Negli ultimi anni i tatuaggi hanno visto un'enorme diffusione e sono moltissime le persone che hanno parti del corpo decorate con disegni e scritte realizzate con ago e inchiostro.
Ma cosa succede quando il tatuaggio si infetta? A quali sintomi occorre prestare attenzione e quali cure si possono mettere in atto?
Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'infezione del tatuaggio.
Cos'è l'infezione da tatuaggio
Non è sempre facile prevedere se il tattoo farà infezione, tuttavia è possibile adottare tutta una serie di precauzioni per ridurre al minimo questa eventualità.
Il tatuaggio, infatti prevede una vera e propria lesione della pelle che si verifica quando la barriera cutanea che protegge il corpo viene superata dall'introduzione degli aghi con l'inchiostro.
Oltre alle infezioni, possono manifestarsi poi delle reazioni allergiche nei soggetti predisposti, delle dermatiti oppure patologie autoimmuni come la psoriasi e la dermatite atopica, quindi è molto importante adottare tutte le precauzioni necessarie per minimizzare gli eventi avversi.
Fortunatamente la severa normativa che disciplina la procedura di esecuzione dei tattoo fa sì che le infezioni siano relativamente poco comuni, a patto di affidarsi solo a professionisti abilitati e conosciuti.
Le infezioni che insorgono dopo l'esecuzione di un tatuaggio possono essere di due tipi:
- locali (che coinvolgono, cioè, solo l'area in prossimità del tattoo e, sebbene in alcuni casi possano lasciare cicatrici e altri tipi di lesioni, non sono generalmente gravi per la salute);
- sistemiche (coinvolgono tutto il corpo e possono essere anche molto gravi).
Come già accennato, esiste poi la possibilità di sviluppare delle reazioni allergiche, le quali danno luogo a ipersensibilità, eruzioni cutanee, prurito, reazioni infiammatorie, rigonfiamenti o altri tipi di lesioni della cute.
Sintomi dell'infezione da tatuaggio
Come accorgersi che il tattoo è infetto? Quali sono i sintomi e i campanelli d'allarme da tenere in considerazione?
Il rossore sul tatuaggio che compare qualche ora dopo la sua esecuzione è considerata una normale conseguenza del processo di penetrazione dei pigmenti all'interno del corpo, quindi se per alcuni giorni si dovesse notare un colorito rossastro associato a un leggero gonfiore e alla perdita di una piccola quantità di siero o di sangue, non è detto che il tattoo abbia fatto infezione.
Tra le manifestazioni cutanee considerate normali i primi giorni rientrano infatti:
- rossore
- gonfiore
- bruciore
- leggero dolore
- perdita di siero o di sangue
- prurito.
In genere, questi sintomi tendono a scomparire dopo circa una- due settimane dall'esecuzione del tattoo, ovvero quando prende avvio il processo di rigenerazione cellulare.
Ciò che dovrebbe insospettire è la presenza di un tatuaggio arrossato e dolorante dopo qualche settimana. Se, infatti, il dolore, il bruciore e il gonfiore invece di diminuire, aumentano, allora è molto probabile essere in presenza di un tatuaggio infetto.
Un altro segno evidente dell'infezione in corso è, poi, la comparsa di vesciche piene di pus o di liquido proprio a ridossa di dove è stato immesso l'inchiostro. Non appena si avverte che il tatuaggio brucia in modo intenso o è dolorante, quindi, meglio non aspettare oltre e contattare il medico per sottoporsi a una visita.
Le infezioni nei tatuaggi seguono, in genere, questo decorso:
- dolore all'area tatuata e sensibilità cutanea;
- gonfiore, arrossamento e sensazione di calore nella zona del tattoo;
- peggioramento di questi sintomi iniziali;
- possibile formazione di piccole pustole che al loro interno contengono pus;
- possibile comparsa di ulcere delle pelle e di altri tipi di lesione cutanea;
- febbre, brividi e malessere generale.
