Riassunto del profilo di sicurezza I dati riportati di seguito riflettono l’esposizione ad Alecensa in 405 pazienti affetti da NSCLC ALK-positivo avanzato che hanno partecipato allo studio clinico di fase III randomizzato (BO28984) e a due studi clinici di fase II a braccio singolo (NP28761, NP28673). Questi pazienti sono stati trattati con la dose raccomandata di 600 mg due volte al giorno. Negli studi clinici di fase II (NP28761, NP28673; N = 253) la durata mediana dell’esposizione ad Alecensa è stata di 11 mesi. Nello studio BO28984 (ALEX; N = 152) la durata mediana dell’esposizione ad Alecensa è stata di 17,9 mesi, mentre la durata mediana dell’esposizione a crizotinib è stata di 10,7 mesi. Le reazioni avverse al medicinale (ADR) più comuni (≥ 20%) sono state stipsi (35%), edema (30%, inclusi edema periferico, edema, edema generalizzato, edema palpebrale, edema periorbitale, edema del viso ed edema localizzato) e mialgia (28%, compresi mialgia e dolore muscoloscheletrico).
Tabella delle reazioni avverse La Tabella 3 elenca le ADR verificatesi nei pazienti trattati con Alecensa nell’ambito di due studi clinici di fase II (NP28761, NP28673), in uno studio clinico di fase III (BO28984; ALEX) e successivamente alla commercializzazione. Le ADR riportate nella Tabella 3 sono presentate in base alla classificazione per sistemi e organi e alle categorie di frequenza, secondo la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 e < 1/10), non comune (≥ 1/1.000 e < 1/100), raro (≥ 1/10.000 e < 1/1.000) e molto raro (< 1/10.000). All’interno di ciascuna classe di frequenza per sistemi e organi, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di frequenza.
Tabella 3 Sommario delle reazioni avverse al medicinale segnalate nell’ambito degli studi clinici su Alecensa (NP28761, NP28673, BO28984; N = 405) e successivamente alla commercializzazione Classificazione per sistemi e organi ADR (MedDRA) | Alecensa |
N = 405 |
| Tutti i gradi(%) | Categoria di frequenza (tutti i gradi) | Gradi 3-4*(%) |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Anemia1) | 17 | Molto comune | 3,0 |
Patologie del sistema nervoso |
Disgeusia#2) | 5,2 | Comune | 0,2 |
Patologie dell’occhio |
Disturbi della vista3) | 8,6 | Comune | 0 |
Patologie cardiache |
Bradicardia4) | 8,9 | Comune | 0 |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Malattia polmonare interstiziale/polmonite | 0,7 | Non comune | 0,2 |
Patologie gastrointestinali |
Stipsi | 35 | Molto comune | 0 |
Nausea | 19 | Molto comune | 0,5 |
Diarrea | 16 | Molto comune | 0,7 |
Vomito | 11 | Molto comune | 0,2 |
Stomatite#5) | 3,0 | Comune | 0 |
Patologie epatobiliari |
Aumento dei livelli di bilirubina6) | 18 | Molto comune | 3,2 |
Aumento dei livelli di AST | 15 | Molto comune | 3,7 |
Aumento dei livelli di ALT | 14 | Molto comune | 3,7 |
Aumento della fosfatasi alcalina** | 6,2 | Comune | 0,2 |
Danno epatico indotto da farmaco7) | 0,7 | Non comune | 0,7 |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Rash8) | 18 | Molto comune | 0,5 |
Fotosensibilità | 9,1 | Comune | 0,2 |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Mialgia9) | 28 | Molto comune | 0,7 |
Aumento dei livelli di creatinfosfochinasi nel sangue | 10 | Molto comune | 3,2 |
Patologie renali e urinarie |
Aumento dei livelli di creatinina nel sangue | 7,2 | Comune | 0,7* |
Danno renale acuto# | 1,0 | Comune | 1,0* |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Edema10) | 30 | Molto comune | 0,7 |
Esami diagnostici | | | |
Aumento di peso# | 12 | Molto comune | 0,7 |
* Incluso un evento di Grado 5. ** L’aumento della fosfatasi alcalina è stato riportato nel periodo successivo alla commercializzazione e negli studi clinici registrativi di fase II e di fase III.
1) Inclusi casi di anemia e diminuzione dei livelli di emoglobina.
2) Inclusi casi di disgeusia e ipogeusia.
3) Inclusi casi di visione offuscata, compromissione della vista, mosche volanti (miodesopsia), riduzione dell’acuità visiva, astenopia e diplopia.
