Posologia, frequenza e durata del trattamento sono funzione delle indicazioni terapeutiche e dello stato clinico del paziente. In particolare, nei casi di ipossia, il flusso e la durata dell’applicazione devono essere stabilite in funzione della causa dell’ipossia. In questi casi, la ventilazione artificiale tramite l’aria medicinale mira: – al ripristino del volume corrente normale di circa di 500 ml di aria negli adulti; nei bambini tale volume varia in funzione di peso, altezza e, sesso ed età. – al ristabilimento della normale ossimetria i cui valori normali sono compresi tra 94–100% che corrisponde a valori dì PaO2 pari o superiori al 60%. Nei nati altamente prematuri sono considerati accettabili nelle prime ore di vita anche valori relativamente inferiori di ossimetria. Quando sia necessaria la sostituzione dell’aria ambientale, lo scopo dell`uso dell’aria medicinale è di assicurare una somministrazione affidabile di gas che contiene ossigeno ad una concentrazione che corrisponde a quella nella normale aria ambientale senza il rischio di somministrare sostanze potenzialmente irritanti. L’aria medicinale deve essere mescolata con ossigeno medicinale in modo da ottenere la concentrazione di ossigeno desiderata ricorrendo alla formula seguente:
FiO2= | [(numero di litri di aria /minuto x 21) + (numero di litri di ossigeno/minuto x 100)] |
[(numero di litri di aria / minuto + numero di litri di ossigeno / minuto) x 100)] |
Modo di somministrazione: Nella ventilazione artificiale e negli stadi di rianimazione degli infanti, veicolazione farmaceutica, negli stadi di iperossia/ipossia e in anestesia l’aria medicinale viene generalmente somministrata per inalazione tramite maschera facciale o tubi oro– e naso–tracheali, somministrata con varie tecniche, in genere da apparecchiature di respirazione e di ventilazione e può essere erogata con sistemi di tipo pressometrico o volumetrico. Nella insufflazione cavitaria l’aria medicinale viene veicolata tramite l’endoscopio che è in genere provvisto di cannula apposita.