Infezioni da tatuaggio: quali cause
Se una certa irritazione da tatuaggio può affliggere la pelle per alcune settimane dopo la sua esecuzione, diverso è quando compare una vera e propria infezione, la quale può avere conseguenze gravi per la salute.
Ma perché si determinano infezioni nei tattoo? Le cause possono essere moltissime, tuttavia tra le principali si riscontrano:
- la presenza di agenti patogeni come virus e batteri che, grazie alla lesione cutanea provocata dal tatuaggio, trovano una facile via d'accesso all'organismo e qui proliferano, andando a determinare pericolose infezioni negli strati più profondi del derma. I virus e i batteri più comuni sono gli stafilococchi, gli streptococchi, gli pseudomonas, i clostridi e i micobatteri, tuttavia se si utilizzano aghi infetti non è esclusa la presenza dei virus dell'epatite B o C;
- la non adozione di strumentazioni sterili e monouso, come guanti e aghi;
- una scarsa igiene generale, sia della strumentazione che del tatuatore;
- l'utilizzo di inchiostri di bassa qualità o contaminati;
- una pulizia non accurata della zona appena tatuata;
- il contatto con elementi non sterili (acqua, polvere) prima che sia avvenuto il processo di rigenerazione cellulare, il quale si caratterizza per la presenza di croste che via via vanno a cadere;
- l'esecuzione del tatuaggio in una zona molto delicata e sensibile, oppure la presenza di una grande quantità di peli o di sudorazione (come ad esempio l'area dell'inguine o delle ascelle). Queste eventualità amplificano il rischio di andare incontro a processi infiammatori;
- utilizzo di acqua non pulita impiegata dal tatuatore per diluire il colore e ottenere determinate sfumature di tonalità;
- la presenza di alcune patologie cutanee, così come di altre malattie quali il diabete o un sistema immunitario particolarmente fragile e compromesso;
- presenza di funghi dovuti alla scarsa igiene dell'ambiente, sebbene questa eventualità sia considerata abbastanza remota nei paesi occidentali.
Infezione da tatuaggio: quale cura
Non appena si comincia a notare la presenza di un tatuaggio con infezione, la maggior parte delle persone tende a rivolgersi al tatuatore che l'ha eseguito per chiedere consiglio; tuttavia, non si tratta della figura professionale più indicata per risolvere problematiche mediche, pertanto è necessario contattare al più presto un dottore.
Non appena avrà visionato l'area, saprà indicare la cura più adeguata e potrà prescrivere farmaci in caso di necessità.
Qualora dovesse essere confermata la presenza di un'infezione nel tattoo, il medico potrà prescrivere delle pomate a base di antibiotico, farmaci sistemici oppure consigliare di attendere che l'infezione si risolva spontaneamente.
Per fare in modo che il tatuaggio non si rovini e che non alteri nel tempo, è comunque importante mettere in atto delle scrupolose attenzioni, fra cui:
- non appena eseguito il tattoo, non togliere la benda protettiva applicata dal tatuatore per almeno 24 ore;
- prima di toccare la benda lavarsi sempre le mani con un detergente antisettico;
- una volta tolta la protezione, lavare il tattoo con delicatezza usando un sapone neutro;
- tamponare il tatuaggio con carta assorbente o con un panno pulito senza sfregare;
- lasciare il tatuaggio all'aria qualche minuto;
- applicare uno strato di crema protettiva sull'area tatuata;
- applicare la pellicola protettiva se ci si deve vestire, altrimenti lasciare la pelle a contatto con l'aria;
- lavare il tatuaggio almeno una volta al giorno con acqua e sapone neutro, applicando la crema protettiva dopo l'igiene;
- per almeno un mese dopo l'esecuzione del tattoo, evitare di esporsi al sole, di fare bagni in piscina o al mare, di frequentare la sauna o, in generale, di esporre la cute a un possibile contatto con ambienti ricchi di batteri;
- non grattare il tatuaggio e non toccarlo troppo;
- utilizzare sempre la protezione solare con SPF50+ ogni 2 ore per proteggere la cute tatuata.