4) Inclusi casi di bradicardia e bradicardia sinusale.
5) Inclusi casi di stomatite e ulcere della bocca.
6) Inclusi casi di aumento della bilirubina nel sangue, iperbilirubinemia e incremento della bilirubina coniugata.
7) Inclusi due pazienti con danno epatico indotto da farmaco codificato secondo la terminologia MedDRA e un paziente nel quale è stato segnalato un aumento dei livelli di AST e ALT di Grado 4, che presentava danno epatico indotto da farmaco documentato da biopsia epatica.
8) Inclusi casi di rash, rash maculopapulare, dermatite acneiforme, eritema, rash generalizzato, rash papulare, rash pruriginoso, rash maculare e rash esfoliativo.
9) Inclusi casi di mialgia e dolore muscoloscheletrico.
10) Inclusi casi di edema periferico, edema, edema generalizzato, edema palpebrale, edema periorbitale, edema del viso ed edema localizzato.
Descrizione di reazioni avverse al medicinale selezionateIl profilo di sicurezza di Alecensa in generale era coerente nello studio clinico registrativo di fase III BO28984 (ALEX) e negli studi di fase II (NP28761, NP28673).
Malattia polmonare interstiziale (ILD)/polmonite Nei pazienti trattati con Alecensa si è manifestata ILD/polmonite severa. Negli studi clinici (NP28761, NP28673, BO28984) 1 paziente su 405 trattati con Alecensa (0,2%) ha sviluppato ILD di Grado 3, che ha comportato l’interruzione del trattamento con Alecensa. Nello studio clinico di fase III BO28984, nei pazienti trattati con Alecensa non sono stati segnalati casi di ILD/polmonite di Grado 3 o 4, i quali sono stati invece osservati nel 2,0% dei pazienti trattati con crizotinib. Non sono stati segnalati casi di ILD con esito fatale in nessuno degli studi clinici. I pazienti devono essere monitorati per la presenza di sintomi polmonari indicativi di polmonite (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Epatotossicità Negli studi clinici (NP28761, NP28673, BO28984), due pazienti con aumento dei livelli di AST/ALT di Grado 3-4 presentavano un danno epatico indotto da medicinale documentato da biopsia epatica. Inoltre, un paziente ha manifestato un evento avverso di Grado 4 di danno epatico indotto da medicinale. Due di questi casi hanno comportato l’interruzione del trattamento con Alecensa. Nei pazienti trattati con Alecensa nell’ambito degli studi clinici (NP28761, NP28673, BO28984) sono state segnalate reazioni avverse in termini di aumento dei livelli di AST e ALT (rispettivamente 15% e 14%). Questi eventi erano per la maggior parte di intensità di Grado 1 e 2, mentre eventi di Grado ≥ 3 sono stati segnalati rispettivamente nel 3,7% e nel 3,7% dei pazienti. Gli eventi si sono verificati generalmente durante i primi 3 mesi di trattamento, sono stati solitamente transitori e si sono risolti alla sospensione temporanea del trattamento con Alecensa (rispettivamente per l’1,5% ed il 3,0% dei pazienti) o alla riduzione della dose (rispettivamente per il 2,2% e l’1,2% dei pazienti). Nell’1,2% e nell’1,5% dei casi, l’aumento, rispettivamente, dei livelli di AST e ALT ha comportato l’interruzione del trattamento con Alecensa. Nello studio clinico di fase III BO28984, aumenti dei livelli di AST o ALT di Grado 3 o 4 sono stati osservati nel 5% dei pazienti trattati con Alecensa, contro il 15% e l’11% dei pazienti trattati con crizotinib. Nell’ambito degli studi clinici (NP28761, NP28673, BO28984) sono state segnalate reazioni avverse in termini di aumento dei livelli di bilirubina nel 18% dei pazienti trattati con Alecensa. Questi eventi erano per la maggior parte di intensità di Grado 1 e 2, mentre eventi di Grado 3 sono stati segnalati nel 3,2% dei pazienti. Gli eventi si sono verificati generalmente durante i primi 3 mesi di trattamento, sono stati solitamente transitori e si sono risolti per la maggior parte con la modifica della dose. Nel 5,2% dei pazienti, gli aumenti dei livelli di bilirubina hanno comportato modifiche della dose, mentre nell’1,5% dei pazienti hanno determinato l’interruzione del trattamento con Alecensa. Nello studio clinico di fase III BO28984, gli aumenti dei livelli di bilirubina di Grado 3 o 4 hanno interessato il 3,3% dei pazienti trattati con Alecensa e nessun paziente tra quelli trattati con crizotinib. Nell’ambito degli studi clinici, un paziente trattato con Alecensa ha presentato aumenti concomitanti dei livelli di ALT o AST uguali o superiori a tre volte l’ULN e di bilirubina totale pari o superiori a due volte l’ULN, in presenza di valori normali di fosfatasi alcalina. I pazienti devono essere monitorati per controllare i parametri di funzionalità epatica, tra cui i livelli di ALT, AST e bilirubina totale, come specificato nel paragrafo 4.4, e gestiti in base alle raccomandazioni illustrate nel paragrafo 4.2.
