune: Sedazione (incluse: ipersonnia, letargia, sonnolenza).
Patologie gastrointestinali
Comune: Bocca secca.
Patologie epatobiliari
Molto comune: Aumenti delle aminotransferasi epatiche (ALT/AST; vedere paragrafo 4.4).
Esami diagnostici
Molto comune: Ridotta bilirubina totale, aumento delle GGT, livelli aumentati di prolattina plasmatica16.
13Dopo il trattamento a lungo termine (durata mediana 22 giorni), l’aumento di peso ≥7% del peso corporeo al basale (kg) è stato molto comune (40,6%); l’aumento del ≥15% del peso corporeo al basale è stato comune (7,1%) e l’aumento del ≥25% del peso corporeo al basale è stato comune (2,5%). Con l’esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane), il peso corporeo rispetto al basale era aumentato di un valore ≥ 7 % nell’89,4 % dei pazienti, di un valore ≥ 15 % nel 55,3 % dei pazienti e di un valore ≥ 25 % nel 29,1 % dei pazienti. 14Osservati per livelli normali a digiuno al basale (< 1,016 mmol/l) che sono aumentati a livelli più elevati (≥1,467 mmol/l) e i cambiamenti nei livelli dei trigliceridi a digiuno dal limite al basale (≥1,016 mmol/l – < 1,467 mmol/l) a livelli più elevati (≥1,467 mmol/l). 15Cambiamenti nei livelli di colesterolo totale a digiuno dal livello normale al basale (< 4,39 mmol/l) a livelli più elevati (≥5,17 mmol/l) sono stati osservati comunemente. I cambiamenti nei livelli di colesterolo totale a digiuno dal limite al basale (≥4,39 mmol/l – < 5,17 mmol/l) a livelli più elevati (≥5,17 mmol/l) sono stati molto comuni. 16Livelli elevati di prolattina plasmatica sono stati riferiti nel 47,4% dei pazienti adolescenti. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non sono disponibili studi adeguati e ben controllati su donne in gravidanza. Le pazienti devono essere consigliate di avvertire il proprio medico se entrano in gravidanza o se stanno pianificando una gravidanza durante il trattamento con olanzapina. Ciò nonostante, poiché l’esperienza sull’uomo è limitata, olanzapina deve essere usata in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio al feto. I neonati esposti agli antipsicotici (inclusa olanzapina) durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di effetti indesiderati inclusi sintomi extrapiramidali e/o da astinenza che possono variare per gravità e durata dopo la nascita. Sono stati riferiti casi di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, stress respiratorio o disturbo della nutrizione. Pertanto i neonati devono essere attentamente monitorati. Allattamento In uno studio effettuato su donne sane durante il periodo di allattamento al seno, l’olanzapina è stata escreta nel latte materno. L’esposizione media del neonato (mg/kg) allo stato stazionario è stata stimata essere dell’1,8% della dose materna di olanzapina (mg/kg). Le madri devono essere avvertite di non allattare al seno se stanno prendendo olanzapina. Fertilità Gli effetti sulla fertilità sono sconosciuti (vedere paragrafo 5.3 per le informazioni di preclinica).
8. Conservazione
Conservare a temperatura inferiore a 25° C.
9. Principio attivo
Ogni compressa contiene 2,5 mg di olanzapina. Eccipiente con effetti noti: 45,25 mg di lattosio monoidrato. Ogni compressa contiene 5 mg di olanzapina. Eccipiente con effetti noti: 90,50 mg di lattosio monoidrato. Ogni compressa contiene 10 mg di olanzapina. Eccipiente con effetti noti: 181,00 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Lattosio monoidrato Crospovidone (Tipo B) Idrossipropilcellulosa (basso grado di viscosità) Magnesio stearato
11. Sovradosaggio
Segni e sintomi Sintomi molto comuni di sovradosaggio (incidenza >10%) includono tachicardia, agitazione/aggressività, disartria, numerosi sintomi extrapiramidali e ridotti livelli di coscienza che variano dalla sedazione al coma. Altre conseguenze del sovradosaggio significative dal punto di vista medico includono delirio, convulsioni, coma, possibile sindrome maligna da neurolettici, depressione respiratoria, aspirazione, ipertensione o ipotensione, aritmie cardiache (<2% dei casi di sovradosaggio) e arresto cardiopolmonare. Esiti fatali sono stati riferiti in sovradosaggi acuti a dosi basse, come con. 450 mg, ma sono stati riferiti anche casi di sopravvivenza in seguito a sovradosaggio acuto di circa 2 g di olanzapina orale. Trattamento Non esiste un antidoto specifico per olanzapina. Non è raccomandata l’induzione dell’emesi. Possono essere utilizzate le procedure standard per il trattamento del sovradosaggio (ad es. lavanda gastrica, somministrazione di carbone attivo). È stato dimostrato che la somministrazione concomitante di carbone attivo riduce la biodisponibilità orale di olanzapina del 50–60%. Devono essere effettuati trattamento sintomatico e monitoraggio delle funzioni vitali secondo il quadro clinico, inclusi il trattamento dell’ipotensione e del collasso circolatorio e il supporto della funzione respiratoria. Non usare epinefrina, dopamina o altri agenti simpaticomimetici con attività beta–agonista, poiché la beta–stimolazione può peggiorare l’ipotensione. È necessario il monitoraggio cardiovascolare per rilevare eventuali aritmie. La stretta supervisione medica e il monitoraggio devono continuare fino alla guarigione del paziente.
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