Non sono stati condotti studi clinici formali in pazienti di età inferiore ai 18 anni o superiore ai 75 anni.
Informazioni generali Caverject deve essere somministrato mediante iniezione intracavernosa diretta usando l’ago del calibro di 29 G x ½ (12 mm) accluso alla confezione. La sede abituale dell’iniezione è lungo la faccia dorsolaterale del terzo prossimale del pene. Evitare vene visibili. Sia il lato del pene che il sito dell’iniezione devono essere cambiate fra un’iniezione e l’altra. Le iniezioni iniziali di Caverject devono essere praticate da personale sanitario addestrato e dopo adeguata preparazione alprostadil può essere iniettato a casa. Si raccomanda di tenere i pazienti regolarmente sotto controllo (ad es. ogni 3 mesi) specialmente nelle fasi iniziali della terapia di autosomministrazione, quando possono essere necessari aggiustamenti della dose.La dose di Caverject deve essere identificata per ciascun paziente mediante titolazione accurata sotto controllo medico. Si deve usare la dose minima efficace che permetta al paziente un’erezione soddisfacente per avere un rapporto sessuale. Si raccomanda che la dose somministrata determini una durata dell’erezione non superiore ad un’ora. Se la durata è maggiore, la dose deve essere ridotta. La maggior parte dei pazienti riesce ad ottenere una risposta soddisfacente con dosi comprese fra 5 e 20 mcg . Il dispositivo di erogazione è predisposto per erogare una dose singola che può essere fissata ad incrementi del 25% della dose nominale. Abitualmente dosi superiori a 40 mcg di alprostadil non sono giustificate. Le seguenti dosi possono essere somministrate usando Caverject:
Confezione | Dose disponibile |
Caverject 10 mcg , polvere e solvente per soluzione iniettabile, doppia camera | 2,5; 5; 7,5; 10 mcg |
A
Trattamento La dose iniziale di alprostadil per la disfunzione erettile ad eziologia vascolare, psicogena o mista è di 2,5 mcg . La seconda dose deve essere di 5 mcg se si ha una risposta parziale e di 7,5 mcg , se non vi è alcuna risposta. Successivi incrementi graduali di 5–10 mcg devono essere somministrati fino a quando si ottiene una dose ottimale. Se non vi è alcuna risposta alla dose somministrata, allora la dose successiva più elevata può essere somministrata entro un’ora. Se vi è una risposta, prima di somministrare la dose successiva ci deve essere un intervallo di un giorno. Per pazienti con disfunzione erettile di origine neurologica che richiedano dosi inferiori a 2,5 mcg , bisogna considerare la possibilità di titolare la dose con Caverject polvere per soluzione iniettabile. Iniziare con una dose di 1,25 mcg , se questa non determina alcuna risposta la seconda dose deve essere di 2,5 mcg . A parte la dose iniziale, è possibile stabilire la dose con Caverject 10 mcg , polvere e solvente per soluzione iniettabile, doppia camera o Caverject polvere per soluzione iniettabile, con incrementi analoghi a quelli impiegati nel trattamento della disfunzione erettile di natura non neurologica. La massima frequenza raccomandata delle iniezioni è non superiore a una somministrazione al giorno e a tre volte alla settimana. B
Integrazione alla diagnosi eziologica Soggetti senza evidenze di disfunzione neurologica: 10–20 mcg di alprostadil da iniettare nei corpi cavernosi e massaggiare attraverso il pene. Si può prevedere che più dell’80% dei soggetti risponda ad una dose singola di 20 mcg di alprostadil.
Soggetti con evidenze di disfunzione neurologica: si può prevedere che questi pazienti rispondano a dosi più basse di alprostadil. In soggetti con disfunzione erettile provocata da malattie neurologiche/traumi, la dose per il test diagnostico non deve superare i 10 mcg ed è probabile che sia indicata una dose iniziale di 5 mcg . Qualora un’erezione conseguente all’iniezione dovesse persistere per più di un’ora, deve essere praticata una terapia detumescente prima che il soggetto lasci la clinica per prevenire un rischio di priapismo (vedere paragrafo 4.9). Al momento delle dimissioni dall’ospedale, l’erezione deve essere interamente cessata ed il pene deve essere in uno stato completamente flaccido. In caso di mancata risposta all’erezione durante la fase di titolazione, i pazienti devono essere monitorati per la possibile insorgenza di reazioni avverse di tipo sistemico.