Bradicardia Nell’ambito degli studi clinici (NP28761, NP28673, BO28984) sono stati segnalati casi di bradicardia di Grado 1 o 2 nell’8,9% dei pazienti trattati con Alecensa. Nessun paziente ha manifestato eventi di severità di Grado ≥ 3. Sessantasei (18%) pazienti su 365 trattati con Alecensa hanno manifestato, dopo somministrazione della dose, valori di frequenza cardiaca inferiori a 50 battiti al minuto (bpm). Nello studio clinico di fase III BO28984, il 15% dei pazienti trattati con Alecensa ha presentato valori di frequenza cardiaca dopo la somministrazione del farmaco inferiori a 50 bpm, contro il 20% dei pazienti trattati con crizotinib. I pazienti che sviluppano bradicardia sintomatica devono essere gestiti in base alle raccomandazioni illustrate nei paragrafi 4.2 e 4.4. Nessun caso di bradicardia ha comportato l’interruzione del trattamento con Alecensa.
Mialgia e aumento dei livelli di creatinfosfochinasi (CPK) di intensità severa Nell’ambito degli studi clinici (NP28761, NP28673, BO28984) sono stati segnalati casi di mialgia nel 28% dei pazienti trattati con Alecensa, compresi eventi di mialgia (22% dei pazienti) e dolore muscoloscheletrico (7,4% dei pazienti). Gli eventi erano per la maggior parte di Grado 1 o 2 e tre pazienti (0,7%) hanno manifestato un evento di Grado 3. È stato necessario apportare modifiche alla dose del trattamento con Alecensa a causa di questi eventi avversi soltanto per due pazienti (0,5%). Il trattamento con Alecensa non è stato interrotto a causa di questi eventi di mialgia. Negli studi clinici (NP28761, NP28673, BO28984) condotti con Alecensa si sono verificati aumenti dei livelli di CPK nel 43% dei 362 pazienti per i quali si disponeva di dati di laboratorio relativi a questo enzima. L’incidenza di aumenti dei livelli di CPK di Grado 3 è risultata pari al 3,7%. Il tempo mediano alla comparsa dell’aumento dei livelli di CPK di Grado 3 è stato di 14 giorni negli studi (NP28761, NP28673, BO28984). È stato necessario apportare modifiche alla dose a causa dell’aumento dei livelli di CPK nel 3,2% dei pazienti; l’interruzione del trattamento con Alecensa non è avvenuta a causa degli aumenti dei livelli di CPK. Nello studio clinico BO28984 non è stata segnalata mialgia severa. Nello studio clinico di fase III BO28984 (ALEX), l’aumento dei livelli di CPK di Grado 3 è stato segnalato nel 2,6% dei pazienti trattati con Alecensa e nell’1,3% dei pazienti trattati con crizotinib, mentre il tempo mediano all’aumento dei livelli di CPK di Grado 3 si è attestato rispettivamente a 27,5 e 369 giorni.
Eventi gastrointestinali Le reazioni avverse gastrointestinali più comunemente riportate sono state stipsi (35%), nausea (19%), diarrea (16%)e vomito (11%). Questi eventi erano per la maggior parte di intensità lieve o moderata; eventi di Grado 3 sono stati segnalati per diarrea (0,7%), nausea (0,5%) e vomito (0,2%). Questi eventi non hanno comportato l’interruzione del trattamento con Alecensa. Il tempo mediano alla comparsa di eventi di stipsi, nausea, diarrea e/o vomito negli studi clinici (NP28761, NP28673, BO28984) è risultato pari a 21 giorni. Dopo il primo mese di trattamento gli eventi sono diminuiti in termini di frequenza. Nello studio clinico di fase III BO28984, un paziente (0,2%) del braccio Alecensa ha manifestato nausea di Grado 4 di, mentre nel braccio crizotinib l’incidenza di eventi di Grado 3 e 4 quali nausea, vomito e diarrea si è attestata rispettivamente al 3,3%, al 3,3% e al 2,0%.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.